CINQUE BUONI MOTIVI PER VOTARE “SCELTA EUROPEA”

COME PENSIAMO DI RIUSCIRE A BATTERE LE RESISTENZE CHE SI OPPONGONO ALLA MODERNIZZAZIONE DELL’ITALIA, DA SINISTRA COME DA DESTRA, SE NON COMPIAMO UNA SCELTA FORTE E UNIVOCA SULLA QUESTIONE CRUCIALE?

Terzo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 296, 19 maggio 2014 – In argomento v. anche Orientamenti per il voto europeo di uno storico della politica, di Livio Ghersi.

Il programma – La proposta di Scelta Europea è quella che con maggiore chiarezza e incisività indica la via della costruzione dell’Europa federale (né il programma del Pd, né tanto meno quello di Forza Italia, menzionano questo obiettivo), cioè degli Stati Uniti d’Europa, con competenza sovrana per la politica estera, per la difesa, per il governo della moneta e del sistema bancario, per l’immigrazione e per l’integrazione dei mercati. Per l’Italia il programma di Scelta Europea indica la strategia dell’integrazione in Europa come l’unica che può sanare i suoi mali storici. Il documento è articolato in 29 punti che meritano di essere letti: neppure uno di essi dice le solite cose su cui tutti sono d’accordo e che dunque sul piano politico non significano nulla.

La posta politica in gioco in Italia – È vero che Matteo Renzi oggi è l’unico leader che possa battere l’antieuropeismo senza capo né coda di Beppe Grillo. Ma lo stesso Renzi potrà vincere questa battaglia soltanto se riuscirà a superare i ritardi e le contraddizioni gravi che ancora caratterizzano il Pd sul terreno della strategia europea dell’Italia; e se saprà nutrire la propria capacità di comunicazione politica di contenuti programmatici coerenti e rigorosi, che oggi si trovano molto più nel programma di Scelta Europea che in quello del Pd.

Il sostegno al polo liberal-democratico nel Parlamento europeo – Tra un PPE che mette insieme, oltre a Silvio Berlusconi, anche il peggio della destra continentale (basti pensare ai neo-fascisti ungheresi), e un PSE che non riesce ancora a liberarsi di tanti luoghi comuni della vecchia sinistra, tra i quali lo schema novecentesco della contrapposizione tra Stato e mercato, è bene che nell’assemblea di Strasburgo si rafforzi il polo laico e liberal-democratico costituito dall’Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa.

L’inconcludenza, oggi, dello spartiacque destra-sinistra – Piaccia o non piaccia, il fatto è che in questo momento in Europa, come in Italia, il discrimine politico decisivo non passa affatto tra “destra” e “sinistra”, ma tra chi vuole costruire l’Europa federale e chi no. Rispetto a questo discrimine, il voto Scelta Europea-ALDE è il più incisivamente e limpidamente orientato nel senso della prospettiva federale. Per l’Italia questa scelta significa la possibilità o no di allinearsi in tempi brevi ai migliori standard europei, battendo la resistenza dei veri conservatori interni, che stanno tanto a destra quanto a sinistra. Come pensiamo di battere le tante resistenze a questo processo di integrazione, con una scelta politica non univoca sulla questionecruciale? (1)

Il candidato presidente Guy Verhofstadt – In queste elezioni per la prima volta scegliamo indirettamente, con il voto per la lista, anche il futuro presidente della Commissione Europea. Dei tre candidati principali – il lussemburghese Jean-Claude Juncker (PPE), il tedesco Martin Shulz (PSE) e il belga Guy Verhofstadt (ALDE) – quest’ultimo, oltre che di gran lunga il più simpatico sul piano personale e l’unico che parla bene l’italiano, è anche il più convinto sostenitore della necessità di accelerare il processo di costruzione dell’Europa Federale. E in politica le persone valgono più dei programmi.

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(1)  Qualcuno obietta che Scelta Europea potrebbe non raggiungere la soglia del 4 per cento. Ma la scelta del voto deve essere compiuta kantianamente secondo il criterio di ciò che riteniamo sarebbe meglio facessero tutti nella medesima situazione. In queste elezioni, comunque, conterà molto di più il dato percentuale, anche sotto la soglia, che il numero dei candidati eletti: quanto maggiore sarà, nello schieramento anti-populista, la percentuale di Scelta Europea, tanto più il voto avrà un significato schiettamente europeista.

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