ACTIVE AGEING: CHI HA DETTO CHE A 50 ANNI NON SI PUÒ CAMBIARE LAVORO?

ALLA MERLONI DI FABRIANO STANZIATI 35 MILIONI DI EURO PER LA RICOLLOCAZIONE DI OLTRE 1.300 LAVORATORI: UN’ESPERIENZA INTERESSANTE, PUR CON I SUOI LIMITI E DIFETTI, CHE VA SEGUITA DA VICINO 

Articolo pubblicato sul sito Corriere.it, 10 gennaio 2014 – Lo propongo qui come esempio di come si può affrontare correttamente il problema della riqualificazione professionale mirata di un quarantenne o cinquantenne (tenendosi conto del fatto che già oggi il 14 per cento del flusso delle assunzioni regolari in Italia riguarda persone con più di 50 anni); e di come può essere utilizzato bene un “costo di separazione” dell’impresa dal lavoratore, che in questo caso ammonta mediamente a 27.000 euro per persona interessata, cioè circa una annualità di costo del lavoro, e viene ripartito in modo appropriato tra indennità di licenziamento e remunerazione del servizio di outplacement

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Ad animare Fabio, 50 anni, cassintegrato a 850 euro al mese e padre di due figlie che studiano nella vicina Urbino, è la notizia che presto frequenterà un corso di formazione finalizzato all’assunzione in un’azienda metalmeccanica: «So di giocarmi molto in poche ore di apprendimento sulla meccano/pneumatica nella fabbrica che dovrà assumermi».

Giancarlo, 53 anni e oltre sedici addetto alla macchina della stampa serigrafica per i programmi delle lavatrici, è meno ottimista. Anche lui destinatario di 900 euro al mese, non fa mistero di avere un secondo lavoro in nero per sbarcare il lunario e dice che la strada della formazione in un’ottica di ricollocazione è giusta, ma il voucher da 1.300 euro è davvero poco per apprendere un mestiere: «Mio figlio, 24 anni, è un programmatore informatico, viaggia all’estero e ha studiato per questo lavoro. Io? Ho solo la terza media».

Fabrizio, invece, ha seguito un corso di assistenza domiciliare grazie all’aiuto del centro dell’impiego di Tolentino (Macerata) e i fondi dell’Unione europea. Ma vorrebbe diventare mulettista o saldatore e gli hanno assicurato che tra poco partiranno i corsi frutto dell’accordo di programma da 35 milioni di euro tra sindacati, ministero dello Sviluppo ed enti locali (regione Marche e Umbria).

E poi c’è Mauro, 54 anni, ex impiegato nella gestione del personale, si sta specializzando in contabilità e buste paga e nell’attesa di un’occupazione dà una mano ai contribuenti nella dichiarazione dei redditi in un Caf targato Ugl.

Prove di re-impiego dalla regione Marche. Fabio, Giancarlo, Fabrizio e Mauro sono cassintegrati della ex Antonio Merloni, azienda di elettrodomestici di Fabriano commissariata dal ministero dello Sviluppo e nel 2011 venduta all’imprenditore Giovanni Porcarelli per 13 milioni di euro (contro la richiesta di 54 delle banche: è in corso una disputa legale ora in Corte di Appello) che ha ri-assunto 700 degli oltre 2mila lavoratori in organico. Per gli altri 1.300 ora in cassintegrazione è stato ideato un percorso a tappe che ha l’obiettivo di ricollocarli tutti, riconvertendoli in base alla domanda di competenze richieste dal territorio ora alle prese con la crisi dell’elettrodomestico bianco che ha coinvolto anche Indesit.

Una sorta di laboratorio che ha ispirato anche il comma 215 dell’ultima legge di Stabilità che per la prima volta parla di contratto di ricollocazione su base regionale. Attore centrale è Italia Lavoro, ente alle dipendenze del ministero del Welfare guidato da Enrico Giovannini. Ma è solo il partner principale di un piano di intervento improntato alla ricollocazione dei lavoratori in uscita dal ciclo produttivo.

Programma che coinvolge province e regioni, il dicastero dello Sviluppo, organizzazioni datoriali e sindacali. Dice Andrea Cocco, segretario Fim-Cisl Marche, che la direzione intrapresa è senz’altro giusta, ma restano ancora molti gli ostacoli per un modello veramente efficace di outplacement: «Troppi attori in causa, lungaggini burocratiche e un divario importante tra domanda e offerta di lavoro».

Ma è l’unica alternativa alla morfina (temporanea) della cassa integrazione. Continuamente da prorogare per non lasciare senza sussidio i lavoratori. A proposito: alla ex Merloni scadrà a maggio 2014. Nell’attesa Fabio, Giancarlo, Fabrizio e Mauro chiedono (solo) formazione. Meglio se in azienda.

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