7. UNIVERSITÀ: PROMUOVERE L’ECCELLENZA

COME CONSENTIRE AGLI ATENEI DI SCOMMETTERE SULLA PROPRIA CAPACITA’ DI CREARE ECCELLENZA DIDATTICA E DI RICERCA, AL TEMO STESSO RESPONSABILIZZANDO I DOCENTI, I DIRIGENTI AMMINISTRATIVI E GLI STUDENTI CIRCA I RISULTATI

Settima delle schede presentate da Scelta Civica al Governo Letta, 18 giugno 2013 – V. anche la sintesi delle nove schede e il portale dedicato al progetto per il finanziamento indiretto agli atenei basato sugli income contingent loans

Tre importanti programmi europei (Youth on the Move, Youth guarantee, Life-long learning), con i relativi finanziamenti di entità rilevante, costituiscono una sfida per il nostro sistema di istruzione e formazione professionale. Ma l’Italia sembra avere perso contatto con l’UE per questo aspetto.

Qualche esempio concreto. Oggi l’Università italiana è meno attrattiva di ieri per i giovani italiani e stenta a diventarlo per quelli stranieri (3,8% contro l’8,6% della media UE di studenti provenienti dall’estero) e il Rapporto Italia 2013 (ultimi dati EURISPES) fotografa un Paese sempre meno convinto che studiare sia importante e sempre più sfiduciato sul valore reale del titolo di studio, con poco più della metà dei diplomati (52,1%) che si è iscritto all’università (erano circa il 70% dieci anni fa) e un tasso di disoccupazione più elevato e crescente per i laureati (16%) rispetto ai diplomati (12,6%).

Scelta Civica riparte quindi dall’istruzione, con poche parole d’ordine: autonomia, responsabilizzazione e valutazione, mobilità internazionale ed eccellenza universitaria. Sulla base di questi principi intendiamo sostituire la retorica del merito con la cultura del merito.

7.1 Il progetto “Promuovere l’eccellenza”

L’articolo 34 della nostra Costituzione descrive un programma di governo del sistema universitario che è stato disatteso negli anni: gli studenti capaci e meritevoli devono poter raggiungere il più alto grado dell’istruzione in base al loro talento e  indipendentemente dal reddito della famiglia d’origine.

Oggi il costo dell’università è coperto per l’80 per cento da tutti i contribuenti, gravando sulla fiscalità generale. In altri termini, per un curioso paradosso fiscale le famiglie (relativamente) più povere (reddito lordo inferiore ai 31.000 euro, circa il 60% dei contribuenti) pagano l’università anche ai figli di quelle più ricche, con un trasferimento di 2,5 miliardi all’anno circa. Questo sistema non premia direttamente il merito né la qualità dei corsi di studio, né d’altro lato consente agli studenti di scegliere il proprio percorso di studi.

La nostra proposta prevede di creare gradualmente condizioni per lo sviluppo di percorsi di eccellenza in quegli atenei che vorranno scommettere sul potenziamento dei loro settori di punta e sulla competizione internazionale.

Gli strumenti concreti: una reale autonomia alle università nel reperimento di risorse aggiuntive (più qualità, più libertà nel  decidere le tasse di iscrizione: per un ateneo che fosse in grado di creare nuovi corsi di laurea con attrezzatura di eccellenza pe
r 500 studenti, ad esempio, la Fondazione per il Merito potrebbe offrire una garanzia di circa 5 milioni di euro all’anno) e un
accesso finanziato direttamente agli studenti meritevoli (circa 50.000 maturandi con voto superiore a 90/100, per cui si prevede
un prestito d’onore di circa 15.000 euro l’anno, che coprirà i costi di sostentamento e le tasse universitarie di una laurea  magistrale).

Il prestito incomincerà a essere restituito soltanto al raggiungimento da parte dell’interessato di un reddito annuo di 25.000 euro. I casi di mancato raggiungimento di questo livello di reddito, e di conseguente non restituzione del prestito, sono coperti dalla garanzia della Fondazione per il Merito fino al 10 per cento del totale: per l’eventuale eccedenza costituiscono rischio per l’Ateneo, che ne risulta in questo modo responsabilizzato.

Con un modestissimo costo aggiuntivo per il bilancio pubblico, dunque, si può ottenere un rilevante aumento di risorse per gli atenei che sceglieranno la sfida dell’eccellenza e la competizione internazionale. L’autonomia nella gestione del programma (dalle assunzioni alle retribuzioni del corpo docente) è estesa e viene valutata dagli studenti stessi che la premieranno con la loro scelta. Il meccanismo di finanziamento responsabilizza sia gli studenti, sia gli Atenei.
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