L’INTERVENTO DI ZANDA SULLA “PROTEZIONE CIVILE S.P.A.”

NELLA DICHIARAZIONE DI VOTO AL SENATO SUL DECRETO-LEGGE PER LA PRIVATIZZAZIONE DELL’INTERO COMPARTO DELLA PROTEZIONE CIVILE, IL VICEPRESIDENTE DEL GRUPPO PD SOTTOLINEA COME, CON QUESTO ATTO, SI INAUGURI UN NUOVO MODELLO DI STATO ESENTE DA REGOLE E CONTROLLI

Intervento tratto dal resoconto stenografico della seduta pomeridiana del Senato del 9 febbraio 2010 – A quella data non era ancora nota l’inchiesta giudiziaria che avrebbe portato, due giorni dopo, all’arresto di un gruppo di dirigenti della Protezione civile e, poco dopo, alla rinuncia da parte del Governo alla costituzione della Protezione civile S.p.A.

ZANDA (PD). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ZANDA (PD). Signora Presidente, questa mattina abbiamo approvato un emendamento che vietava alla Protezione civile spa di lavorare per conto terzi; ma subito dopo il Governo ha fatto approvare un altro emendamento che dice (vado a memoria): “… salvo che non venga emanata successivamente una norma di diverso contenuto”. Non ce n’era bisogno; ma serviva, io credo, al sottosegretario Bertolaso per segnalare al Senato che la Protezione civile intende far lavorare comunque, appena ne avrà l’opportunità, per conto terzi la sua società per azioni. Basterebbe questo episodio, cioè una norma così sgangheratamente messa in piedi, per spiegare il voto contrario del Partito Democratico.
D’altronde, signora Presidente, societarizzare le amministrazioni pubbliche è una vecchia mania di Berlusconi. Anni fa aveva voluto Patrimonio spa e Infrastrutture spa. Infrastrutture è sparita dalla circolazione e Patrimonio è stata assorbita da Fintecna perché erano due idee totalmente fallite. Adesso arriva Protezione civile spa, che serve – a sentire le dichiarazioni del Governo – per contratti, appalti, assunzioni e stipendi. Penso che così com’è stata presentata – immagino che farà altro – la società non è tale: in sostanza, è una scappatoia dalle regole.
Adesso qualche brevissima considerazione di merito.
Signor Sottosegretario, osservo innanzitutto che intervenire per legge per annullare o sospendere gli effetti di contratti sottoscritti dalla Protezione civile è un inganno per i fornitori ignari. Sono comportamenti da operetta.
Inoltre, attribuire il ciclo dei rifiuti campani alle Province ed espellere i Comuni non funzionerà. È una questione di cui, purtroppo, il Parlamento riparlerà.
Allo stesso modo, com’è già stato detto, i tre supercommissari per i rischi idrogeologici, uno al Nord, uno al Centro e uno al Sud, trasudano di eccesso di potere. Devo dire che rifiuto l’idea di un’Italia governata ovunque da commissari del Governo.
Prendo atto del fatto che il sottosegretario Bertolaso, dopo averlo annunciato altre volte, si dimetterà da capo del Dipartimento, come ha detto qua la settimana passata. Può allora spiegare, per cortesia, perché sta sostenendo la compatibilità della doppia carica in questo provvedimento? Sta pensando non a sé stesso, evidentemente, ma al suo successore? Bene: chiunque sia il beneficiario (il Sottosegretario o altri), la doppia carica è indecente.
Egualmente (tratto un argomento di cui non avrei voluto parlare, ma, signor Sottosegretario, l’ha fatto lei) devo dirle che non è serio che la retribuzione del Capo della Protezione civile sia commisurata al numero dei commissariati che gli vengono attribuiti e che, tra l’altro, oggi sono varie decine, perché la giornata di tutti noi è di ventiquattr’ore, sia se si è commissari una sola volta, sia se lo si è per cento volte.
Adesso veniamo alla questione politica e istituzionale, la vera questione che dobbiamo trattare esaminando questo provvedimento, che è quella relativa ai poteri straordinari di chi, per conto dello Stato, deve agire per difendere la vita delle persone ed impedire maggiori danni alle cose.
Dal 1992, l’ordinamento prevede che la Protezione civile possa muoversi – cito testualmente – «in deroga ad ogni disposizione vigente», ed è giusto così, nelle vere emergenze. Ma allora perché, se c’è una norma così vasta, ha luogo questo dibattito? Perché dal 2001 si sta abusando di questo sistema – scusatemi – senza pudore, sia per l’ampiezza delle deroghe, sia per il numero dei casi nei quali si interviene senza che ci siano emergenze.
Il regime delle ordinanze di Protezione civile è semplice: niente controlli, e deroga a decine e decine di leggi; non lo sto dicendo io, ma è scritto nelle leggi della Repubblica italiana.
Partiamo dai controlli. Le ordinanze di Protezione civile sono state sottratte – cito nuovamente alla lettera – sia al «controllo preventivo di illegittimità della Corte dei Conti, sia a quello dell’Autorità per i lavori pubblici». L’Autorità un anno fa ha scritto al Parlamento, dunque anche al Senato, ma la sua protesta è stata archiviata.
Ora, il dottor Bertolaso ha parlato di autorevolissimi comitati di garanti, cui ha affidato il compito di monitorare il lavoro. Ci ha detto anche di avere una buona interlocuzione con la Corte dei conti. Ma, signor Sottosegretario, questo è il Senato della Repubblica: apprezziamo tutte le iniziative di trasparenza, però i monitoraggi discrezionali non possono sostituire i controlli formali previsti dall’ordinamento. Quando lei parla di controlli, sta parlando di iniziative lodevoli, ma che sono soltanto sue e che lei quindi mette in atto come vuole, se vuole e quando vuole.
Passiamo adesso al tema delle deroghe di cui beneficiano le ordinanze. Polemizzando con il vice ministro Castelli, il suo ufficio ha sostenuto proprio ieri che le deroghe ci sono, ma non vengono usate. Questo non è un argomento serio perché, su proposta del Capo della protezione civile, in tutte le ordinanze c’è un lunghissimo elenco di leggi cui derogare, che sono tutte scritte, una per una, esplicitamente.
Cito l’ultimo esempio: il 12 gennaio, il dottor Bertolaso è stato nominato commissario della Vuitton Cup, a La Maddalena, che è stata classificata come grande evento, per cui conseguentemente viene applicato il regime dell’emergenza. E allora, si dice che non ci sono deroghe? Nell’ordinanza che la nomina commissario per la Vuitton Cup, sono previste deroghe praticamente all’intero corpus legislativo sugli appalti, alla concorrenza, alla trasparenza, ai controlli; deroghe alla vigilanza dell’Autorità sui lavori pubblici, alle procedure di affidamento, ai controlli dei requisiti per i contratti, all’oggetto del contratto e alla procedura per la scelta del contraente, alla pubblicazione dei bandi di gara, agli avvisi, agli inviti, ai termini, ai criteri di selezione delle offerte, alla progettazione, alle verifiche archeologiche, al subappalto, alle varianti in corso d’opera, alle penali e all’adeguamento dei prezzi. E mi fermo qua, perché potrei continuare ancora a lungo, tante sono le deroghe.
Vede, se questo impianto servisse per terremoti ed alluvioni, nulla quaestio. Ma che c’entra la Vuitton Cup con l’emergenza?
I vertici di Confindustria hanno più volte denunciato questo modo di sottrarre al mercato appalti di altissimo valore economico, ed hanno ragione perché è il Governo, a suo insindacabile giudizio, che decide cos’è grande evento e, conseguentemente, a chi va applicata l’emergenza.
L’Italia si è assuefatta a tutto questo e non protesta. Il Paese è come ipnotizzato dalle teorie emergenziali del Presidente del Consiglio e sue. Però, signor Sottosegretario, scusi, ma con le emergenze che cosa hanno a che fare il rilancio dell’immagine dell’Italia, i Mondiali di nuoto, i Giochi del Mediterraneo, l’esposizione delle spoglie di San Giuseppe da Copertino, la designazione dei garanti delle celebrazioni per l’Unità d’Italia? (Applausi della senatrice Marinaro). Oppure, che c’entrano gli appalti per le carceri e quelli del nucleare? Perché con ordinanza è stata decisa la retribuzione del sovrintendente della Pinacoteca di Brera? Perché, addirittura, per rimediare ad un errore della finanziaria, con ordinanza sono state assunte decisioni fiscali per l’Abruzzo? Qual è la legge che lo consente? Misure fiscali assunte con ordinanza, non so se capite l’enormità di tale provvedimento.
L’Esposizione di Milano è un grande evento ma viene gestito – lo ha detto il Sottosegretario – dal sindaco Moratti e non dal dottor Bertolaso. Cosa cambia? Niente: le regole sono sempre quelle eccezionali della Protezione civile.
La Protezione civile non è, come lei, dottor Bertolaso, l’ha definita questa mattina, un facilitatore. Non può essere un facilitatore, non è nel nostro ordinamento che sia un facilitatore.
Ogni anno la Protezione civile emana un centinaio di ordinanze che hanno nei loro campi la forza derogatoria dei decreti-legge: derogano alle leggi come derogano i decreti-legge. Non hanno bisogno né di firma del Presidente della Repubblica, né dell’approvazione del Parlamento. Guardi che accanto all’utilizzo micidiale del combinato disposto, da noi più volte denunciato, decreti-legge-maxiemendamenti-voti di fiducia, ed accanto all’uso indefinito della delega legislativa, altrettanto grave, l’abuso del potere di ordinanza di Protezione civile è l’ultima modalità del processo di scardinamento del sistema delle fonti del diritto su cui si regge una Repubblica.
Il nostro Paese – signora Presidente, mi dia un minuto solo, poiché è un argomento molto importante – è in crisi, una crisi economica, sociale, del sistema politico, dell’assetto sociale, della sicurezza e della giustizia. Abbiamo paura per l’unità nazionale e non comprendiamo come nei rapporti internazionali valga più il personalismo di Berlusconi che l’interesse nazionale. Ma noi trascuriamo la profonda crisi dello Stato, il disprezzo delle regole, la ricerca disinvolta delle scorciatoie, l’eccezionalità e l’emergenza, ed il decreto sulla Protezione civile amplia questa deriva.
Siamo davanti a uno stravolgimento, non solo dello Stato-ordinamento, ma perfino dell’idea estrema di sovranità di Carl Schmitt, che il senatore Quagliariello spesso cita. Berlusconi ha superato Schmitt, investendo se stesso del potere sovrano, non solo di dichiarare a sua discrezione cosa dev’essere considerato stato di eccezione, ma di farlo per circa 500 volte dal 2002 ad oggi! L’ordinanza di Protezione civile è diventata lo strumento ordinario dell’azione di questo Governo e sarebbe molto importante se il Presidente del Senato (che mi spiace non sia presente in questo momento), constatato quest’uso distorto delle istituzioni, dichiarasse chiaramente che sussiste un conflitto con un Governo che sottrae al Parlamento l’esercizio del potere legislativo.
Solo un’ultima osservazione. Berlusconi ha detto che il dottor Bertolaso sarà ministro come premio per il suo lavoro buono – e lo sottolineo anch’io – in Abruzzo. Berlusconi è un uomo d’onore e quindi crediamo che ciò accadrà. Ma il motivo non è il suo buon lavoro in Abruzzo, dottor Bertolaso, perché se tutti i lavori ben fatti producessero come premio la nomina a Ministro ne avremmo un’inflazione: lei sarà Ministro perché ha saputo offrire a Berlusconi uno strumento utile per derogare quando vuole a decine e decine di leggi; perché ha suggerito un modello di Stato e di ordinamento giuridico che a Berlusconi serviva, ma che non sapeva come realizzare. Gli ha presentato su un piatto d’argento uno strumento straordinario e ha fatto scoprire a Berlusconi una tecnica di stravolgimento dell’ordinamento alla quale nessuno prima di lei aveva avuto il coraggio di pensare.
Le 500 ordinanze di Protezione civile sono questo strumento e la poltrona di Ministro è perché lei al Governo ha dato questo strumento. È uno strumento talmente importante che, in prospettiva, penso ci sia altro ancora. (Vivi applausi dal Gruppo PD. Molte congratulazioni).

 

 

 

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