DIARIO DELLA DISCUSSIONE IN SENATO SULLA LEGGE-DELEGA IN MATERIA DI LAVORO

LE PROPOSTE, IL DIBATTITO, LE CURIOSITÀ, I PASSAGGI TECNICI, LE POLEMICHE DI UN ITER PARLAMENTARE NON FACILE

Rendiconto, aggiornato al 18 settembre 2014, del lavoro in seno alla Commissione Lavoro del Senato sul disegno di legge-delega n. 1428/2014, di iniziativa del Governo, recante “Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino dei rapporti di lavoro e di sostegno alla maternità e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro” – È disponibile on line anche il testo integrale della mia relazione alla X Commissione permanente su questo stesso disegno di legge, svolta il 23 aprile 2014.

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Sommario
1. La discussione generale in Commissione (dal 10 al 24 giugno)
2. Il Comitato ristretto (25 e 26 giugno)
3. La presentazione degli emendamenti e l’esplosione della polemica (dal 27 al 29 giugno)
4. L’illustrazione degli emendamenti (1° e 2 luglio)
5. Il voto sugli emendamenti (dall’8 luglio)
5.1. Articoli 1, 2, 3 e 5
5.2. Articolo 1
5.3. Articolo 2
5.4. Articolo 3
5.5. Articolo 5
5.6. Il ritorno sugli emendamenti accantonati (tranne quelli all’articolo 4)
5.7. Articolo 4

1. LA DISCUSSIONE GENERALE IN COMMISSIONE

Martedì 10 giugno – Si apre la discussione generale sul disegno di legge-delega. Nessuno chiede la parola. Mi sacrifico io per rompere il ghiaccio, anche se avrei preferito intervenire più in là, con possibilità di interloquire rispetto a quanto detto da altri. Cerco di tracciare l’architettura complessiva dell’intervento, dandone l’interpretazione più incisiva e organica: quella di cui ho discusso, la settimana scorsa, anche nel corso di un incontro informale con il ministro Poletti, oltre che con il suo Capo di Gabinetto Caso, trovandolo sempre molto determinato su questa linea.

Mercoledì 11 giugno – Prima della sessione plenaria della Commissione, alle due e mezza si svolge una riunione dell’Ufficio di Presidenza, cui partecipano tutti i capigruppo, per concordare il calendario. Il presidente Sacconi propone un timing molto serrato, con chiusura della discussione generale giovedì 19, termine per la presentazione degli emendamenti lunedì 23 e completamento dell’esame degli emendamenti entro il 27 giugno, per rendere possibile l’inizio della discussione in Aula già il 1° luglio. Il M5S protesta, chiedendo tempi molto più lunghi. Il PD, per bocca della senatrice Parente, si mostra disponibile a concedere un po’ più di tempo (anche perché appare averne necessità esso stesso per mettere a punto la propria linea d’azione, superando alcuni dissensi al suo interno).  Alla fine viene deciso a maggioranza uno slittamento di una settimana rispetto al calendario proposto inizialmente dal presidente, fermo restando l’intendimento di fare in modo che l’esame del provvedimento da parte del Senato in prima lettura si concluda entro luglio.

Giovedì 12 giugno – La discussione è continuata ieri e oggi, negli spazi lasciati liberi per i lavori di Commissione dai lavori d’Aula. In questi tre giorni sono intervenuti quasi tutti i membri PD, M5S e SEL della Commissione. Fortemente polemici Barozzino (SEL), che parla sempre come se solo lui conoscesse il mondo del lavoro e potesse parlare a suo nome, e Puglia (M5S): entrambi mostrano di considerare il disegno di legge come fonte dell’azzeramento di ogni protezione per i lavoratori; ma entrano poco nel merito dei singoli capitoli. Molto più misurati e aperti al confronto gli interventi delle senatrici M5S Bencini e Fucksia. Curiosamente, per ora nessun intervento di FI (in questi tre giorni Alessandra Mussolini, neo-eletta al Parlamento Europeo, non si è più vista in Commissione).

Martedì 17 giugno – Ultime battute della discussione, assai interessanti. Dopo molti discorsi general-generici dei senatori di opposizione, la senatrice Catalfo (M5S) svolge finalmente un intervento che entra nel merito dei contenuti del disegno di legge, esprime valutazioni precise e opzioni in relazione a diverse alternative specifiche; e le distanze ne appaiono molto ridimensionate: pare davvero che ci sia la possibilità di un confronto costruttivo. Lo rileva subito la capogruppo del PD Parente, che chiude la serie degli interventi riepilogando bene il senso complessivo del progetto, individuandone i pilastri portanti nel collegamento tra politiche attive e politiche passive del lavoro e nel testo unico semplificato delle norme sui contratti di lavoro; e auspicando che il Governo trovi la copertura per uno sgravio contributivo che renda il nuovo contratto a tempo indeterminato a protezione crescente meno costoso e comunque “competitivo” rispetto al contratto a termine.

Mercoledì 18 giugno – La sessione delle 8.30 salta per un impedimento della sottosegretaria Bellanova, che segue i lavori della Commissione in rappresentanza del Governo. Nella sessione delle 15 interviene la senatrice Munerato (Lega), esprimendo dissenso rispetto ai contenuti del disegno di legge, ma in modo molto generico. L’ultimo intervento nella discussione generale è del senatore Berger (SVP), il quale esprime pieno consenso circa la prospettiva di collegamento tra politiche attive e politiche passive e di attivazione di una cooperazione tra servizio pubblico e agenzie specializzate, mediante lo strumento del contratto di ricollocazione e l’attivazione di un sistema di libera scelta dell’agenzia accreditata da parte della persona interessata e di pagamento, a risultato ottenuto, mediante voucher regionale; esprime inoltre pieno consenso circa una drastica flessibilizzazione del contratto a tempo indeterminato. Il presidente e relatore Sacconi conclude la discussione generale – nella quale, sorprendentemente, Forza Italia non è intervenuta! – con la propria replica, nella quale sottolinea la larga convergenza, oltre i confini della maggioranza, sulla prospettiva di un ampliameno del campo di applicazione dell’assicurazione contro la disoccupazione – S. ipotizza addirittura una estensione all’area delle partite IVA, pur non nascondendosi i problemi tecnici che si pongono su questo terreno -, osservando però che in questa sede potrà essere affrontata soltanto la materia, appunto, dell’assicurazione, mentre sul versante assistenziale (reddito minimo di inserimento) la questione dovrà essere affrontato in altra sede. Sulla nuova disciplina semplificata del contratto di lavoro il relatore manifesta pieno consenso alla proposta dell’inserimento del nuovo testo unico nel Codice civile, sottolineando che esso dovrà sostituire tutta la legislazione attuale di fonte nazionale. Tra i contenuti innovativi della nuova disciplina indica le materie delle mansioni e dello ius variandi del datore di lavoro, dei controlli mediante strumentazione informatica e telematica, del recesso del prestatore di lavoro e di quello del datore (qui il relatore ricorda che anche Pierluigi Bersani ha detto recentemente che “in un contesto di maggiore sicurezza del lavoratore nel mercato, di tutto si può discutere”), del salario orario minimo (su cui S. dice di aver superato precedenti perplessità circa la bontà dello strumento), nonché infine dell’abrogazione delle norme processuali per le controversie sui licenziamenti contenute nella legge Fornero del 2012. La sottosegretaria al Lavoro Bellanova, che ha seguito la discussione in rappresentanza del Governo, con un intervento telegrafico esprime la propria piena convinzione circa la bontà dell’intendimento riformatore del disegno di legge, rinviando però ogni valutazione nel merito alla discussione sugli emendamenti. Il Presidente annuncia quindi la costituzione di un Comitato Ristretto che lavorerà sul testo nel corso della prossima settimana. Il termine per la presentazione degli emendamenti viene fissato a venerdì 27 giugno alle ore 9, in funzione di una discussione degli stessi in Commissione nella settimana immediatamente successiva, in modo da consentire l’inizio della discussione in Aula già il 7 luglio (salvo che quella settimana venga dedicata, nel lavoro d’Aula, alla riforma costituzionale).

Martedì 24 giugno – All’una riunione di maggioranza nello studio del presidente della Commissione. Oltre al ministro Poletti, e alla sottosegretaria Bellanova, con i loro assistenti, e ai capigruppo della maggioranza in Commissione,  partecipa all’incontro informale anche Luigi Zanda, presidente del gruppo dei senatori PD. È appena uscito da un’assemblea del gruppo stesso svoltasi questa mattina, dedicata al tema della legge-delega: nella quale – ci riferisce – è emersa da parte di alcuni senatori la preoccupazione che il disegno di legge n. 1428 lasci troppo le redini sul collo al Governo: donde la richiesta che i contenuti della delega vengano maggiormente precisati. Maurizio Sacconi replica che questa, solitamente, è la richiesta che viene dalle opposizioni, essendo semmai la maggioranza che normalmente ha interesse a confezionare la delega in modo da lasciare maggiore discrezionalità al Governo (il presidente della Commissione sottolinea così un fatto innegabile: il Governo oggi, sulla materia del lavoro, è paradossalmente più in sintonia con i gruppi parlamentari della maggioranza diversi da quello del PD, partito di cui, pure, il Capo del Governo è segretario nazionale e al quale appartiene il ministro del Lavoro). Mario Mauro sottolinea, in direzione simmetricamente opposta, la necessità che il contenuto innovativo della legge-delega non sia espresso in modo troppo generico, se vogliamo che la Commissione Europea lo consideri come una buona premessa per allentare i vincoli di bilancio. Il ministro raccomanda che le proposte di emendamento del disegno di legge da parte dei senatori di maggioranza siano ridotte al minimo e molto ben selezionate, avvertendo che, in caso di contrasti tra i gruppi che sostengono il Governo, il “lodo” risolutivo dovrà necessariamente consistere nel tener fermo il testo originario del disegno di legge. Intervengo per ricordare che, rispetto al testo originario, un mese fa Governo e maggioranza hanno fatto un passo avanti molto importante, in sede di discussione del decreto-legge n. 34/2014, inserendo nel decreto il “preambolo” che preannuncia l’emanazione del testo unificato semplificato delle norme sui contratti di lavoro, contenente la nuova disciplina del contratto a tempo indeterminato a protezione crescente, “salva l’attuale articolazione delle tipologie dei contratti di lavoro”: espressione la cui funzione è di chiarire univocamente che il “contratto a protezione crescente” non sarà né il “contratto unico” sostitutivo di tutti gli altri tipi contrattuali, né un tipo aggiuntivo, che si porrebbe in contraddizione con l’obiettivo della semplificazione; l’adempimento di questo impegno comporterà una parziale riscrittura della prima parte dell’articolo 4 del disegno di legge, dove invece affiora l’idea di una possibile soppressione di tipi contrattuali rispetto a quelli esistenti, e il “contratto a protezione crescente” appare come figura ulteriore e soltanto eventuale. Sul rispetto dell’accordo da cui uscì quel “preambolo” concordano tutti; sulle modalità di attuazione si discuterà nei prossimi giorni e settimane.

2. IL COMITATO RISTRETTO

Mercoledì 25 giugno – Alle tre ha termine la sessione della Commissione Lavoro su di un’altra materia e si apre la prima sessione del Comitato ristretto sulla legge-delega. Il Governo è rappresentato dalla sottosegretaria Bellanova, assistita dal nuovo Capo dell’Ufficio legislativo del ministero, dott. Stefano Visonà; quanto ai senatori, curiosamente – nonostante che usualmente alle riunioni di comitato ristretto partecipino uno o tutt’al più due membri della Commissione per ogni Gruppo – sono presenti quasi tutti i 21 membri della Commissione. Si parte dalla discussione sull’articolo 1 del disegno di legge, in materia di ammortizzatori sociali, con una serie di domande al Governo circa il modo in cui esso intende la delega richiesta al Parlamento: la mia domanda concerne l’assetto assicurativo della Cassa integrazione e il relativo equilibrio finanziario che, che fino al 2007 ha visto una forte eccedenza del gettito contributivo rispetto alle prestazioni (equilibrio assicurativo imporrebbe dunque una drastica riduzione del contributo, che oggi è intorno al 3 per cento); Rita Ghedini (PD) pone la questione dei “meccanismi standardizzati” di attivazione della Cig, delle nuove modalità di determinazione del contributo secondo il sistema bonus/malus, e dei limiti di durata delle prestazioni; Nunzia Catalfo (M5S) ripropone le questioni poste da Rita Ghedini, aggiungendo la questione della “franchigia” a carico dell’impresa che attiva l’intervento della Cassa; chiede infine come il Governo intenda procedere per la realizzazione del reddito minimo di inserimento. Il dottor Visonà risponde riconoscendo che la Cig oggi di fatto non funziona secondo una logica assicurativa: una incisiva razionalizzazione della determinazione degli oneri, in relazione all’obiettivo dell’equilibrio della gestione assicurativa, è necessaria; seguono alcuni chiarimenti sugli altri punti: in particolare, riguardo al redito minimo di inserimento, viene precisato che l’intendimento del Governo è di destinare a questa forma di assistenza i risparmi che verranno realizzati attraverso il maggior rigore nell’applicazione di Cassa integrazione e assicurazione contro la disoccupazione. Segue una precisazione della sottosegretaria Bellanova in tema di impegno dei lavoratori cassintegrati in lavori di utilità pubblica. Sull’articolo 2, in materia di servizi per l’impiego, intervengono Stefano Lepri (PD), Hans Berger (SVP) e di nuovo Nunzia Catalfo (M5S), cui risponde di nuovo il Capo dell’Ufficio legislativo del ministero illustrando in termini generali il progetto di massima a cui il disegno di legge si ispira. Emergono profili di convergenza, o quanto meno terreni di confronto utile tra M5S e maggioranza.

Giovedì 26 giugno – Il Comitato ristretto torna a riunirsi alle otto e mezza. Si passa alla discussione sugli articoli 3, 4 e 5, con interventi, oltre al mio sulla semplificazione del linguaggio legislativo nel testo unico che costituirà l’adempimento della delega, di Puglia (M5S) sulla semplificazione delle procedure, di Rita Ghedini e Annamaria Parente (PD) in tema di salario minimo orario e di lavoro accessorio, Giovanni Barozzino (SEL), molto polemico circa l’impianto stesso del disegno di legge. La sottosegretaria Bellanova e il dottor Visonà rispondono su ciascun punto. Nessuno ha toccato i temi più caldi, relativi all’articolo 4, e in particolare la materia dei licenziamenti nel contratto a tempo indeterminato. La sessione ha termine poco prima delle nove e mezza. Una dichiarazione del sen. Puglia a RaiNews (di tono diametralmente opposto rispetto al suo intervento in discussione generale del 12 giugno: v. sopra) conferma un atteggiamento di opposizione costruttiva del M5S. Qualche volte il parlamento è anche ascoltamento reciproco e questo consente di superare anche le contrapposizioni apparentemente più insanabili.

3. LA PRESENTAZIONE DEGLI EMENDAMENTI E L’ESPLOSIONE DELLA POLEMICA

Venerdì 27 giugno – Alle 11 scade il termine per la presentazione degli emendamenti e degli ordini del giorno. Ne sono stati presentati 496, di cui circa 150 del M5S, 80 del PD, una decina per ciascuno NCD, SC (on line su questo sito) e SVP. La Commissione è convocata per martedì 1° luglio alle 11 per l’avvio dell’esame degli emendamenti; proseguirà poi a ritmo serrato nello stesso giorno e nei successivi.

Nel pomeriggio si apre una polemica sull’emendamento presentato da me con gli altri gruppi di maggioranza, tranne il PD, su Codice semplificato e lavoro a protezione crescente, a causa della presa di posizione nettamente contraria della sottosegretaria Bellanova, la quale ha escluso che le deleghe legislative contenute in questo provvedimento possano toccare la materia dei licenziamenti e l’articolo 18 St. lav. La capogruppo PD Parente esplicita pubblicamente il rifiuto di quel mio emendamento, nonostante che esso intenda costituire una pura e semplice attuazione dell’impegno assunto con la “premessa” al decreto-legge Poletti, fatta propria un mese e mezzo fa dal Governo e accettata da tutta la maggioranza. Rilascio in proposito una dichiarazione all’Agenzia Adn Kronos. Secondo Annamaria Parente sarebbe “responsabilità di tutta la maggioranza non cambiare [rispetto al contenuto dell’articolo 4 del disegno di legge] e tenere fede all’indirizzo di delega”; ma la stessa capogruppo PD non può essersi dimenticata, a meno di due mesi di distanza, che su questo punto specifico del Codice semplificato e del contratto a protezione crescente la maggioranza ha raggiunto un accordo molto preciso, successivo alla presentazione del disegno di legge-delega e quindi naturalmente integrativo rispetto al suo contenuto: accordo che è stato addirittura tradotto in testo legislativo – sia pure in forma puramente programmatica – con l’approvazione di entrambi i rami del Parlamento.

Domenica 29 giugno – Il Corriere della Sera pubblica una mia Lettera aperta al PD, nella quale ricordo agli amici e colleghi democratici il contenuto degli impegni assunti e confermati pubblicamente dal loro partito per almeno cinque volte negli ultimi sei mesi in tema di Codice semplificato e di contratto di lavoro a protezioni crescenti.

4. ILLUSTRAZIONE DEGLI EMENDAMENTI

Martedì 1° luglio, h. 11 – Sono presenti, oltre alla sottosegretaria Villanova, tutti i membri della Commissione, tranne quelli di SEL e di Forza Italia. In apertura dei lavori il presidente propone che, per riservare una maggiore quantità di tempo alla discussione di ciascun emendamento in fase di voto, in sede di illustrazione  ciascun presentatore esponga, pur senza limiti di tempo per i singoli interventi, il contenuto dell’insieme dei propri emendamenti. Intervengo per primo, esponendo contenuto e significato complessivo degli emendamenti a mia prima firma, con particolare attenzione a quelli riferiti all’articolo 4, in materia di Codice semplificato e di contratto di lavoro a protezioni crescenti (il senso del mio intervento è essenzialmente quello della lettera aperta al PD di domenica). Segue l’intervento della senatrice Gatti (PD), che illustra i propri emendamenti tendenti all’estensione del campo di applicazione degli ammortizzatori sociali, a rendere volontaria la partecipazione dei fruitori di sostegno del reddito a iniziative di pubblica utilità, a una regolazione molto protettiva per la prevenzione delle “dimissioni in bianco”, alla soppressione della disposizione dell’articolo 4 che amplia il campo di applicazione dei buoni-lavoro; manifesta infine grave preoccupazione riguardo all’introduzione del salario orario minimo, di cui teme un effetto depressivo sui livelli salariali generali. Prende quindi la parola la capogruppo PD Parente, sottolineando in apertura la necessità di tenersi il più possibile aderenti al testo originario del disegno di legge; richiama quanto detto dalla senatrice Gatti circa la necessità di chiarire meglio i contenuti della delega in materia di lavoro accessorio, di salario orario minimo e di prevenzione delle dimissioni in bianco; sottolinea l’importanza dell’estensione del campo di applicazione del sistema degli ammortizzatori sociali al lavoro autonomo; afferma che la delega contenuta nell’articolo 4 non comporta alcuna modifica della disciplina della disciplina del contratto di lavoro ordinario a tempo indeterminato, bensì soltanto l’introduzione di un “contratto di inserimento a protezione crescente”, come nuovo tipo contrattuale (non chiarisce, però, come questo si concilii con la semplificazione del diritto del lavoro, che dovrebbe costituire l’intendimento fondamentale della legge delega e del decreto delegato). Stefano Lepri (PD) illustra i propri emendamenti in materia di servizi per l’impiego e di agenzia nazionale deputata a coordinare l’attività regionale in proposito; quanto alla questione del contratto a protezione crescente, indica come possibile punto di intesa tra le forze di maggtioranza il proprio emendamento tendente ad avviare questo nuovo tipo di contratto in via sperimentale per favorire l’occupazione dei giovani e di chi abbia perso il lavoro; e richiama in proposito l’impegno assunto dalla maggioranza con la “premessa” al decreto Poletti. Segue l’intervento del senatore Pagano (NCD), il quale spiega i motivi per cui il suo partito appoggia i miei emendamenti all’articolo 4 e in particolare quelli in materia di Codice semplificato e di contratto a protezione crescente, auspicando che da parte del PD si manifesti una maggiore disponibilità su questo punto, che costituisce adempimento di un impegno assunto concordemente in occasione della discussione del decreto Poletti. È la volta del senatore Puglia (M5S), il quale – valorizzando le proprie competenze professionali di consulente del lavoro – svolge un intervento eminentemente tecnico per illustrare i propri emendamenti in materia di trattamento della disoccupazione (articolo 2), di libretto elettronico dell’apprendista come strumento di semplificazione della gestione di questo rapporto speciale e quindi di sua promozione, di soppressione del registro infortuni con estensione alle aziende private del sistema di denuncia prevista per gli enti pubblici, di accredito automatico della contribuzione volontaria (articolo 3), di applicazione del minimo contributivo alle collaborazioni continuative autonome, comprese quelle a progetto (articolo 4), di tutela delle lavoratrici in situazione di maternità a rischio con alleggerimento degli adempimenti a loro carico, di armonizzazione delle detrazioni fiscali per coniuge a carico, benefici per le famiglie più numerose in materia di RC auto e di accesso agli spettacoli finanziati con risorse pubbliche, di t.f.r. e previdenza complementare (articolo 5), sottolineando conclusivamente l’intendimento costruttivo e non ideologico di tutti questi suoi emendamenti. Si conferma, dunque, l’atteggiamento di non opposizione frontale del M5S, maturato dopo la discussione generale. La seduta viene aggiornata alle 14.30, con l’auspicio del presidente che l’illustrazione degli emendamenti possa concludersi entro le 15.30.

h. 14.30 – La seduta si apre con l’intervento di Nunzia Catalfo, la quale conferma l’approccio del M5S al disegno di legge già manifestato dal suo collega Puglia: una iniziativa emendativa volta essenzialmente al miglioramento tecnico del provvedimento, con gli obiettivi congiunti della maggiore efficienza delle amministrazioni (soprattutto attraverso un uso migliore dello strumento informatico), della semplificazione degli adempimenti per i datori di lavoro e della maggior sicurezza e benessere delle persone che lavorano, della riduzione del numero dei tipi contrattuali; richiama inoltre, sottolineandone l’importanza strategica,  l’emendamento presentato in materia di reddito minimo di cittadinanza.  Interviene quindi il senatore Barozzino (SEL), criticando il carattere di “delega in bianco” proprio del disegno di legge, denunciando la situazione di grave difficoltà delle famiglie più povere per effetto della crisi e indicando come obiettivo fondamentale degli emendamenti presentati il rafforzamento degli strumenti di sicurezza sociale, la protezione della dignità delle persone nei luoghi di lavoro. Segue l’intervento dl senatore Berger (SVP), il quale espone la posizione più aperta agli emendamenti a favore del varo del Codice semplificato e del contratto a protezione crescente; e illustra i propri emendamenti volti essenzialmente alla riduzione del carico burocratico per le imprese: tra questi in particolare quello tendente a vietare all’amministrazioni pubbliche di chiedere al cittadino informazioni o documenti dei quali esse già dispongono. I servizi per l’impiego e in particolare l’Agenzia nazionale destinata a coordinarli costituiscono l’oggetto principale dell’intervento di Stefania Pezzopane (PD), la quale illustra diversi emendamenti gradatamente mirati a sollevare la questione della stabilizzazione degli addetti a termine dei Centri per l’Impiego; e ipotizza il loro assorbimento da parte della nuova Agenzia, nonché, nell’attesa, la necessità di una proroga dei loro contratti.

Mercoledì 2 luglio – La Commissione si riunisce alle 14.30 per la conclusione della fase di illustrazione degli emendamenti. Il primo intervento è di Rita Ghedini (PD), la quale, in materia di Cassa integrazione, manifesta la propria preferenza per un sistema che agisca sulle aliquote contributive, piuttosto che sulle franchigie a carico delle imprese, in funzione di filtro contro gli abusi; in materia di politiche attive del lavoro sottolinea che gli emendamenti presentati dal PD mirano a sciogliere i dubbi di costituzionalità sollevati dalla Commissione Affari Costituzionali sul testo originario del disegno di legge; in riferimento alla materia più “calda”, quella dell’articolo 4, R.G. illustra alcuni tra gli emendamenti dei senatori democratici, richiamando quanto già espresso dalla capogruppo Parente sul contratto a protezione crescente, che deve essere intesa come tipo contrattuale nuovo e diverso rispetto a quello del contratto ordinario a tempo indeterminato, a carattere marcatamente sperimentale: questo la induce a preferire la piena aderenza al testo originario dell’articolo; sulla prospettiva di estensione dell’assicurazione contro la disoccupazione ai lavoratori autonomi, osserva che se questa estensione dovesse avvenire in forma assicurativa, ciò implicherebbe necessariamente un carico contributivo eccessivo, che spiazzerebbe la maggior parte dei soggetti interessati. Segue l’intervento di Nicoletta Favero (PD), dedicato a una considerazione generale sulla ragion d’essere del disegno di legge governativo nel contesto economico attuale; la senatrice si sofferma in particolare sulle questioni del basso tasso di occupazione femminile, della divisione del lavoro di cura in seno alle famiglie, sottolineando che per la promozione del lavoro delle donne occorre aumentarne gli spazi di flessibilità. Prende per ultima la parola la senatrice Bencini (ex-M5S, ora Gruppo Misto) che manifesta piena condivisione di numerosi emendamenti, sia di opposizione sia di maggioranza. Si chiude così la fase di illustrazione degli emendamenti (senza interventi né di Forza Italia, né della Lega).

Il presidente informa la Commissione del fatto che, secondo il calendario approvato dalla Conferenza dei Capigruppo di ieri, la discussione in Aula su questo disegno di legge avrà inizio martedì 16 luglio. La Commissione è dunque riconvocata su questo provvedimento martedì 8 alle 11.30, per l’inizio della votazione degli emendamenti.

5. IL VOTO SUGLI EMENDAMENTI

Martedì 8 luglio, h. 8 – Nella sala Cavour di Palazzo Madama si riuniscono i capigruppo della maggioranza in Commissione con il ministro Poletti, la sottosegretaria Bellanova e il presidente del Gruppo PD Zanda. Emerge subito che il Governo ha necessità di tempo ulteriore per poter elaborare una proposta di soluzione di merito sulla questione del Codice semplificato e del contratto a protezione crescente. Si conviene di procedere all’esame degli emendamenti sugli articoli 1, 2, 3 e 5, accantonando per qualche giorno l’articolo 4, i cui emendamenti verranno votati martedì 15. Sull’articolo 1 il Governo preannuncia il parere negativo su tutti gli emendamenti, salvi tre presentati da senatori PD e due presentati da Lega e M5S, previa riformulazione. Sull’articolo 2 preannuncia il parere negativo su tutti gli emendamenti tranne due presentati da senatori PD e uno presentato dal M5S; si concorda però la riformulazione di un emendamento all’articolo 2 Ichino Berger Mauro sul contratto di ricollocazione. Il senatore Berger (SVP) chiede e ottiene che venga accolto l’emendamento contenente la “clausola di salvaguardia” in riferimento alle competenze statutarie delle Province autonome di Trento e Bolzano.

5.1. Articoli 1, 2, 3, 5

H. 11.30 – In apertura della sessione della Commissione Lavoro, il presidente avverte che ha ritenuto inammissibili tutti gli emendamenti che prevedono l’inserimento nel disegno di legge di disposizioni aggiuntive in materia previdenziale, per estraneità alla materia del provvedimento. Assegna inoltre il termine di un’ora per la presentazione della nuova formulazione di emendamenti che siano stati bocciati dalla Commissione Bilancio per difetto di copertura finanziaria. La  senatrice Catalfo (M5S), sorprendentemente, annuncia il ritiro del proprio emendamento (2.34, che tende a escludere dalle competenze della nuova Agenzia quella in materia di gestione dell’ASpI), che il Governo ha altrettanto sorprendentemente annunciato, in via informale, di voler accogliere [osservazione mia: se vogliamo stabilire uno stretto collegamento tra politiche attive e passive del lavoro, la disposizione contenuta nell’articolo 2 del disegno di legge è di importanza cruciale; è davvero incomprensibile che il Governo sia disponibile a tornare indietro su questo punto; resta poi da spiegare lo stop and go del M5S su questo punto]. La seduta viene quindi sospesa, in attesa del nuovo parere della Commissione Bilancio sugli emendamenti riformulati: riprenderà alle 16.30.

H. 12.20 – Tornano a riunirsi i capigruppo in Commissione della maggioranza, con la partecipazione della sottosegretaria Bellanova, per l’esame degli emendamenti all’articolo 3. Il Governo preannuncia il proprio parere negativo su tutti gli emendamenti, tranne che sull’emendamento Gatti e altri (PD) in materia prevenzione delle dimissioni in bianco (3.30). In proposito faccio osservare che ho a mia volta presentato un emendamento su questa materia (4.49), ma in riferimento all’articolo 4 in materia di disciplina del rapporto contrattuale. Su proposta del presidente, questi emendamenti vengono accantonati per essere trattati unitariamente; si chiede al Governo di proporre una riformulazione che faccia salvi i principi della massima possibile semplificazione e della prevenzione efficace delle frodi. A seguito di ampia discussione, il Governo accetta, con riformulazione, gli emendamenti Berger 3.19 in materia di riordino dei termini di prescrizione dei crediti di lavoro; Berger 3.24 contenente il divieto per le amministrazioni pubbliche di chiedere ai cittadini dati dei quali esse siano già in possesso; Ichino 3.41 in materia di riordino e semplificazione della disciplina della corresponsabilità solidale tra committente e appaltatore per i crediti di lavoro; Ghedini 3.44 in materia di prevenzione del lavoro sommerso; Fucksia 3.0.3 in materia di forma e tenuta del registro infortuni. Si passa quindi all’esame degli emendamenti all’articolo 5, in relazione ai quali il Governo preannuncia il parere favorevole soltanto sull’emendamento Parente 5.77, che prevede la sostituzione della parola “maternità” con “genitorialità”. Su richiesta del presidente Sacconi, il Governo si riserva un riesame dell’emendamento Pagano 5.67 in materia di facilitazione dei servizi alla famiglia e conciliazione dei tempi di lavoro e di cura.

H. 16.30 – La Commissione Bilancio potrà esaminare la riformulazione degli emendamenti soltanto domattina. La Commissione Lavoro accantona dunque l’articolo 1 e procede all’esame degli emendamenti all’articolo 2. Vengono approvati: l’emendamento Berger 2.2, contenente la consueta clausola di salvaguardia dell’autonomia delle Province di Trento e Bolzano, e l’emendamento Munerato e Catalfo 2.4-2.5 (perfezionamento tecnico); respinti o ritirati gli altri emendamenti esaminati; accantonati quelli la cui procedibilità dipende dalla Commissione Bilancio. Si passa quindi all’articolo 3. Vengono approvati gli emendamenti Fucksia 3.1 e Parente 3.10 (entrambi di perfezionamento tecnico). Viene accantonato l’articolo 4; si passa dunque all’articolo 5, in relazione al quale vengono respinti o dichiarati improcedibili gli emendamenti fino al 5.27. In attesa dei pareri della Commissione Bilancio, che consentiranno l’esame di gran parte degli emendamenti accantonati, la seduta viene sciolta con rinvio a domani mattina subito dopo la sessione dell’Aula, che si prevede di breve durata.

H. 18.30 -La senatrice Serenella Fucksia (M5S) annuncia la propria sottoscrizione degli emendamenti Ichino 4.2 e 4.3 in materia di Codice semplificato del lavoro e contratto a protezione crescente.

Mercoledì 9 luglio mattina – In conseguenza dell’andamento dei lavori d’Aula la sessione della Commissione Lavoro viene rinviata alle 15. Nel frattempo la Commissione Bilancio fornisce tutti i pareri richiesti sugli emendamenti accantonati.

5.2. Articolo 1

h. 15 – I lavori riprendono con l’esame degli emendamenti all’articolo 1, che ieri era stato accantonato. Vengono dichiarati improcedibili (in conseguenza del parere contrario della Commissione Bilancio  ex art. 81 Cost.) o respinti gli emendamenti da 1.1 a 1.16. Quest’ultimo emendamento, a mia firma, era mirato alla riduzione del contributo per la Cig oggi determinato intorno al 3 per cento – che, a regime, ha fatto registrare tra il 1997 e il 2007 un forte attivo strutturale – “in funzione del tendenziale pareggio di bilancio”: per ora questa vera e propria tassa sul lavoro manifatturiero non viene eliminata. Vengono accolti gli emendamenti Fucksia 1.17 (tendente a promuovere l’uso di strumenti telematici e digitali nell’attivazione della Cig) e Munerato 1.18 (che prevede in proposito l’attivazione di “strumenti certi ed esigibili”). Respinti o dichiarati improcedibili gli emendamenti da 1.19 a 1.3o. Approvato con riformulazione l’emendamento Lepri 1.31 (previsione della possibilità di destinare una parte dei fondi stanziati per la Cig al finanziamento dei contratti di solidarietà). Respinti, ritirati o dichiarati improcedibili gli emendamenti da 1.32 a 1.36. Approvato con riformulazione l’emendamento D’Adda 1.36. Respinti ritirati o dichiarati improcedibili gli emendamenti da 1.39 a 1.56. Approvato l’emendamento Munerato 1.57  (termine per l’avvio dei fondi). Respinti o dichiarati improcedibili gli emendamenti da 1.58 a 1.71.

H. 16.45 – Pausa tecnica per lo svolgimento di funzioni personali non delegabili.

H. 16.55 – Vengono respinti ritirati o dichiarati improcedibili gli emendamenti da 1.72 a 1.85. Vengono accantonati gli emendamenti da 1.87 a 1.94, in tema di “reddito di ultima istanza”, sui quali il Governo si riserva un riesame. Respinti ritirati o dichiarati improcedibili gli emendamenti da 1.95 a 1.110. Approvato l’emendamento Parente (PD) 1.111 in materia di condizionalità del trattamento ASpI. Respinti, ritirati o dichiarati improcedibili gli emendamenti da 1.112 a 1.118. Approvato l’emendamento Pagano (NCD) 1.119 sull’apparato sanzionatorio. Respinti, ritirati o dichiarati improcedibili tutti gli emendamenti ulteriori all’articolo 1.

5.3. Articolo 2

Si passa quindi all’esame degli emendamenti all’articolo 2 non esaminati nella giornata di ieri. Vengono respinti, ritirati o dichiarati improcedibili gli emendamenti da 2.9 a 2.32. All’esito di un’ampia discussione sui limiti della legislazione statale in materia di servizi per l’impiego, nel contesto costituzionale attuale, viene approvato con la riformulazione proposta dal Governo l’emendamento Munerato (Lega) 2.32, tendente ad attribuire alla nuova Agenzia “di” (non “delle”) funzioni gestionali in materia di politiche attive del lavoro. Vengono respinti, ritirati o dichiarati improcedibili gli emendamenti da 2.33 a 2.40. Accolto con la riformulazione proposta dal Governo l’emendamento Parente (PD) 2.41. Respinti, ritirati o dichiarati improcedibili gli emendamenti da 2.42 a 2.44. Approvati gli emendamenti del Relatore 2.100 e 2.200 (perfezionamento tecnico). Si decide di accantonare tutti gli emendamenti aventi per oggetto: a) la condizionalità del sostegno del reddito dei disoccupati; b) la cooperazione tra servizio pubblico e agenzie private mediante voucher e in particolare il contratto di ricollocazione. Approvati gli emendamenti identici Pezzopane (PD) 2.53, Marinello (NCD) 2.54 e Pagano (NCD) 2.55 mirati alla valorizzazione del ruolo degli enti bilaterali nel settore dei servizi per l’impiego; l’emendamento Parente (PD) 2.61 (perfezionamento formale); con riformulazione, l’emendamento Ghedini 2.68, che in qualche modo anticipa la riforma dell’art. 117 Cost sulle competenze statali in materia di definizione degli standard dei servizi per l’impiego; con riformulazione proposta dal Governo, l’emendamento Pagano 2.79 in materia di fascicolo elettronico relativo alla vita attiva del lavoratore (a questo proposito si svolge una lunga discussione sulle modalità di pubblicazione on line dei dati su domanda e offerta di lavoro). Gli altri emendamenti all’articolo 2 – tranne quelli accantonati – sono tutti respinti, ritirati o dichiarati improcedibili. Alle 18.40 la seduta termina: la Commissione è riconvocata per domani alle 9.30.

5.4. Articolo 3

Giovedì 10 luglio, 9.30 – I lavori riprendono con l’esame degli emendamenti all’articolo 3 non ancora esaminati. Vengono accantonati tre emendamenti Puglia (M5S) in tema di registro infortuni, 3.14 3.15 e 3.16, per dar tempo al Governo di studiarli più approfonditamente ed eventualmente proporre una riformulazione che consenta di accoglierne il contenuto essenziale. Vengono ritirati, dichiarati improcedibili o respinti gli emendamenti da 3.17 a 3.23. Viene approvato un importante emendamento a firma Berger e Ichino, 3.24, che prevede che venga ribadito e precisato il divieto per le amministrazioni pubbliche di richiedere ai cittadini dati dei quali esse siano già in possesso. Vengono ritirati, dichiarati improcedibili o respinti gli emendamenti da 3.25 a 3.29. Accantonato l’emendamento Gatti (PD) 3.30 in materia di dimissioni del prestatore di lavoro: materia sulla quale sono stati presentati emendamenti anche all’articolo 2 e all’articolo 4. Vengono ritirati, dichiarati improcedibili o respinti gli emendamenti da 3.31 a 3.39. Accantonati gli emendamenti Ghedini (PD) 3.40 in materia di interoperabilità dei sistemi informativi, Ichino 3.41 e Pagano (NCD) 3.42 in materia di responsabilità solidale negli appalti per i debiti contributivi e retributivi. Vengono ritirati, dichiarati improcedibili o respinti gli emendamenti da 3.43 a 3.45. Accantonato l’emendamento Bencini (ex-M5S, ora Gruppo Misto) 3.46 in materia di semplificazione del libro unico del lavoro. Vengono ritirati, dichiarati improcedibili o respinti gli emendamenti da 3.47 a 3.0.2. Accantonato per riesame l’emendamento Fucksia (M5S) 3.0.3 in materia di vidimazione del registro infortuni. Completato così l’esame degli emendamenti all’articolo 3, la seduta viene sospesa per un quarto d’ora.

5.5. Articolo 5

H. 11 – La seduta riprende con l’esame degli emendamenti all’articolo 5 non ancora esaminati. Vengono ritirati, dichiarati improcedibili o respinti gli emendamenti da 5.12 a 5.28. Viene accolto l’emendamento Orellana (ex-M5S, ora Gruppo Misto) 5.29, con integrazione proposta da Ichino. Vengono ritirati, dichiarati improcedibili o decaduti, o respinti, gli emendamenti da 5.30 a 5.40  (con lunga discussione sull’emendamento Catalfo 5.32 sull’allungamento del periodo di astensione dal lavoro per la madre di bambino nato prematuro). Viene accantonato per approfondimento l’emendamento Munerato 5.41 che prevede l’introduzione della possibilità di cessione, da parte di un lavoratore, della parte di ferie eccedente il minimo stabilito da legge o norma sovranazionale a un collega, dipendente dalla stessa azienda, genitore di figlio minore affetto da grave patologia o handicap. Vengono ritirati, dichiarati improcedibili o decaduti, o respinti gli emendamenti 5.42 e 5.43. Approvati gli emendamenti identici Pagano (NCD), Gasparri (FI), Favero (PD) 5.44-46, a sostegno dei fondi o enti bilaterali. Vengono ritirati, dichiarati improcedibili o decaduti, o respinti gli emendamenti da 5.47 a 5.52. Approvati con accorpamento e riformulazione gli emendamenti Mauro 5.53 e Pagano 5.57 (flessibilità dei congedi parentali, compatibilmente con le esigenze organizzative delle imprese). Approvato l’emendamento Parente 5.54 (perfezionamento tecnico). Vengono ritirati, dichiarati improcedibili o decaduti, o respinti gli emendamenti 5.55 e 5.66. Accantonato l’emendamento Pagano 5.67 volto a consentire la flessibilità dell’organizzazione del lavoro nel settore dei servizi alla famiglia forniti da cooperative di lavoro. Vengono ritirati, dichiarati improcedibili o decaduti, o respinti gli emendamenti da 5.68 a 5.76. Accantonato l’emendamento Parente 5.77 tendente a sostituire la parola “genitorialità” a “maternità” nella rubrica dell’articolo 5. Vengono ritirati, dichiarati improcedibili o decaduti, o respinti gli emendamenti da 5.0.1 a 5.0.7, salvo l’accantonamento dell’emendamento Gasparri Berger 5.0.6 in materia di collaborazioni familiari occasionali. Si è così completato l’esame degli emendamenti all’articolo 5. La Commissione riprenderà il lavoro martedì 15 luglio.

5.6. Ritorno sugli emendamenti accantonati (tranne quelli all’articolo 4)

Martedì 15 luglio, h. 14.30 – La riunione viene sconvocata, ufficialmente per sovrapposizione con assemblee di gruppo, ma sostanzialmente perché l’allungamento dei tempi della discussione sulla riforma costituzionale costringe a rinviare a settembre l’esame del disegno di legge-delega sul lavoro in Aula: anche i tempi di discussione in Commissione dunque possono allungarsi, dando modo a Governo e maggioranza di sciogliere con calma il nodo cruciale dell’articolo 4.

Mercoledì 16 luglio, h. 15 – In apertura della sessione il Governo presenta, in riferimento a ciascuno degli emendamenti accantonati (tranne quelli relativi all’articolo 4) una propria proposta di riformulazione, oppure il parere contrario o richiesta di ritiro. Queste le proposte di riformulazione:

Guerra e altri (PD) 1.87, in materia di reddito minimo di inserimento: la proposta conserva le linee essenziali dell’emendamento;

Munerato (Lega) 1.07 e Catalfo (M5S) 1.08, in materia di condizionalità del sostegno del reddito alle persone disoccupate: la proposta conserva le linee essenziali dell’emendamento;

Guerra e altri 2.45, in materia di collocamento delle persone disabili: la proposta conserva le linee essenziali dell’emendamento;

Ichino e altri 2.51, in materia di contratto di ricollocazione: la proposta conserva le linee essenziali dell’emendamento;

Catalfo e altri 2.83, in materia di semplificazione amministrativa e impiego delle tecnologie informatiche: la proposta conserva le linee essenziali dell’emendamento;

Gatti e altri (PD) 3.30, Zizza (FI) Fucksia (M5S) e altri 3.39, Ichino e altri 4.49,  in materia di disciplina delle dimissioni del lavoratore/trice e prevenzione delle dimissioni in bianco: “Prevedere modalità semplificate per garantire data certa nonché l’autenticità della manifestazione di volontà del lavoratore in relazione alle dimissioni o alla risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, anche tenuto conto della necessità di assicurare la certezza della cessazione del rapporto nel caso di comportamento concludente del lavoratore”.

Il Governo presenta inoltre un emendamento a carattere additivo all’articolo 1, comma 2, lettera a), in materia di riordino e razionalizzazione della disciplina dei contratti di solidarietà. Di tutti gli altri emendamenti accantonati agli articoli 1, 2, 3 e 5, che non possano considerarsi assorbiti in quelli accettati con riformulazione, il Governo chiede ai presentatori il ritiro, esprimendo per il caso contrario parere negativo. Essendo imminente l’inizio dei lavori d’Aula, il presidente della Commissione invita i presentatori degli emendamenti a considerare le riformulazioni proposte dal Governo o la proposta di ritiro, rinviando alla settimana prossima per il voto sugli emendamenti riformulati e quelli eventualmente non ritirati. La seduta è tolta alle 15.55.

Mercoledì 23 luglio – La seduta della Commissione Lavoro, convocata per le tre, è sconvocata per mancanza dei pareri della Commissione Bilancio sulle riformulazioni degli emendamenti proposte dal Governo e accettate dai proponenti.

Mercoledì 30 luglio – La seduta della Commissione Lavoro, convocata per le tre, è sconvocata per la sovrapposizione con la seduta-fiume dell’Aula sulla riforma costituzionale.

Giovedì 4 settembre, h. 8.30 – La Commissione riprende il lavoro sul disegno di legge-delega dopo la pausa estiva, nel corso della quale il dibattito su questa riforma è proseguito sui media (le mie interviste: 14 agosto a Repubblica17 agosto all’Agenzia ADN Kronos; 27 agosto al Foglio). Siamo ancora in attesa dei pareri della Commissione Bilancio su numerosi emendamenti agli articoli 1,2,3 e 5, per  i quali è pertanto necessario ancora un rinvio. E non è ancora sciolto il nodo dell’articolo 4. Possono essere esaminati i pochi emendamenti maturi per il voto. Viene discusso e respinto l’emendamento Puglia (M5S) 1.53 in materia di destinazione di fondi interprofessionali a finanziamento della Cassa integrazione nei settori che ne sono privi. Vengono ritirati, a seguito di parere negativo del Governo, gli emendamenti: Parente (PD) 2.50; Puglia 3.14 in materia di vidimazione del registro infortuni; Puglia 3.15 in materia di sostituzione del registro infortuni con la denuncia; Puglia 3.16 sulla stessa materia; Bencini (Misto) 3.32 in materia di revisione del sistema delle sanzioni e della diffida; Ichino 3.41 in tema di armonizzazione della disciplina della responsabilità solidale negli appalti; Pagano 3.42 sulla stessa materia; Puglia 3.0.4 in materia di comunicazione da parte dell’Inail al datore di lavoro dell’aliquota contributiva; Munerato 5.41 in materia di cessione tra dipendenti di una stessa azienda delle ferie annuali. Viene invece approvato l’emendamento Parente 5.77, sulla rubrica dell’articolo 5, secondo la riformulazione del Governo. La prosecuzione dell’esame del disegno di legge viene rinviata a giovedì 11 settembre, stante l’impedimento del Governo a partecipare alle sedute di martedì 9 e mercoledì 10.

Giovedì 11 settembre, h. 8.30 – La seduta si apre con l’esame degli emendamenti accantonati all’articolo 1 e l’approvazione dell’emendamento del Governo 1.1000,  che prevede la revisione dell’ambito di applicazione e della disciplina dei contratti di solidarietà. Vengono invece respinti (o considerati assorbiti in emendamenti respinti) gli emendamenti: Catalfo (M5S) 1.86, in materia copertura contributiva figurativa per persone in situazione di disoccupazione; Catalfo 1.88, in materia di trattamento di disoccupazione di natura assistenziale; Catalfo 1.93 e 1.94 sulla stessa materia;  Barozzino (Misto SEL) 1.95 e Bencini (Misto) 1.96, sulla stessa materia. Viene quindi approvato l’emendamento Catalfo 1.108, che prevede “la definizione di criteri oggettivi e uniformi volti a garantire la condizionalità tra fruizione dell’ASpI e la partecipazione obbligatoria a programmi di politica attiva del lavoro”.
Si passa all’esame degli emendamenti accantonati riferiti all’articolo 2. Vengono approvati gli emendamenti:
Guerra (PD) 2.45 nella riformulazione proposta dal Governo, che prevede la “razionalizzazione e revisione delle procedure e degli adempimenti in materia di inserimento mirato delle persone con disabilità […] e degli altri soggetti aventi diritto al collocamento obbligatorio”;
Ichino 2.51, nella riformulazione proposta dal Governo, che prevede l’introduzione nel decreto delegato di “principi di politica attiva del lavoro che prevedano la promozione di un collegamento tra misure di sostegno al reddito della persona inoccupata o disoccupata e misure volte al suo inserimento nel tessuto produttivo, anche attraverso la conclusione di accordi per la ricollocazione che vedano come parte le agenzie per il lavoro o altri operatori accreditati, con obbligo di presa in carico, e la previsione di adeguati strumenti e forme di remunerazione, proporzionate alla difficoltà di collocamento, a fronte dell’effettivo inserimento almeno per un congruo periodo, a carico di fondi regionali a ciò destinati”;
Catalfo 2.83, in tema di “semplificazione amministrativa in materia di politica attiva, con l’impiego delle tecnologie informatiche, secondo le regole tecniche in materia di interoperabilità e scambio dei dati”. 
Sull’articolo 3 viene approvato il solo emendamento Gatti 3.30, che prevede che vengano stabilite “modalità semplificate per garantire la data certa nonché l’autenticità della manifestazione di volontà del lavoratore in relazione alle dimissioni o alla risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, anche tenuto conto della necessità di assicurare la certezza della cessazione del rapporto nel caso di comportamento concludente in tal senso del lavoratore”. Ritirati o respinti tutti gli altri emendamenti a questo articolo in precedenza accantonati.
Sull’articolo 5 viene approvato all’unanimità l’emendamento Munerato (Lega) 5.41, che prevede il “riconoscimento, compatibilmente con il diritto ai riposi settimanali e alle ferie annuali retribuite, della possibilità di cessione fra lavoratori dipendenti dello stesso datore di lavoro di tutti o parte dei giorni di riposo aggiuntivi spettanti in base al contratto collettivo nazionale in favore del lavoratore genitore di figlio minore con necessità di presenza fisica e cure costanti per le particolari condizioni di salute”. Ritirati o respinti dutti gli altri emendamenti a questo articolo in precedenza accantonati.
Sull’articolo 6 vengono approvati due emendamenti di rito del Relatore, 6.100 e 6.200, in materia di oneri finanziari derivanti dall’attuazione delle deleghe. Inoltre l’emendamento Panizza 6.7, di salvaguardia delle competenze delle Regioni a statuto speciale e Province autonome di Trento e Bolzano. Ritirati o respinti dutti gli altri emendamenti a questo articolo in precedenza accantonati.
L’esame degli emendamenti all’articolo 4 è rinviato a martedì 16 settembre. Si prevede la conclusione del lavoro della Commissione entro mercoledì 17 e l’inizio dell’esame del disegno di legge in Aula il 23 o (più probabilmente) il 24 settambre, con la prospettiva del voto finale in prima lettura entro la fine del mese, o i primi di ottobre.

5.7. Articolo 4

Martedì 16 settembre, h. 14 – È ancora in corso l’elaborazione dell’emendamento del Governo sostitutivo dell’articolo 4 del disegno di legge, in tema di Codice semplificato e contratto a tempo indeterminato a protezione crescente. La discussione in proposito viene dunque rinviata a domani, mentre la Commissione procede sugli altri punti all’ordine del giorno (parere sui disegni di legge assestamento 2014 e rendiconto 2013 e d.d.l. 1558 recante la sesta “salvaguardia esodati” in riferimento alla riforma pensionistica del dicembre 2011).

Mercoledì 17 settembre, h. 8 – Riunione dei capigruppo di maggioranza – Nello studio del Presidente della Commissione il ministro del Lavoro incontra i capigruppo della  maggioranza per illustrare l’emendamento del Governo, integralmente sostitutivo dell’articolo 4. Su questo emendamento, frutto del lavoro e dei negoziati di tutta la giornata e serata di ieri, tutti esprimono consenso, salvo alcuni piccoli aggiustamenti che vengono immediatamente apportati.
h. 8.30 – Seduta della Commissione – Il Presidente annuncia la presentaione dell’emendamento 4.1000 del Governo e dà termine per la presentazione dei subemendamenti alle 14 di oggi, in modo che la Commissione Bilancio possa esaminare il tutto entro il pomeriggio e la discussione possa riprendere domani mattina.

Giovedì 18 settembre, h. 13.30 – La Commissione torna a riunirsi, avendo acquisito i pareri della Commissione Bilancio sull’emendamento 4.1000 del Governo e i 62 subemendamenti che sono stati presentati entro le 14 di ieri. Il Presidente invita i presentatori all’illustrazione dei rispettivi subemendamenti. La sen. Catalfo (M5S) chiede al Governo un chiarimento su che cosa si debba intendere, nell’emendamento del Governo, per “protezione crescente”; inoltre a quale modifica della disciplina dei controlli a distanza pensi il Governo. Il sen. Barozzino (SEL) si associa alla richiesta della sen. Catalfo. Il sen. Puglia (M5S) illustra gli emendamenti presentati dal suo Gruppo, ponendo – in riferimento all’emendamento del Governo – un interrogativo circa l’ammissibilità di una delega al Governo di estensione così ampia; manifesta grave preoccupazione per l’espressione “protezioni crescenti”, osservando c0me questo concetto implichi anche che le tutele possano essere viste come “decrescenti”, e, più in generale, che esse costituiscano un optional, che può esserci o non esserci a seconda delle circostanze; svolge osservazioni analoghe in riferimento alla parte dell’emendamento riguardante i controlli e distanza e il mutamento di mansioni; afferma infine che tutele sono per loro natura non contrattabili, attenendo a diritti fondamentali della persona; svolge infine osservazioni critiche sulla parte dell’emendamento del Governo relativa ai servizi ispettivi, illustrando i subemendamenti presentati in proposito. Per concludere, il sen. Puglia osserva che le dichiarazioni di alcuni membri della Commissione agli organi di stampa lascino pensare che il testo del decreto attuativo della delega ci sia già e venga tenuto nascosto al Parlamento. Il sen. Ichino illustra i propri due subemendamenti, di cui uno, relativo alla rubrica dell’articolo 4, meramente formale; l’altro, relativo alla delega in materia di mutamento di mansioni, contenente una precisazione e un aggiustamento tecnico; risponde al collega Puglia dichiarando di non avere notizia di alcun testo segreto di decreto legislativo di attuazione della delega già esistente, ma aggiungendo che non vedrebbe alcunché di male nel fatto che il lavoro di preparazione delle bozze di decreto legislativo procedesse in parallelo rispetto all’iter parlamentare del disegno di legge. La sen. Paglini interviene qualificando come inammissibile la delega delineata nell’emendamento del Governo, per eccessiva genericità e ampiezza della discrezionalità che viene attribuita all’Esecutivo. Segue un acceso diverbio tra il sen. Barozzino e il presidente Sacconi sullo svolgimento del dibattito. Non essendovi altri membri della Commissione iscritti a parlare, il presidente dà la parola al rappresentante del Governo Sottosegretaro Bellanova; la quale sottolinea il carattere fortemente ambizioso del disegno di riforma del diritto e del mercato del lavoro delineato nel disegno di legge in esame e in particolare nell’articolo 4; sottolinea l’esigenza di semplificazione e riordino della disciplina del lavoro, cui risponde la previsione del testo unico organico semplificato; quanto alla materia dei licenziamenti, sottolinea le parole “tutele” e “a tempo indeterminato”: il Governo è impegnato a scommettere sul rilancio del contratto di lavoro stabile, anche con la riduzione del cuneo fiscale e contributivo su questo tipo di contratto; dichiara di concordare con quanto il Presidente del Consiglio ha detto alla Camera e al Senato circa la necessità di provvedere su questa materia in tempi molto serrati, preferibilmente con legge ordinaria, ma – se le circostanze lo richiedessero – anche con decretazione d’urgenza; illustra poi il significato della norma sul salario minimo, che non intende in alcun modo “cannibalizzare” la contrattazione collettiva, e quello della norma sul controllo a distanza, reso indispensabile dall’evoluzione tecnologica verificatasi nei 44 anni che ci separano dall’emanazione dell’articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori nel suo testo originario; esprime parere contrario, o invito al ritiro, per tutti gli emendamenti diversi da quello del Governo e i subemendamenti. Prende quindi la parola il sen. Sacconi in veste di Relatore sul disegno di legge, ricordando come già il testo originario dell’articolo 4 in qualche misura incidesse sulla materia del licenziamento, su quella delle mansioni e su quella del controllo a distanza; quanto al significato della delega specifica in materia di recesso dal nuovo rapporto a tempo indeterminato a protezione crescente, sottolinea come essa contenga un principio preciso e apprezzabile, quello della correlazione tra intensità della tutela e l’anzianità di servizio della persona interessata; esprime parere corrispondente a quello del Governo su tutti gli emendamenti e subemendamenti, avvertendo tuttavia che presenterà una proposta di coordinamento di tutte le rubriche degli articoli del disegno di legge, in relazione agli emendamenti . approbvati.

Si passa dunque al voto degli emendamenti. Viene respinto l’emendamento Barozzino 4.1000.1 relativo al primo alinea dell’articolo 4. Interviene la sen. Catalfo per dichiarazione di voto su tutti gli emendamenti del M5S; lo stesso fa il sen. Barozzino, il quale accusa il Governo di populismo e cita una dichiarazione dell’on. Pierluigi Bersani che invita il Governo a sgombrare il campo da tutte le illazioni circa la prospettiva di eliminazione dell’articolo 18 St.lav.; dice di non aver mai visto un lavoratore che non faccia il proprio dovere, mentre con questo provvedimento si scaricano sui lavoratori tutte le colpe della crisi; cita una dichiarazione dell’on. Piero Fassino circa il fatto che il sen. Sacconi ama “entrare sugli avversari a gamba tesa”; invita il Presidente del Consiglio a incontrarsi con i lavoratori veri, nelle fabbriche vere. Al termine dell’intervento il sen. Barozzino annuncia che lascia l’aula della Commissione per protesta. Altrettanto fanno i senatori del M5S, tranne la sen. Fucksia. La senatrice Bencini (Misto) fa propri gli emendamenti del Gruppo M5S e del sen. Barozzino, che vengono quindi tutti messi in discussione e respinti. I sen. Berger, Ichino e Munerato accolgono l’invito del Governo al ritiro dei rispettivi emendamenti, riservandosi di ripresentarli in Aula. Viene invece approvato il subemendamento (di contenuto formale) presentato dal Relatore in conformità a una raccomandazione della Commissione Bilancio. Si passa quindi al voto sull’articolo 4, che viene approvato a maggioranza.

In riferimento ai numerosi ordini del giorno presentati, il Governo invita i membri della Commissione a ritirarli tutti e ripresentarli in Aula, per dare al Governo stesso il tempo per esaminarli in modo più approfondito.

Viene approvata la proposta di coordinamento formulata dal Relatore. Infine la Commissione approva il mandato al Relatore a riferire in Aula.

La seduta viene tolta alle 15.19.

 

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