C’è motivo di qualche grossa preoccupazione per questa svolta politica, certo; ma c’è anche almeno un altro motivo per salutarla come un fatto non del tutto negativo
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Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 480, 6 giugno 2018 – In argomento v. anche gli editoriali precedenti: La volatilità dei consensi elettorali non è a senso unico, del 9 aprile scorso, e Due cose che ci mancano per una buona alternanza al governo

Esultanza di M5S e Lega in Senato dopo la lettura del risultato del voto di fiducia al Governo Conte
E così, con la fiducia del Parlamento, la nave giallo-verde è salpata. Un secondo giorno di festa della Repubblica, questo 6 giugno: perché ogni volta che una nuova maggioranza si avvicenda pacificamente al governo del Paese è un successo del metodo democratico. Un successo tanto più apprezzabile quanto più siamo andati vicini, alla fine di maggio, a una situazione di stallo pericolosissima per la nostra democrazia ancora molto giovane. C’è motivo di qualche grossa preoccupazione per questa svolta politica, certo; ma c’è almeno un altro motivo per salutarla con favore: solo l’esperienza dell’avere in mano le leve del potere può far maturare una cultura politico-economica più evoluta nella vasta parte dell’elettorato che per questa svolta ha votato. Quel voto è stato l’effetto in Italia dello stesso vento anti-establishment che ha soffiato vigorosamente, negli ultimi tempi, su entrambi i lati dell’Atlantico: un vento che – lo abbiamo già sottolineato – nell’Occidente sviluppato può considerarsi come una sorta di “rimbalzo” dopo vent’anni di impetuosa globalizzazione, rafforzato in Italia dalla gelata della spesa pubblica conseguente alla crisi del 2011, che è stata vissuta da molti come un sopruso antidemocratico. Senza un’esperienza dei rappresentanti di questa corrente di opinione al timone della cosa pubblica, il vento anti-establishment sarebbe stato destinato a trasformarsi in rancore sordo, in una forma di odio politico che ottunde ogni possibilità di confronto delle idee. Ora invece i sostenitori del Governo giallo-verde saranno costretti a chiedersi perché esso abbia espunto recisamente dal proprio programma ogni minaccia di uscita dall’euro; tra poche settimane saranno costretti a chiedersi perché, conseguentemente, le promesse del reddito di cittadinanza, del “superamento della legge Fornero” sulle pensioni, e dell’Irpef per tutti al 20 per cento non possono essere mantenute. E il porsi queste domande favorirà il ritorno a un dibattito politico meno fazioso.
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“Nel libro ho colto l’amore per il diritto del lavoro e per la famiglia. Emozionante è stato il passaggio sugli ultimi mesi di vita del suo papà. In quelle pagine mi è sembrato di rivivere la mia vita accanto al mio nonno paterno nei suoi ultimi giorni di vita”
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Lettera pervenuta il 5 giugno 2018 – Gli altri documenti, foto, recensioni e commenti sul libro La casa nella pineta sono raccolti nella pagina ad esso dedicata Continua…
Ha parlato di “abrogazione”, anche se di questo non c’è traccia nel “contratto” M5S-Lega; ma sa, il neo-ministro, che con il termine “Jobs Act” si indica un insieme di otto decreti legislativi, ciascuno dedicato a una materia diversa? Non sarebbe meglio dargli un’occhiata prima di parlarne in pubblico?
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Intervista a cura di Fabio Paluccio, pubblicata dall’Agenzia di stampa ADN Kronos il 4 maggio 2018 – In argomento v. anche La politica del lavoro e del welfare del Governo M5S-Lega Continua…
“Il ritratto quasi senza veli della tua ‘famiglia borghese’ e del tuo percorso nella storia recente del nostro paese ha rimescolato in me tanti ricordi dei tempi andati a Milano e nell’amata Courmayeur”
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Lettera pervenuta il 4 maggio 2018 – Gli altri documenti, foto, recensioni e commenti sul libro La casa nella pineta sono raccolti nella pagina ad esso dedicata
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Il primo passo per garantire ai lavoratori delle piattaforme online alcune protezioni essenziali può consistere nell’applicarle sulla base della tecnologia utilizzata, indipendentemente dalla loro qualificazione come autonomi o subordinati
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Video della durata di circa 4 minuti, realizzato da Luca Ferraiuolo per Askanewsa Trento il 2 giugno 2018 nel corso del Festival dell’Economia – In argomento v. anche Un diritto per il lavoro nella terra di mezzo Continua…
“La narrativa è avvincente e lo stile elegante come raramente oggi è dato constatare”
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Lettera dell’avvocato Aldo Rolle, 24 maggio 2018 – Tutti gli altri documenti, commenti e interventi relativi al libro La casa nella pineta sono raccolti nella pagina a esso dedicata Continua…
“[…] I precetti di una buona educazione borghese: le cose che facciamo vanno fatte bene, al momento giusto, senza sprechi e distrazioni; si cresce nella vita studiando, da giovani ma anche da adulti, alimentando una cultura ampia e aggiornata, senza pregiudizi ideologici […]”
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Recensione de La casa nella pineta a cura di Guido Baglioni, professore emerito di Sociologia nell’Università Statale di Milano, in corso di pubblicazione sulla rivista Mondoperaio, giugno 2018 – Le altre recensioni e i comenti sul libro sono raccolti nella pagina a esso dedicata
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Prende spunto da La casa nella pineta un dialogo sulla soluzione della crisi di governo, sui difetti di fondo della dialettica tra i partiti, sul modo in cui si può ricostruire un rapporto di fiducia tra gli elettori e chi li rappresenta
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Colloquio tra Pietro Ichino e Roberto Cociancich, avvocato ed ex-senatore, tratto per sua gentile concessione dal suo sito web, 1° giugno 2018 – La parte del colloquio dedicata più specificamente al libro ha inizio dal minuto 36 del video – Gli altri commenti e interventi sul libro vedi la pagina ad esso dedicata Continua…
Il primo passo per garantire ai lavoratori delle piattaforme online alcune protezioni essenziali può consistere nell’applicarle sulla base della tecnologia utilizzata, indipendentemente dalla loro qualificazione come autonomi o subordinati
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Articolo pubblicato su lavoce.info il 1° giugno 2018, in preparazione dell’incontro dal Festival dell’Economia di Trento del giorno successivo – In argomento v. anche i due miei precedenti articoli pubblicati sullo stesso sito, I diritti del lavoro nella gig economy, del 13 aprile, e Il diritto del lavoro nell’epoca di Internet e dei robot, del 19 settembre 2017
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“Scrivere è un modo per ricostruire la memoria: in questi tre anni, nei quali ho riletto da cima a fondo i trenta quaderni del diario che ho sempre tenuto e del Gitario, l’epopea delle vacanze sulle Alpi Apuane o in Val d’Aosta, ho riportato in superficie il ricordo di una infinità di piccole cose che avevo dimenticato, ho rivissuto tante vicende”
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Testo integrale dell’intervista a cura di Roberto Roveda pubblicata su l’Unione Sarda il 29 maggio 2018 – Gli altri documenti, foto, recensioni e commenti sul libro sono raccolti nella pagina ad esso dedicata
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