L’INTERVISTA SULLA CRISI ISTITUZIONALE CHE IL “QUOTIDIANO NAZIONALE” HA CENSURATO

VEDO DUE GRAVI RESPONSABILITA’ DEL GOVERNO: SULLA POLITICA ECONOMICA E DEL LAVORO UN’INERZIA SCONCERTANTE, SUL PIANO ISTITUZIONALE UN’INSOFFERENZA INAMMISSIBILE DI BERLUSCONI PER IL SISTEMA COSTITUZIONALE DI BILANCIAMENTO TRA I POTERI STATALI, CON LA PRETESA CHE LA MAGGIORANZA DEI VOTI LO PONGA AL DI SOPRA DELLA LEGGE. MA QUESTO SUL GIORNO, LA NAZIONE E IL RESTO DEL CARLINO NON SI PUO’ DIRE

Quello che segue è il testo dell’intervista che domenica 18 ottobre 2009 un giornalista de la Nazione, il Resto del Carlino e il Giorno (le tre testate sotto le quali esce il Quotidiano Nazionale), Nuccio Natoli, su preciso incarico della Direzione del giornale, mi ha chiesto, ha curato e redatto, mi ha inviato per un controllo finale e ha quindi licenziato per la messa in pagina. Senonché la Direzione del giornale, letta l’intervista, ne ha disposto la cancellazione, perché “non coerente con l’informazione che si intendeva dare ai lettori del giornale”. Il testo, con questa sconcertante notizia, viene pubblicato da il Riformista il 20 ottobre 2009.

ROMA – “Se non torniamo alla cultura delle regole, in Italia si mette male”. Il professor Pietro Ichino, deputato del Pd, ma spesso anima critica dello stesso Pd, il primo a parlare di “nullafacenti” nel pubblico impiego, non è tipo da peli sulla lingua.
Lettere minatorie ai massimi esponenti delle istituzioni,  tensioni tra le istituzioni dello Stato e nel mondo del lavoro, spaccatura tra i sindacati metalmeccanici: Professore  che cosa sta accadendo?
“Il nostro Paese già un anno fa era in una situazione economica difficile. La crisi mondiale l’ha aggravata. Ora si sta sovrapponendo una crisi istituzionale grave, che rende tutto molto più complicato”.
Secondo lei, chi ha le maggiori responsabilità?
“Io sono solito guardare prima ai difetti in casa mia che in casa d’altri. Oggi, però, vedo  due gravi responsabilità del governo: sulla politica economica e del lavoro un’inerzia sconcertante, nonostante la larga maggioranza di cui dispone in Parlamento; sul piano istituzionale, un’insofferenza inammissibile di Berlusconi verso il nostro sistema costituzionale di bilanciamento tra i poteri statali, con la pretesa che la maggioranza dei voti lo ponga al di sopra delle istituzioni e della legge”.
Ma la Corte costituzionale e i giudici fanno o no politica?
“In nessun Paese civile il governo può permettersi di dichiarare guerra ai giudici con cui abbia dei contrasti. Qui, poi, si è visto il premier accusare il Presidente della Repubblica di non aver esercitato pressioni sulla Corte costituzionale; si è visto il  giornale della sua famiglia indirizzare insinuazioni ricattatorie contro il Presidente della Camera; si è visto un telegiornale controllato da lui pedinare un giudice fin dal barbiere e dileggiarlo; si è visto il premier padrone di Mediaset, incoraggiare i cittadini a evadere il canone Rai, per ritorsione contro alcune trasmissioni i cui conduttori non gli ubbidiscono. In questo modo si fa a pezzi la cultura delle regole e si alimentano le tensioni in modo irresponsabile”.
Non pensa che ci sia anche chi soffia sul fuoco nelle relazioni sindacali?
“In passato la spaccatura tra la Fiom-Cgil e gli altri sindacati metalmeccanici si è già verificata più volte in altri rinnovi contrattuali. E’ un fatto fisiologico, in un regime di pluralismo sindacale”.
Un’altra fonte di tensione può essere la crescita della disoccupazione.
“Non è un aumento congiunturale del tasso di disoccupazione, a cui si può e deve far fronte con strumenti adeguati, a creare tensioni pericolose per le nostre istituzioni. Il problema è che il governo oggi non sta guidando il Paese a uscire dalla crisi”.
Il governo, vista la situazione dei conti pubblici, sostiene di fare tutto il possibile sulla politica del lavoro.
“Non stupisce che il governo abbia le idee poco chiare sul da farsi, dal momento che il ministro Brunetta dice che il nostro mercato del lavoro è il migliore del mondo, mentre il ministro Sacconi scrive nel suo Libro Bianco che è il peggiore di Europa. La sola cosa rilevante fatta negli ultimi mesi sul piano economico è il grande condono attuato solo per fare cassa con lo “scudo fiscale”, che ancora una volta premia gli evasori”.
In questa situazione vede un rischio di ritorno del terrorismo?
“Il vero rischio per l’Italia non viene dal terrorismo, ma da un governo che col suo comportamento aggrava il maggiore difetto che già penalizza il nostro Paese”.
Che sarebbe?
“Il difetto di cultura delle regole”.

 

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