PERCHÉ L’APPRENDISTATO IN ITALIA NON DECOLLA

NELLA LETTERA DI UNA PICCOLA IMPRENDITRICE IL RACCONTO DELLE TRAVERSIE BUROCRATICHE E DEI RISCHI A CUI SI ESPONE CHI SI AZZARDA AD AVVIARE UN RAPPORTO DI TIROCINIO NEL COMPLICATISSIMO CONTESTO DELLA DISCIPLINA ATTUALMENTE IN VIGORE

Lettera pervenuta il 3 giugno 2013

Gentile senatore avrei da chiederle un chiarimento. L’anno scorso ho proceduto presso la mia azienda, nel settore del turismo, ad assumere un apprendista che aveva compiuto 17 anni. L’assunzione è avvenuta alla luce del testo unico sull’apprendistato n. 167/2011 e dell’accordo interconfederale turismo. Tra le tante novità al momento dell’assunzione era richiesto obbligatoriamente il parere di conformità dell’ente bilaterale territoriale. Io sapevo che la tipoligia da predisporre fosse quella per il conseguimento della qualifica, avendo il lavoratore 17 anni, ma pur vero che avendo conseguito una qualifica professionale all’istituto professionale la commissione paritetica mi ha dato l’ok per procedere ad un apprendistato professionalizzante. A distanza di un anno l’Ispettorato mi contesta il rapporto e ora rischio di dover pagare tutti i contributi più le sanzioni per essermi fidata dell’ente bilaterale e avere applicato lo sgravio. Non sono daccordo con loro a maggior ragione perché una commissione competente mi ha rilasciato la documentazione per procedere con l’assunzione. A questo punto secondo lei cosa faccio? Presento interpello al ministero e chiedo che cosa si deve fare se un ente bilaterale territoriale viene smentito dall’ispettorato? O devo fargli causa all’ente bilaterale? Chi sono gli incompetenti, quelli dell’Ispettorato o quelli dell’ente bilaterale? Non capisco piu nulla. Attendendo un suo riscontro, la ringrazio anticipatamente e le invio i miei migliori saluti.
L.F.

Pubblico questa lettera, perché essa vale più di dieci convegni o saggi dottrinali per spiegare il motivo per cui l’apprendistato in Italia non decolla, nonostante lo sgravio contributivo pressoché integrale con cui ci si propone di incentivarlo.  (p.i.)

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