Alle radici della cultura rebussistica italiana: in un libro del Cinquecento si dettano alcune regole del gioco che possono considerarsi valide anche oggi
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Trentatreesima puntata della rubrica che compare ogni due domeniche sulla Gazzetta di Parma, 25 giugno 2023 – Qui il link alla trentaduesima puntata della rubrica, dalla quale si può risalire a ciascuna delle precedenti .
A Venezia nel 1549 viene pubblicato un “libro nuovo per imparare a scrivere” nella cui parte finale l’autore, Giovan Battista Palatino, propone anche una modalità di scrittura denominata “cifre figurate”, che non è altro se non uno “scrivere per mezzo delle cose”: rebus. Qui sono esposti alcuni criteri per la valutazione del risultato di questa forma di scrittura, che ben possono essere considerati ancora oggi, a mezzo millennio di distanza, indicazioni utili per la costruzione di un rebus elegante:
Quanto a le figurate, non si può dare altra Regola ferma, se non avvertire, che le figure sieno accomodate alle materie distinte, & chiare, & co manco lettere che sia possibile… et queste cifre quanto manco lettere hanno più sono belle […] né importa che una medesima figura serva per mezzo, o fine di una parola, & principio dell’altra, essendo impossibile trovare tutte le materie & figure accomodate alle parole, e queste cifre quanto manco lettere hanno tanto più sono belle.
(dalla edizione del 1578, Compendio del gran volume de l’arte del bene et legiadramente scrivere tutte le sorte di lettere et caratteri, con le lor regole, misure & esempi, Venezia, Heredi di Marchio Sessa, pagina segnata a matita come 153 nella copia disponibile sul web). Segue nel libro del Palatino un esempio di “sonetto figurato”: né più né meno che un lungo rebus, del quale riproduciamo qui la prima quartina.
Di questo e di alcuni altri documenti che provano quanto antico sia il legame tra il rebus e la nostra lingua do conto in un libro che uscirà da Giunti Edu nell’autunno prossimo: la versione su carta del corso di 18 video-lezioni Giocare con le parole per imparare l’italiano, accreditato dal ministero dell’Istruzione, che Giunti Edu offre agli insegnanti di scuola elementare e media interessati alla sperimentazione del rebus come strumento didattico, che è già in distribuzione.
Siamo così arrivati al termine di quest’altro corso, che la Gazzetta di Parma ha voluto offrire ai propri lettori nell’arco di un anno e mezzo. Chi lo ha seguito fin dall’inizio ha potuto familiarizzarsi progressivamente con le regole e i piccoli segreti del gioco del rebus e nello stesso tempo conoscere alcuni degli autori e disegnatori più importanti, restando abbagliato dalla bellezza delle metamorfosi testuali contenute nei loro giochi che è stato possibile qui riprodurre. Chi vorrà continuare a goderne, sia nelle rassegne dei giochi più belli del passato, sia in quelli nuovi che vengono incessantemente prodotti nel nostro Paese, potrà farlo attingendo al sito dell’Associazione Rebussistica Italiana (www.rebussisti.it), al suo organo trimestrale Leonardo, al bimestrale La Sibilla, al mensile Penombra, alla Settimana Enigmistica, a Enigmistica Più, o alla bella rubrica tenuta da Minigame sulla Stampa tutte le domeniche.
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