15 REPLICHE E 15 COMMENTI SUI MOTIVI PRO-RENZI

UN LETTORE CONTESTA PUNTO PER PUNTO LE RAGIONI PROPOSTE LA SETTIMANA SCORSA SU QUESTO SITO A SOSTEGNO DEL VOTO AL SINDACO DI FIRENZE – E IO PUNTO PER PUNTO GLI RISPONDO, IN PARTE CONSENTENDO, IN PARTE NO

Messaggio di Gian Piero Moretto, pervenuto il 29 ottobre 2012, a seguito della pubblicazione di Nove nuovi motivi seri per votare Renzi alle primarie – I miei commenti sono evidenziati dal capoverso rientrato, dal carattere corsivo e dal colore blu

Gentile Professor Ichino,
Le trasmetto alcune considerazioni  sui 15 motivi per votate Renzi ( i nuovi e i vecchi ).

1. Non è esatto affermare che gli altri candidati alle primarie non attribuiscono alla trasparenza grande valenza. Poi non bastano le affermazioni, servono le coerenze e non è certamente coerente nominare nella propria Amministrazione persone non titolate a ricoprire i ruoli assegnati come ha fatto Renzi nella Provincia di Firenze.

Riguardo alle pratiche di full disclosure degli altri candidati, finora a me non risulta nulla: sarò solo lieto di apprendere che altri applicano rigorosamente – come ha fatto Matteo Renzi – la regola per cui ogni voce di entrata e ogni voce di spesa sono immediatamente accessibili on line. Quanto al secondo punto, su di esso non posso esprimermi finché i singoli casi non vengono presentati con nomi e cognomi.

2. Il finanziamento pubblico va regolamentato e contenuto ma occorre evitare che a finanziare le campagne elettorali siano  principalmente finanzieri e banchieri come quelli della famosa cena di Milano.

Il sistema attuale di finanziamento pubblico dei partiti ha consentito le ruberie più scandalose, ma non ha impedito che a governarci per quindici anni sia stato l’uomo più ricco d’Italia, che a Claudio Scajola qualcun altro regalasse la casa al Colosseo, che Filippo Penati facesse finanziare le iniziative politiche proprie e dei propri amici da imprenditori fortemente interessati, e così via. Per il resto, sulla questione della “finanza cattiva”, rinvio a quanto ho scritto nelle settimane scorse.

3. Sono d’ accordo sulla flexsecurity e penso che anche  Bersani  dovrebbe valutarne con attenzione la potenzialità.

Su questo punto concordiamo.

4. È opinabile che il rinnovamento del partito non sarebbe accaduto come dici. Rinnovare profondamente senza rottamare è  una forte richiesta che arriva da molti Circoli sparsi per tutta l’Italia.

Davvero il vertice del Pd avrebbe assunto l’impegno di applicare con rigore la regola statutaria dei tre mandati parlamentari, se non ci fosse stata la forte sollecitazione di Renzi? Certo, questa è stata a tratti eccessivamente aggressiva sul piano personale verso qualche esponente del vertice del partito; ma non dimentichiamo che Matteo è irrimediabilmente un toscano.

5. Indubbiamente la discesa in campo di Renzi nelle Primarie ha suscitato un positivo interesse ma relativamente alle  facce nuove delle quali ha bisogno il Partito non mi illuderei troppo. I Coordinatori sono tutte seconde linee già presenti nel Partito e in cerca di visibilità.

Cercare visibilità è parte essenziale del mestiere del politico: non vedo proprio come questo possa essere rimproverato ai membri dello staff di un qualsiasi leader politico. Quanto alle “facce nuove”, quelle di cui parlo io sono quelle che si vedono agli incontri pubblici promossi da Matteo Renzi: persone che si avvicinano per la prima volta alla politica o che vi si riavvicinano dopo esserne state lontane per molti anni. Qualcuno obietta: chi ci garantisce che non siano persone del centrodestra? Rispondo: se anche qualcuno di questi venisse dal centrodestra, non avremmo che da compiacercene, se vogliamo davvero vincere le elezioni; ma per la stragrande maggior parte appartengono a quell’area del centrosinistra con cui il Pd negli ultimi tre anni aveva perso i contatti.

6. L’ aumento di consenso è evidente nei sondaggi ma ha scarsa valenza perché una eventuale  vittoria di Renzi finirebbe per snaturare il partito determinando forti ripercussioni anche elettorali. Molti iscritti lo percepiscono come estraneo e non già perché verrebbe banalmente considerato di cultura liberista bensì perché nulla hanno  condiviso con lui a livello di Partito. E gli effetti speciali  senza una vera discussione congressuale non son sufficienti.

Il congresso, che molti di noi stanno richiedendo a gran voce già dalla svolta del novembre 2011, non lo ha voluto il vertice attuale del Pd. Proprio questo è il motivo per cui queste “primarie di coalizione” hanno assunto la valenza effettiva di un passaggio congressuale. Quanto al “rischio di snaturamento” del Pd, io vedo lo snaturamento rispetto all’idea originaria del Pd già oggi in atto, dal momento che la linea Bersani consiste proprio nel ricostituire ciò che era il partito dei DS, se non addirittura il PDS: questo è il modello rispetto al quale Bersani punta a realizzare e sottolineare la massima continuità (e gli accade anche con qualche frequenza, sia pure inavvertitamente, di confessarlo). Ma non è per questo che abbiamo fondato il Pd.

7. Le primarie del Centro-Destra non dipendono assolutamente da Renzi.

Non concordo: quanto più le primarie del centrosinistra appassionano milioni di italiani – e senza la candidatura di Renzi questo non sarebbe accaduto – tanto più i media se ne occupano quotidianamente con grande rilievo; e quanto più i media se ne occupano, tanto più il centrodestra si trova in una situazione di inferiorità rispetto al centrosinistra per il fatto di non praticare questa forma di democrazia diretta, di apertura vera della politica alla società civile.

8. È assolutamente falso [che i trent’anni siano l’età in cui siamo più intelligenti e creativi – n.d.r.]. Il percorso  di crescita personale di ogni persona  dai  30 ai  50  anni è enorme (basta  che  ognuno di noi guardi il proprio percorso per capirlo).

Invito il mio contraddittore a chiedersi a quale età Dante ha scritto la Divina Commedia, Einstein ha ideato la Teoria della Relatività, Mozart e Beethoven hanno composto le loro musiche più sublimi, Napoleone ha conquistato – sul piano politico prima ancora che su quello militare – l’Europa; ma anche, molto più modestamente (visto che parliamo di politica) a quale età Toni Blair e Ed Miliband si sono candidati alla guida del Labour Party. In ogni caso, oggi nella politica nazionale Italiana persino i cinquantenni sono considerati come giovani che devono aspettare il loro turno. È il dramma di un Paese nelle cui strutture pubbliche non si avanza se non per anzianità di servizio.

9. La visione secondo la quale dichiarare l’ appartenenza a un partito è un fatto burocratico mortifica quelle centinaia di migliaia di militanti che si sono impegnati a tener in vita il Partito in questi anni.

Va bene, ma che bisogno c’era di stabilire che la dichiarazione dovesse necessariamente avvenire in un luogo diverso rispetto a quello in cui si esprime il voto? Questa è un’angheria davvero insopportabile, oltre che un atto di autolesionismo, da parte di uno schieramento che avrebbe invece tutto da guadagnare da una partecipazione di massa più ampia a questa sua iniziativa.

10. È vero che Renzi sa farsi ascoltate dall’ antipolitica.  Infatti utilizza le  stesse tecniche comunicazionali utilizzate dagli alfieri dell’antipolitica. Ma è anche per questo che a molti appare poco credibile.

Non comprendo questa critica. Le tecniche di comunicazione sono degli strumenti necessari, per lo più politicamente neutri: si può utilizzare un comizio, uno spot televisivo, lo show in un teatro o in una piazza, un blog, twitter o facebook, per veicolare qualsiasi messaggio, di politica o di antipolitica, di sinistra o di destra, demagogico o rigorosamente ancorato alla realtà delle cose praticabili. Confrontiamoci sui contenuti del programma di ciascuno dei candidati, non sulle tecniche di comunicazione con cui essi cercano di farlo conoscere.

11. Circa il programma molto impegnativo e non demagogico sono in totale disaccordo perché tutti i programmi a parte qualche punto sono  abbastanza  fumosi  e per  quanto concerne l’ Agenda  Monti anche Renzi,  ultimamente,  dice  che  occorre andare  oltre  esattamente come Bersani.

Se è per questo, anche Monti dice che occorre andare oltre l’agenda del suo Governo attuale. Ma Renzi non dice solo questo. Sul carattere molto più preciso e incisivo delle sue proposte rispetto agli “intenti” manifestati da Bersani, rinvio all’interessantissimo articolo pubblicato sul sito del Pd di Monza, segnalato la settimana scorsa.

12. Bersani, molto  correttamente, pur  riconoscendo i meriti di Monti, sostiene, a mio avviso giustamente, che circa il profilo dell’ equità quella agenda è lontana dagli obbiettivi che una Sinistra riformatrice deve perseguire. Non capisco come si possa essere del Pd e non vedere queste ovvietà. Naturalmente Vendola sottolinea queste carenze e  credo abbia una posizione coerente.

Il problema di questa “Sinistra riformatrice” di Bersani è che nei decenni passati essa non si è minimamente accorta della colossale iniquità che stava maturando – anche per causa sua e comunque con la sua piena connivenza – ai danni delle nuove generazioni. Rientrano in questo discorso tutte (ma proprio tutte) le pensioni ai quarantenni e ai cinquantenni erogate nei decenni passati, quando prendevamo a prestito mediamente l’equivalente di trenta miliardi ogni anno, sapendo che a restituirli sarebbero stati i nostri figli e nipoti. Le iniquità prodotte dalle misure del Governo Monti vanno certamente corrette; ma sono briciole in confronto a quella enorme ingiustizia intergenerazionale, di cui la “Sinistra riformatrice” di Bersani sembra neppure accorgersi.

13. La scorsa legislatura ha insegnato molte cose ed in particolare che il Governo Prodi è caduto per la compravendita di senatori e non per derive a sinistra. A questo proposito desidero affermare con forza che è vero che la sinistra ha gravi responsabilità  nel non  avere  creato una  vera  alternativa al  Berlusconismo.  Ma  appurato questo credo che chi non è stato antiberlusconi  in questi anni non meriti molto apprezzamento. Anche un Professore come Mario Monti che sul Corriere della Sera si esprimeva sui temi economici cercando di non sbilanciarsi e di dimostrarsi  imparziale, è stato sotto questo profilo molto deludente.

Non mi pare proprio che la caratteristica dominante del Monti editorialista del Corriere della Sera potesse individuarsi in un difetto di incisività nel denunciare i mali del nostro Paese. Certo, ha sempre rifuggito dalla faziosità, indicandola come una delle piaghe della nostra politica. Se questo ha deluso il nostro lettore, non posso che dispiacermene.

14. Quello che manca oggi è una vera politica socialdemocratica di distribuzione della ricchezza capace di porre  i bisogni delle persone al centro delle risposte.

A parte la qualificazione di questa politica come “socialdemocratica”, chi mai potrebbe dissentire da questa affermazione?

15. Io non so se con le risposte che ho prima  evidenziato si è moderni e si vince (penso di sì). So però che la mission di un partito di sinistra è  questa. Garantisco, poi che pur pensandola così, sono convinto che  il Partito non debba appiattirsi sulle  posizioni della Fiom ma ricercare risposte anche nuove.

Anche su questo concordo.

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