LO SCIOPERO GENERALE DI CUI CI SAREBBE STATO DAVVERO BISOGNO

Non per aumentare la spesa corrente, il debito pubblico accollato alle generazioni future e le tensioni con Bruxelles, ma semmai per l’attivazione dell’arma più efficace contro l’evasione fiscale (la drastica limitazione della circolazione del contante) e la destinazione di almeno metà del maggior gettito conseguente a ridurre il debito

.
Intervista a cura di Alessandra Ricciardi pubblicata su
Italia Oggi il 16 novembre 2023 – In argomento v. anche quella pubblicata il 14 novembre su La Stampa

.

Domanda. Alla fine c’è stata la precettazione per i trasporti da parte del ministro Salvini. Lo sciopero di venerdì si terrà ma con fasce ridotte. Secondo Cgil e Uil è un attacco al sindacato. Cosa ne pensa?
Risposta. L’Autorità Garante ha applicato la regola sullo sciopero generale posta con una sua delibera di vent’anni fa, la n. 03/134, che è sempre stata pacificamente applicata con il consenso di tutti i sindacati. La questione è se quello di domani possa considerarsi uno sciopero generale o no.

D. Qual è la risposta corretta a questa domanda?
R.
A me sembra che lo sciopero di domani possa essere considerato “generale” per il Centro, dove effettivamente coinvolge quasi tutte le categorie; non invece per il Nord e per il Sud, dove riguarda soltanto il trasporto pubblico e il pubblico impiego. Certo, occorrerebbe poi che Cgil e Uil spiegassero il motivo per cui il settore del trasporto pubblico, che è quello in cui lo sciopero produce maggiori danni alla collettività, debba essere bloccato in misura tanto superiore rispetto agli altri settori.

D. Secondo lei perché?
R. Il fenomeno è stato studiato approfonditamente dai sociologi delle relazioni industriali e le risposte sono svariate. Ma nel caso di questo sciopero lo scontro fra Cgil-Uil e Autorità nasce dal fatto che se il trasporto pubblico si blocca ne deriva una impossibilità di recarsi al lavoro anche per le persone che non intenderebbero aderire allo sciopero proclamato. Questo è proprio ciò che l’Autorità Garante vorrebbe evitare.

D. Resta il fatto che nel settore dei trasporti lo sciopero non fa alcun danno all’impresa: tutto il danno è sofferto dagli utenti.
R.
Al gestore del servizio di trasporto non solo lo sciopero non fa danno, ma fa comodo, perché gli abbonamenti coprono anche il periodo di blocco, mentre durante il blocco si azzerano i costi per retribuzioni, usura dei mezzi, carburante ed energia elettrica. Questo spiega l’inefficacia di questa forma di lotta per risolvere le vertenze del settore: la realtà è che le imprese interessate ci guadagnano.

D. Questo è il motivo per cui l’ex ministro Sacconi ha riproposto per i trasporti lo sciopero virtuale: può spiegarci di che cosa si tratta?
Lo sciopero virtuale presuppone un accordo aziendale o di settore in forza del quale, nel caso di proclamazione dello sciopero, la prestazione lavorativa viene svolta regolarmente ma l’impresa è tenuta ad accantonare in un apposito fondo una somma pari al doppio delle retribuzioni e contributi previdenziali per lo stesso periodo. Se entro un determinato termine non si raggiunge un accordo, la somma accantonata viene automaticamente destinata a uno scopo di pubblica utilità predeterminato. In questo modo sì che lo sciopero peserebbe sul bilancio aziendale; e il movimento sindacale avrebbe il sostegno dell’intera collettività.

D. Lo scorso anno il 60% degli scioperi proclamati, spesso da piccole sigle, non si è tenuto. Ma l’effetto annuncio comunque danneggia l’utenza. Possibile immaginare dei correttivi per evitare di paralizzare i servizi?
R. Un correttivo è già contenuto nelle regole emanate dall’Autorità, per impedire l’utilizzazione scorretta della revoca. Ma il danno indebito maggiore è quello che deriva dalla parziale disapplicazione della regola posta dalla legge, secondo cui gli utenti devono essere informati con precisione sui servizi che funzioneranno e quelli che saranno sospesi.

D. Perché lei parla di disapplicazione parziale?
R. Perché la legge impone a tutti i soggetti coinvolti – imprese, sindacati e singole persone aderenti allo sciopero – di cooperare alla garanzia del diritto dell’utente di conoscere con un preavviso minimo i servizi che funzioneranno durante lo sciopero e quelli che verranno sospesi: quali treni viaggeranno e quali no, quali classi di una scuola avranno l’insegnante in attività e quali no, e così via. La garanzia di questo diritto dell’utente implicherebbe il dovere per ciascuna singola persona di comunicare al datore di lavoro con l’anticipo necessario la propria adesione o no allo sciopero. Questo corollario della regola generale, invece, viene sistematicamente disatteso.

D. Come spiega che lo sciopero di domani abbia assunto un carattere politico così forte?
R. La legge finanziaria avrebbe meritato, eccome, uno sciopero politico di protesta; ma per motivi diametralmente opposti rispetto a questo, che mira a un aumento sconsiderato della spesa corrente e dunque del debito pubblico, che graverà sulle spalle dei nostri figli e nipoti. Avrei aderito convintamente, per esempio a uno sciopero generale con cui si esigesse la sola misura capace di azzerare o quasi l’evasione fiscale: una drastica riduzione della circolazione del contante e una forte campagna, con incentivazione fiscale, per la diffusione dei pagamenti digitalizzati. I 100 miliardi di evasione così recuperati, poi, potrebbero essere destinati per metà a riduzione del debito pubblico e metà a tutte le cose che i sindacati giustamente chiedono. Ma che non possono essere chieste a spese delle generazioni future.

.

Stampa questa pagina Stampa questa pagina

 

 
 
 
 

WP Theme restyle by Id-Lab