PER DIFENDERE L’AUTONOMIA COLLETTIVA DALL’INGERENZA DELLO STATO OCCORRE UN SISTEMA DI RELAZIONI INDUSTRIALI FORTE, CAPACE DI PRODURRE BUONI ACCORDI NEI TEMPI NECESSARI. FINORA NON SEMBRA IL NOSTRO CASO
Articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 17 ottobre 2008
Al Governo che intende intervenire con una legge sullo sciopero la Cgil contrappone il suo ormai consueto secco “no”, mentre Cisl e Uil temperano il loro rifiuto in un “ni”. Ma se l’una e le altre volessero, il modo per impedire l’intervento legislativo lo avrebbero, ed efficacissimo: basterebbe che fossero loro a regolare incisivamente la materia nell’accordo interconfederale con le associazioni imprenditoriali, il cui negoziato langue da mesi. Anzi, avrebbero già dovuto averlo fatto molti anni fa: non perché tirate per i capelli, ma di propria iniziativa e nel proprio prioritario interesse. Vediamo perché. Continua…
NELLA SOCIETA’ DELL’INFORMAZIONE NON VINCE CHI PRENDE LA CITTADINANZA IN OSTAGGIO, MA CHI NE CONQUISTA IL CONSENSO
Articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 30 gennaio 2002
Oggi sciopero generale, dell’industria e dei servizi; ma non è la stessa cosa quando a scioperare sono gli operai di una fabbrica e quando a farlo sono i conducenti di tram e autobus. Continua…
E’ COMPITO DELLA BUONA POLITICA FAR NASCERE E RAFFORZARE LA “CLASSE MEDIA”
Una mia recensione in corso di pubblicazione sul n. 4/2008 della Rivista italiana di diritto del lavoro
L’ultimo libro del grande economista statunitense insignito nei giorni scorsi del premio Nobel, The Conscience of a Liberal (New York-Londra, Norton, 2007, pp. 296, $ 25,95, ora disponibile anche in traduzione italiana: Bari, Laterza, 2008) muove dalla constatazione di un fenomeno ben noto alle scienze sociali, i cui riflessi sull’effettività del diritto del lavoro abbiamo recentemente discusso in questo sito: l’enorme aumento delle disuguaglianze nei redditi di lavoro e nella ricchezza verificatosi negli ultimi tre decenni rispetto alla situazione degli anni ’50, ’60 e ’70, la polarizzazione del mercato del lavoro fra lavoratori molto forti e lavoratori molto deboli, con il progressivo assottigliamento delle file della classe media (primo capitolo: “come eravamo”).
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NOTE IN MARGINE ALLA GRANDE CRISI: LA LIBERA CONCORRENZA NON ESISTE ALLO STATO DI NATURA
Il mercato concorrenziale moderno è una forma di organizzazione dell’economia estremamente sofisticata (e vulnerabile), per nulla spontanea, cui si arriva soltanto al culmine di un’evoluzione plurimillenaria. Per funzionare bene esso ha bisogno di essere sorretto da uno Stato altrettanto evoluto; e in tal caso esso costituisce il first best non solo sotto il profilo dell’efficienza, ma anche sotto quello dell’equità e della libertà delle persone. Quando, però, il meccanismo si inceppa, può essere necessario tornare temporaneamente indietro di un gradino nella scala evolutiva (su questo tema V. un mio breve articolo pubblicato oggi su il Riformista).
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Intervista a cura di Francesco Bei pubblicata su la Repubblica il 13 ottobre 2008
Clicca qui per scaricare l’intervista dall’archivio di Pietro Ichino.
RINVIARE SOLO SE SI DETERMINA UNA SPROPORZIONE TRA I TEMI DELL’INIZIATIVA E LA PREOCCUPAZIONE DELL’OPINIONE PUBBLICA PER IL RISCHIO DI UNA CATASTROFE ECONOMICA PLANETARIA
Lettera pervenuta il 12 ottobre 2008. Segue la mia risposta.
Caro senatore Ichino,
sono un quadro tecnico della Telecom e seguo con grande attenzione – se mi consente, persino con qualche partecipazione emotiva – il suo lavoro politico attraverso il suo sito: insomma, mi interessa molto quello che lei fa e pensa. Leggo in questi giorni che i suoi colleghi senatori del Pd Marco Follini e Nicola Rossi si sono dichiarati favorevoli a che la manifestazione del 25 ottobre prossimo venga disdetta, in considerazione del terremoto economico di questi giorni.
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PERCHE’ L’OPPOSIZIONE SEMBRA AVERE DIMENTICATO IL TEMA DEL LAVORO?
Lettera pervenuta il 10 ottobre 2008. Segue una risposta (non diplomatica) sul ritardo nella elaborazione della politica del lavoro del Pd
Egregio Professor Ichino,
mi permetto di rivolgermi a lei come cittadino ma anche come operatore del mercato del lavoro per chiederle il motivo per cui l’attuale opposizione pare si sia completamente dimenticata del tema del lavoro. Continua…
APPUNTI SU STATO E MERCATO, IN MARGINE ALLA GRANDE CRISI
Saranno pubblicati sul Magazine del Corriere della Sera del 16 ottobre 2008
1. ‑ Quando la casa brucia, prima spegni l’incendio; solo dopo cerca chi lo ha causato. ‑ 2. Se è la casa del tuo vicino che brucia, ti conviene aiutarlo a spegnere l’incendio anche se per questo non sarai pagato. ‑ 3. Quando va a fuoco la casa, persino il liberista più incallito è contento che arrivino i pompieri dello Stato a sirene spiegate. – 4. Finito il loro lavoro i bravi pompieri lasciano il campo. – 5. Dopo l’incendio, però, anche il liberista più incallito accetta volentieri regole di sicurezza più rigorose, e che i pompieri ne controllino severamente il rispetto.
IL MERCATO CONCORRENZIALE E’ UNA FORMA DI ORGANIZZAZIONE DELL’ECONOMIA MOLTO SOFISTICATA (E VULNERABILE), CUI SI ARRIVA AL CULMINE DI UN’EVOLUZIONE PLURIMILLENARIA
Articolo che uscirà su il Riformista il 13 ottobre 2008
All’origine c’era l’economia agricola di sussistenza; nel medioevo l’economia curtense; poi, con la prima rivoluzione industriale, i grandi mercati monopolistici, seguiti dai sistemi keynesiani ad alta partecipazione statale nell’industria e nelle banche. Un mercato veramente concorrenziale non esiste “allo stato di natura”: ci si arriva solo al culmine di questa evoluzione. Continua…
LA NOTA DI AGGIORNAMENTO DEL DPEF PRESENTATA DAL GOVERNO AL PARLAMENTO IGNORA TOTALMENTE LA GRAVISSIMA CRISI ECONOMICO-FINANZIARIA MONDIALE
La relazione di minoranza tenuta da Enrico Morando (Coordinatore del Governo-ombra) al Senato il 7 ottobre 2006.
Tutti i parlamenti del mondo, in queste ore, stanno discutendo della drammatica crisi finanziaria in atto, delle sue cause profonde e immediate, delle scelte che le istituzioni pubbliche e le autorità di regolazione dovrebbero mettere in atto per farvi fronte.
Tutti i parlamenti, meno il nostro. Continua…