MA RENZI È DI SINISTRA O DI DESTRA?

È DIFFICILE LIQUIDARE RENZI SOSTENENDO CHE “VINCE SOLO PERCHÉ PESCA VOTI A DESTRA”; MA SE ANCHE, POI, QUESTO SIGNIFICASSE CHE PER VINCERE OCCORRE FAR PROPRIO IL PROGRAMMA CHE INTERCETTA IL VOTO DEI DELUSI DA BERLUSCONI, PERCHÉ MAI DOVREMMO CONTINUARE A SCEGLIERE IL PROGRAMMA PERDENTE?

Secondo editoriale per la Nwsl n. 215, 15 settembre 2012

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. E così il 27 per cento degli elettori vorrebbe Bersani a capo del nuovo Governo, nel 2013, mentre a preferire Renzi sarebbe il 37 per cento (la Stampa, 14 settembre).
. Già – obiettano alcuni dirigenti Pd – ma Renzi pesca voti a destra.
. Mah! È più di sinistra la scuola interamente al servizio degli studenti di cui parla il programma di Renzi, o una scuola prevalentemente al servizio degli insegnanti di cui parla la vecchia sinistra che Bersani intende ricostruire? Un’amministrazione pubblica interamente costumer oriented, in cui cioè contano solo i risultati al servizio del cittadino, o una nella quale contano più di tutto i problemi sindacali dei suoi addetti? Il modello di mercato del lavoro scandinavo e la flexsecurity che propone Renzi, o il modello mediterraneo sostanzialmente difeso dalla Cgil? È più di sinistra un codice del lavoro semplificato di soli 60 articoli, con testo inglese a fronte, proposto da Renzi, o le 2000 pagine della legislazione del lavoro attuale, illeggibile anche per gli italiani, che l’establishment attuale del Pd non perde occasione per difendere, manco fosse il Sacro Graal?
. È davvero difficile liquidare Matteo Renzi sostenendo che “vince solo perché pesca voti a destra” (*). Ma non dovrebbe essere normale che, in una competizione democratica, un partito di centrosinistra si proponga di vincere conquistando anche voti nel centrodestra? Perché mai i voti dei delusi da Berlusconi dovrebbero farci schifo al punto da preferire l’imbarazzante scommessa bersaniana sulla tenuta di uno schieramento che mette insieme Vendola e Casini? Non sarà, forse, proprio questo disprezzo per gli elettori del centrodestra che ha condannato la vecchia sinistra all’incapacità di governare, anche dopo la caduta del Muro?
. Il fatto è che l’apparato del Pd si è abituato a liquidare Renzi come una sorta di “grillo interno al partito”; ma ora, anche in seno all’apparato stesso, in molti incominciano ad accorgersi che quel grillo riesce a coniugare la propria grande capacità di farsi ascoltare dai delusi della vecchia politica con il programma più rigoroso nell’ancoraggio alla strategia europea di Monti e al tempo stesso più innovativo tra tutti quelli fin qui offerti nel panorama italiano. Il fatto che neo-candidato fiorentino riesca – se ci riuscirà davvero – a mettere il proprio straordinario talento di comunicatore al servizio di un programma incisivo, coerente e non demagogico come quello presentato in questi giorni, può costituire il fatto nuovo che la – fin qui inconcludente – politica italiana attende da molto tempo. E allora Bersani avrà grossi grattacapi per nascondere le contraddizioni interne alla propria politica, per tenere insieme chi sostiene la strategia europea di Monti con chi la considera rovinosa per il Paese.

(*) Ultim’ora – A Pier Luigi Bersani va dato atto di aver preso le distanze da questa posizione, dando prova di grande lealtà e di maggiore acume politico di alcuni suoi sostenitori. Un flash di agenzia riporta quanto segue: (DIRE) Roma, 15 set. – È possibile che anche elettori del centrodestra vadano a votare nelle primarie del centrosinsitra. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, parlando all’incontro delle Acli ad Orvieto, lo prevede e spiega: “Almeno possono decidere qualcosa, possono cavarsi un gusto…”, perche’ “tutti hanno voglia di partecipare, siamo tutti italiani, anche quelli che votano Berlusconi”. Resta questo curioso considerare gli elettori come ontologicamente (antropologicamente?) “di centrodestra”, che rivela ancora una concezione del gioco politico un po’ troppo legata agli schemi del secolo scorso.

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