Leggere la motivazione di questa condanna all’ergastolo è un adempimento doloroso, in certi passaggi sconvolgente, ma necessario per chiunque, in Europa o altrove, voglia affrontare con cognizione di causa la questione dei flussi migratori tra l’Africa e l’Europa oggi – Necessario anche per prendere (e dare) atto di una pagina straordinaria scritta dalla Giustizia italiana
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Sentenza pronunciata dalla Corte d’Assise di Milano il 1° ottobre 2017, depositata il 1° dicembre, estensore la dott. Ilaria Simi – La sentenza è preceduta da un mio breve commento – Le foto che corredano questo post non fanno, ovviamente, parte della motivazione della sentenza e non sono tratte dagli atti processuali – In argomento v. anche il mio editoriale telegrafico del 20 novembre, Come si ferma il massacro in Libia e più a sud, e il mio articolo sul Riformista del 23 maggio 2009, Un traghetto per Lampedusa Continua…
A parità di prodotto, la quantità di occupazione e la produttività del lavoro sono le due facce speculari della medesima medaglia: se aumenta l’una non può che diminuire l’altra, e viceversa – Se dunque il PIL italiano cresce poco, un maggiore aumento dell’occupazione significa che si riduce la produttività media del lavoro
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Scambio epistolare pubblicato sul sito della Fondazione David Hume tra Dario Parrini, deputato Pd e membro della Commissione Bilancio della Camera, e Luca Ricolfi, sociologo nell’Università di Torino ed editorialista della Stampa, 2 dicembre 2017, a seguito della pubblicazione dell’editoriale di quest’ultimo del 25 novembre, Mercato del lavoro l’eredità della crisi e il peso del debito Continua…
L’aumento della domanda di manodopera può venire soltanto da un aumento della somma di investimenti e consumi; e in Italia oggi questo aumento deve essere perseguito principalmente coll’allineare la capacita del Paese di attrarre investimenti stranieri alla media europea
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Lettera pervenuta il 24 novembre 2017 – Segue una mia breve risposta – In argomento v. anche “Come si fa a definire ‘stabile’ un posto di lavoro dal quale si può essere licenziati in qualsiasi momento?” Continua…
Uno studio del ragionamento che sorregge effettivamente le sentenze in materia di giustificato motivo oggettivo di licenziamento, al di là del contenuto delle massime ufficiali – La nozione del g.m.o. come perdita attesa per l’azienda, in termini di costo contabile o di costo opportunità, superiore alla soglia ritenuta dal giudice applicabile nel caso specifico
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Slides della relazione che svolgerò il 15 dicembre 2017 a Roma, nel corso della Conferenza annuale della SIDE-Società Italiana di Diritto ed Economia – Sullo stesso argomento v. anche le slides di una mia lezione precedente, in italiano e meno estesa, svolta nel maggio scorso, e il fitto scambio epistolare tra Lorenzo Sacconi, professore nell’Università di Trento, e me dell’estate 2017 (di cui è disponibile anche una tabella sintetica) – Per una esposizione compiuta della tesi sostenuta in questa relazione v. il § 516 del mio trattato Il contratto di lavoro, vol. III Continua…

Il palazzo del Capitano del Popolo di Orvieto
LE RAGIONI FORTI DEL J.A. E IL BUON USO DELLE STATISTICHE
Possiamo attribuire fin d’ora alla riforma non l’aumento dell’occupazione, che pure c’è stato, ma la riduzione drastica del contenzioso giudiziale in materia di licenziamenti, che costituiva una peculiarità negativa del nostro Paese; e smentire la tesi della “precarizzazione”; ma la riforma è necessaria soprattutto per la mobilità dalle imprese deboli a quelle ad alta produttività. Leggi la mia comunicazione all’Assemblea annuale di LibertàEguale, svoltasi sabato e domenica a Orvieto. In argomento v. anche il mio articolo pubblicato lunedì scorso sul sito della Fondazione David Hume.
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“Non ne lascia passare una – seppure con sguardo sereno – il professore e senatore Pd Pietro Ichino, uno che potrebbe correre per la corona di ‘parlamentare della legislatura’ per attivismo nel Palazzo, ma pure per attivismo convegnistico, internettiano e scrittorio”
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Articolo di Marianna Rizzini pubblicato su il Foglio del 28 novembre 2017 – In precedenza il quotidiano il Riformista diretto da Antonio Polito mi aveva insignito dell’Oscar del Riformista per il miglior parlamentare 2008-2009 Continua…
All’Assemblea annuale di LibertàEguale Stefano Ceccanti ripropone l’idea della necessità di una riforma costituzionale secondo il modello del semi-presidenzialismo francese
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L’articolato legislativo della proposta di riforma costituzionale presentata all’Assemblea nazionale di LibertàEguale, Orvieto, 2 dicembre 2017, da da Stefano Ceccanti, professore di diritto pubblico comparato nell’Università “La Sapienza” di Roma – Il testo è preceduto dal Comunicato dell’ufficio-stampa di LibertàEguale in occasione della presentazione – In argomento v. anche il mio editoriale telegrafico all’indomani del referendum del 4 dicembre 2016: The day after – 1. Non avremo mai la riforma costituzionale che quasi tutti dicono di volere? Continua…
Muove finalmente i primi passi anche in Italia lo strumento per la lotta alla povertà centrato su welfare, lavoro, istruzione, formazione, conciliazione, servizi per le famiglie: richiede capacità di implementazione non ancora acquisite dai nostri enti locali, ma segue il metodo migliore fin qui sperimentato in Europa su questo terreno
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Articolo di fondo del Corriere della Sera di Maurizio Ferrera, professore di Scienza Politica all’Università Statale di Milano, 1° dicembre 2017 – Sullo stesso argomento v. anche le slides di una relazione dello stesso professor Ferrera a un convegno svoltosi a Napoli nel maggio scorso; e le slides della mia relazione al Gruppo dei senatori Pd, anche queste del maggio scorso Continua…
Un piccolo episodio mostra come la sovranità del Parlamento sul bilancio statale sia incisivamente erosa dal potere degli apparati ministeriali
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Secondo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 461, 4 dicembre 2017 – Sulla discussione in Senato del disegno di legge di bilancio 2018 v. anche il primo editoriale telegrafico – Sulle vicende della sperimentazione dell’assegno di ricollocazione v. le quattro interrogazioni presentate al ministro del Lavoro nell’arco del 2014, raccolte nel portale Il contratto di ricollocazione Continua…
Possiamo attribuire fin d’ora alla riforma non l’aumento dell’occupazione, che pure c’è stato, ma la riduzione drastica del contenzioso giudiziale in materia di licenziamenti, che costituiva una peculiarità negativa del nostro Paese; e smentire la tesi della “precarizzazione” – La necessaria mobilità dalle imprese deboli a quelle ad alta produttività
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Comunicazione all’Assemblea nazionale di LibertàEguale, in corso a Orvieto il 2 e 3 dicembre 2017 – In argomento v. anche l’articolo di Luca Ricolfi Mercato del lavoro: l’eredità della crisi e il peso del debito
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