I NUOVI REBUS SPIEGATI

La soluzione dei rebus pubblicati questa estate fornisce lo spunto per una rassegna delle regole che governano questo “gioco” e per alcuni suggerimenti circa il suo possibile uso didattico per qualche esercizio di analisi logica – È un po’ una prosecuzione del percorso didattico avviato col libro L’ora desiata vola

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Come quelli presentati nel libro anche i sei rebus che seguono, tutti disegnati per me da Laura Neri, specialista del disegno enigmistico, sono in ordine di difficoltà

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1. Il rebus pubblicato su questo sito il 5 luglio
e poi di nuovo sul Foglio il 20 settembre 2021

Questo è il rebus più facile della serie qui proposta, che si presta bene per l’inizio di questo breve corso, rivolto a chi muove i primi passi nel mondo meraviglioso dei rebus. Per incominciare, enunciamo una regola fondamentale: le “chiavi”, ovvero le parole evocate dall’immagine nei punti su cui sono collocate le lettere rosse (“grafemi”) devono comparire nella soluzione nello stesso ordine nel quale le lettere stesse compaiono da sinistra a destra. Non ha alcun rilievo, da questo punto di vista, che il grafema si collochi in alto o in basso. Dobbiamo dunque considerare il particolare dell’immagine evidenziato dal grafema che compare per primo da sinistra: A.

Due monaci e due ragazze

Il grafema A compare sopra la mano della ragazza; se la parola richiamata dall’immagine fosse “mano”, preceduta dal grafema A essa ci darebbe la parola “amano”. Osserviamo, però, che difficilmente, nel linguaggio consueto, una proposizione incomincia con il verbo coniugato alla prima, seconda o terza persona plurale, ma non preceduto da un soggetto che possa corrispondere appropriatamente alla voce verbale. Se consideriamo l’immagine più attentamente, vediamo allora che il dito anulare è leggermente sollevato rispetto agli altri, quasi a mostrare un anello che compare proprio sotto il grafema A; e qui viene utile sapere che nei rebus questi anelli sono sempre indicati con le parole “vera” o “vere”.  Ne deriva “A vera “, che non ci fornisce una parola italiana; ma poiché sopra l’immagine il diagramma tra parentesi ci dice che la prima parola della soluzione è di sole 4 lettere, possiamo ipotizzare che la parola sia “aver”, infinito troncato del verbo “avere”,  con l’avanzo di una “a” da utilizzare per la seconda parola della soluzione. Proseguendo verso destra incontriamo due monaci; ma il grafema S è collocato nella parte bassa delle loro figure, a indicare che la “chiave” non è costituita da “monaci”, “religiosi” o altro che indichi la qualità delle due persone, bensì dai loro abiti: “tonache”,  “sai”. Se proviamo a combinare queste due parole con la lettera “a” avanzata dalla chiave precedente e con il grafema S, possiamo ottenere: “a S tonache”, “a tonache S”, “a S sai”, “a sai S”; e di queste quattro possibilità vediamo subito che una sola corrisponde a una parola italiana di 5 lettere, quante sono quelle della seconda parola della soluzione: “assai”, che con la prima parola trovata ci dà “aver assai”. Il terzo grafema, PO, è collocato sulla coda di cavallo della ragazza in bicicletta: dunque “PO coda”, o “coda PO”; e poiché solo la prima combinazione genera una parola di 4 lettere, seguita da una di due lettere, siamo arrivati a “avere assai poco da…”. Manca solo l’ultima parola della soluzione, della quale conosciamo la lunghezza (6 lettere) e una lettera, costituita dal grafema E. Questo è collocato sull’immagine della ragazza in bicicletta, che è caratterizzata dal grosso zaino a forma di cubo, che è diventato il tratto caratteristico di una nuova figura ormai diffusissima per le strade delle nostre città: i “rider”.

Dunque: A vera, S sai, PO coda, rider E = Aver assai poco da ridere.

Si osservi come nell’ultima parola della soluzione il grafema si aggiunge in coda alla chiave, invece che davanti come nelle prime tre parole.

2. Il rebus pubblicato sul Corriere di Milano il 12 luglio
e su il Foglio il 6 settembre 2021

Star sulla spiaggia protetti dal sole

Il fumetto in bocca a uno dei due bagnanti in secondo piano ci dice che i due bei giovanotti P intenti a spalmarsi di crema solare sono “attori molto famosi”. Abbiamo dunque la certezza che – in applicazione di una regola rebussistica inderogabile – nella soluzione non potrà comparire nessuna di queste parole (proprio perché esse sono scritte nell’immagine), ma dovrà comparire un’espressione che ad esse equivalga: in questo caso, probabilmente, “star” o “divi”. Sappiamo che la soluzione non lascia spazio per parole lunghe; e il solo attributo breve che indica l’essersi spalmati di crema è “unti”. Dobbiamo pertanto mettere in fila tutte le combinazioni possibili tra queste parole, precedute o seguite dal grafema P, per individuare la combinazione che meglio corrisponde alla struttura della soluzione, le cui prime tre parole sono rispettivamente di 5, 2 e 5 lettere. Dunque: “P star unte”, “P unte star”, “P divi unti”, “P unti divi”, oppure  “star unte P”, “unte star P”, “divi unti P”, “unti divi P”. Di queste otto combinazioni, l’unica che si concilia bene con la struttura della soluzione è “P unti divi”, da cui si traggono due parole che potrebbero essere le due prime della soluzione stessa, e fornire le due prime lettere della terza: “Punti di vi…”. Che già ci indirizza verso la locuzione “punti di vista”.

Si osservi come la lingua italiana – a differenza di altre, come per esempio quella inglese – consenta di collocare l’aggettivo prima o dopo il sostantivo; e come questo raddoppi la possibilità di combinazione tra aggettivo e sostantivo in sede di prima lettura, ampliando le opzioni ammissibili per l’ideatore del rebus e conseguentemente anche le combinazioni che devono essere esaminate dal solutore.

La seconda componente dell’immagine – procedendo, come è sempre obbligatorio nella soluzione dei rebus, da sinistra a destra – è costituita da un tizio senza particolari qualità S che sta chiaramente “tarando” la bilancia D. Questa seconda chiave ci offre lo spunto per mettere a fuoco un’altra regola rebussistica molto importante: nella prima lettura ciascuna chiave può comparire (preceduta o seguita dal grafema che la individua),
– con un sostantivo,
– con il sostantivo e un aggettivo, come qui nel caso della prima chiave (“P unti divi”),
– con il sostantivo e un verbo indicante l’azione che sta compiendo,
– ma anche con il solo verbo indicante l’azione; in questo caso il grafema che individua la chiave non compare nella prima lettura del rebus come apposizione, ma come una sorta di pronome costituente la sola indicazione del soggetto;
– talvolta, infine, la chiave compare in prima lettura con il solo grafema che la indica nell’immagine, senza alcun sostantivo, alcun attributo né alcun predicato verbale.

Quando, come in questo caso, il soggetto che compie l’azione rappresentata nell’immagine non ha alcuna caratteristica particolare rilevante, può essere che nella prima lettura esso compaia soltanto con il grafema, il quale allora funziona come un pronome in funzione logica di soggetto, seguito dal predicato verbale. Il complemento (oggetto, di termine, di luogo, o di altra natura) può anche comparire soltanto con il grafema che indica la chiave. Nel nostro caso, dunque, il fatto che un soggetto piuttosto anodino S compia un’operazione di taratura sulla bilancia D, in sede di prima lettura del rebus può essere espresso con “S tara D” (ma in altri casi la stessa chiave potrebbe essere espressa con “S tara bilancia D”, oppure “S tara D bilancia”; così come, in un altro caso ancora, se S fosse stato caratterizzato dal disegnatore come un professionista specializzato nell’operazione, “S tecnico tara bilancia D”; e così via).

La terza chiave, facilissima, è costituita dalle “ali” del gabbiano, contrassegnate dai grafemi I e C: “IC ali”.

Così abbiamo risolto il rebus: P unti divi; S tara D; I C ali → Punti di vista radicali.

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3. Il rebus pubblicato su Il Foglio il 9 agosto 2021
e su Famiglia Cristiana tre giorni dopo

Comandi secchi e frutta secca

Nell’immagine sono rappresentate due azioni compiute da B: egli affida a N la cassetta TI, e dà un comando a RI. Dalla struttura della prima lettura si deduce che, con tutta probabilità, come nel primo rebus, dobbiamo solo indicare l’azione con una voce verbale di 6 lettere, senza qualificare chi la compie, né i suoi interlocutori, i quali restano rappresentati dai soli grafemi che li indicano; allo stesso modo, anche il complemento oggetto della prima azione resta indicato dal solo grafema TI. Dunque: “B affida a N TI, comanda RI”.

Poi ci sono due sacchi di noci. Nei rebus accade molto spesso che la qualità di una chiave venga ervidenziata nell’immagine mediante l’espediente della giustapposizione tra due oggetti o soggetti della stessa specie, ma differenziati per quel che riguarda un partiolare aspetto. Nel nostro caso, un sacco contiene delle noci grosse, l’altro delle noci più piccole, individuate dal grafema SE. Dunque: “nocine SE”.

Per concludere: B affida a N TI, comanda RI; nocine SE = Baffi da antico mandarino cinese.

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4. Il rebus pubblicato su Il Foglio il 23 agosto 2021

La nuova tappa del nostro breve corso estivo propone un altro rebus, sempre disegnato da Laura Neri. Anche in questo, come nel precedente, la “chiave” principale per la soluzione è evidentemente costituita non da un sostantivo indicante un soggetto o un oggetto, ma dall’azione che un soggetto compie. E anche per questo rebus la soluzione è facilitata dall’indicazione (tra parentesi, sopra la vignetta) della struttura della frase costituente la prima lettura, che precede il segno di uguale: qui le virgolette stanno a indicare che la prima parte è costituita da una proposizione di quattro parole pronunciata da uno dei soggetti raffigurati, e il punto di domanda ci dice che si tratta di una frase interrogativa. Per altro verso, l’atteggiamento perplesso della ragazza individuata dalle lettere RA e il movimento della sua mano destra ci dicono che è proprio lei a pronunciare queste parole. Tra le quali compare sicuramente, in seconda o in quarta posizione, la C che individua il sub, mentre – per una regola ferrea – le lettere RA che individuano la ragazza devono comparire dopo, perché nell’immagine sono più a destra: esse costituiscono dunque necessariamente l’elemento che compare per ultimo nella prima lettura, precedut0 da un verbo di 4 lettere.

Soluzione – Sappiamo che la C indicante il sub deve comparire nella soluzione prima delle lettere RA, perché queste nell’immagine si collocano più a destra; la C è dunque sicuramente uno dei due elementi di una sola lettera che compaiono nella frase fra virgolette. L’atteggiamento della ragazza RA, con tutta evidenza quella che pronuncia la frase, mostra che lei si interroga su chi sia il giovanotto che la ha salutata; dunque: “Ma C chi è?”. Sappiamo poi che le ultime due lettere non possono che essere RA; resta pertanto da trovare il verbo di quattro lettere indicante l’azione da lei compiuta. Poiché esso viene subito dopo una frase fra virgolette, non fatichiamo a trovarlo: “dice”.

Dunque: “Ma C chi è?” dice RA = Macchie di cera.

A seguito della pubblicazione di questo rebus sul Foglio del 23 agosto, un lettore attento quanto competente ha rilevato quello che egli considera un suo difetto strutturale, sollevando una questione di grande interesse sul piano teorico e per così dire filosofico.

5. Il rebus pubblicato su Il Foglio il 30 agosto 2021

Questa nuova puntata del nostro corso per solutori (ancora) poco abili propone una prima lettura dell’immagine – la cui scansione è indicata tra parentesi, prima del segno di uguale – che ha la stessa caratteristica del rebus precedente: si apre con una frase fra virgolette. Questa è composta da tre parole molto brevi e chiusa da un punto esclamativo. Poiché nel bel disegno di Laura Neri il primo personaggio a sinistra è un poliziotto che si sta rivolgendo con tono burbero al malcapitato automobilista, è evidentemente lui a pronunciare la frase; e il movimento del suo dito indica inequivocabilmente il suo contenuto, riferito al documento che l’automobilista ha in mano. Poiché si tratta di un discorso diretto, anche qui come nel rebus precedente le parole successive al virgolettato esprimono l’azione del pronunciare la frase; qui, però, il verbo è di 6 lettere, e l’immagine ci dice che non si tratta solo un “dire”, come la settimana scorsa, ma di qualche cosa di più imperativo. Seguono il grafema indicante il soggetto, una parola di 2 lettere (probabilmente un articolo o una preposizione) e una di 1 lettera, che non può essere se non il secondo grafema: quello che indica la moto. Il punto e virgola sta a indicare che la seconda parte della prima lettura è costituita da una proposizione a sé, riguardante il passante contrassegnato con il grafema M: se si è risolta la prima parte, si conosce già quasi metà dell’ultima parola della soluzione e non si fatica a trovarne, con questa brevissima frase, le ultime quattro lettere.

Soluzione – Il movimento del dito indica chiaramente ciò che il poliziotto sta dicendo all’automobilista, in riferimento al libretto di circolazione che questi ha in mano: “Me lo dia!”; e la sua grinta sta a indicare che egli non si limita a chiederlo, ma lo “intima”: parola bisenso. A questo punto viene il grafema E, indicante nella prima lettura il soggetto, mentre nella soluzione diventa una congiunzione. Il soggetto sta sulla moto, dunque “su B”, che nella soluzione sono le prime tre lettere del secondo aggettivo qualificativo. Le altre quattro a questo punto si trovano subito, essendo ormai evidente quale sia l’ultima parola della soluzione: “lì M è”.

Dunque: “Me lo dia!” intima E su B; lì M è = Melodia intima e sublime.

 

6. Il rebus pubblicato su il Foglio lunedì 13 settembre

(la cui soluzione ha a che fare con la sconfitta
di sabato 11 della Juve allo Stadio Maradona)

.Anche in questo rebus, penultimo della serie, la difficoltà sta tutta nell’individuare la prima chiave: i due disegnatori individuati dal grafema O, e/o l’azione che essi stanno compiendo. Si osservi che nella “prima lettura” (la cui struttura viene indicata sopra l’immagine tra parentesi prima del segno =) il grafema O compare come quarta parola: si può dunque ipotizzare che esso funga da soggetto di un’azione descritta dalle prime tre parole. Si osservi, poi, che le prime due parole, di 3 e 7 lettere, sono della stessa lunghezza di quelle della soluzione: poiché nei rebus nessuna parola può mai comparire nella soluzione con lo stesso significato della prima lettura, sappiamo per certo che deve trattarsi di parole entrambe bisenso. Tutti e tre i disegnatori stanno ritraendo la stessa torre che si vede attraverso la finestra; ma i due disegnatori O usano un materiale speciale per ritrarne un elemento in particolare. Come sempre nei rebus, la chiave sta proprio in questa differenza. Seguono le altre quattro chiavi, molto facili, individuate dai rispettivi grafemi, da leggersi rigorosamente nella stessa sequenza con cui compaiono nell’immagine da sinistra a destra (quella di 3 lettere, è costituita dal genere letterario cui appartengono i versi di Ugo Foscolo riprodotti).

Soluzione – L’elemento della cella campanaria che i due disegnatori O ritraggono con la tinta invisibile è costituito dalle campane. Dunque: “Fan campane invisibili O”. Le due prime parole sono bisenso: nella soluzione assumono il significato di “tifose della Campania”. Le altre quattro facili chiavi sono “Perù”, “trio”, ode” e “poli”.

Dunque: Fan campane invisibili O, Perù N, trio N, F ode, LN A poli = Fan campane in visibilio per un trionfo del Napoli.

 

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