NAPOLITANO ARBITRO POLITICO TRA CONTENDENTI CHE NON SANNO DIALOGARE

FALLITO IL TENTATIVO DI BERSANI DI UN GOVERNO SORRETTO DAL M5S, IL VOTO ANTICIPATO A GIUGNO NON È UN’OPZIONE PRATICABILE – LE FORZE POLITICHE RESPONSABILI AFFIDINO DUNQUE AL CAPO DELLO STATO LA RESPONSABILITÀ DI STABILIRE LE COSE DA FARE E COME FARLE, PER ALLONTANARE IL PAESE DAL PRECIPIZIO

Intervista a cura di Andrea Garibaldi, pubblicata sul Corriere della Sera il 28 marzo 2013 – In argomento v. anche il mio editoriale telegrafico del 27 marzo e quello del 5 marzo 2013

ROMA — «Come era prevedibile, il tentativo di Bersani è finito in un binario morto». Pensa questo, senza appello, il professor Pietro Ichino, senatore, docente di diritto del lavoro. Fu tra i fondatori del Pd poi, dopo le primarie di dicembre, è stato eletto nella lista Monti. Nessuna via d’uscita?«Non ha senso che Bersani dica: se fallisco, si vota a giugno. Votare a giugno non è un’opzione praticabile. Senza una riforma elettorale, i problemi si aggraverebbero. Del resto, gran parte dello stesso Pd è convinto che il voto non sia l’unica alternativa».Bersani non ha ancora rinunciato al suo tentativo di formare un governo.«Bersani rifiuta qualsiasi dialogo con il Pdl, ma cerca di formare una maggioranza con brandelli di centrodestra, maggioranza che dipenderebbe interamente dal Pdl, lasciandogli però il ruolo e i benefici dell’opposizione. Che senso ha?». Bersani vorrebbe anche creare una commissione per le riforme con la più ampia partecipazione.«È giusto distinguere attività di governo e riforme istituzionali. Ma tutto lascia credere che questa legislatura possa servire solo a fare la riforma elettorale e un pezzetto di riforme costituzionali (abolizione delle Province, riduzione del parlamentari). Quindi tanto vale che sia ampia la maggioranza di governo».Quindi, se Bersani non ce la fa?«Il Paese sta correndo gravissimi rischi: l’unica scelta responsabile è riconoscere al Capo dello Stato un ruolo di “arbitro politico” su cosa fare e come farlo».Un «governo del Presidente»?«È l’unica possibilità politica oggi praticabile. Affidiamoci tutti alla saggezza di Napolitano. Di tutto c’è bisogno tranne che di un clima da guerra civile». Dunque un nuovo governo tecnico?«Non è detto. Si può ipotizzare una soluzione mista, tecnici più politici. E non si può nemmeno escludere che il capo del governo possa essere un politico». E per il Quirinale?«Non si devono ripetere gli errori commessi per eleggere i presidenti delle Camere. Va scelta una figura su cui convergano tutte le forze maggiori». Se Bersani rinuncia, che succede nel Pd?«Ci sarà una nuova maggioranza nel partito e ciò potrà essere rilevante anche per le sorti della legislatura».

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