IL DISCORSO DI VELTRONI AL CIRCO MASSIMO

Roma, 25 ottobre 2008

Quella di oggi, diciamocelo con orgoglio, è la prima grande manifestazione di massa del riformismo italiano, finalmente unito. E lo è perché il Partito Democratico è il più grande partito riformista che la storia d’Italia abbia mai conosciuto. Continua…

TAGLI SENZA CRITERI

Intervista a cura di Federico Ferraù pubblicata su il Sussidiario il 28 ottobre 2008
Clicca qui per scaricare l’intervista dall’archivio di Pietro Ichino.

CAOS PER UNA RIFORMA INESISTENTE

PERCHE’ IL GOVERNO, DOVENDO “TAGLIARE”, NON HA NEMMENO PROVATO A DISTINGUERE TRA STRUTTURE BUONE E CATTIVE? E PERCHE’ CHIAMA “RIFORMA DELLA SCUOLA” CIO’ CHE E’ SOLTANTO RIDUZIONE (SENZA ALCUN CRITERIO) DELLA SPESA PUBBLICA?

Articolo di Andrea Ichino, pubblicato sul Sole 24 Ore il 25 ottobre 2008
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HA ANCORA SENSO PUNTARE ALL’UNITA’ SINDACALE?

CIO’ CHE OCCORRE OGGI E’ PIUTTOSTO UNA CORNICE DI REGOLE DI DEMOCRAZIA SINDACALE CHE CONSENTA A STRATEGIE E MODELLI DI RELAZIONI INDUSTRIALI DIVERSI DI CONFRONTARSI E COMPETERE SENZA PARALIZZARSI A VICENDA

Articolo pubblicato su l’Unità il 25 ottobre 2008, nel primo numero della sua nuova serie

              Ha senso, oggi, auspicare l’“unità sindacale” come la si auspicava negli anni ’70?
             
Potrebbe, forse, avere qualche senso se al tempo stesso indicassimo da che parte avrebbe dovuto stare l’ipotetico sindacato unitario nel 1984, quando il Governo Craxi pose le basi per il superamento della scala mobile; o nel 2001, quando Cisl e Uil firmarono da sole il contratto dei metalmeccanici e la Cgil lo rifiutò; o nel 2002, quando la stessa divisione si manifestò sul “Patto per l’Italia”, premessa per il varo della legge Biagi. Continua…

NEL LIBRO VERDE SUL WELFARE LE GRANDI ASSENTI SONO LE DONNE

UNA PROPOSTA: FLESSIBILIZZIAMO, PARIFICANDOLO, IL LIMITE DI ETA’ PER IL PENSIONAMENTO DI DONNE E UOMINI; AL TEMPO STESSO UTILIZZIAMO I RISPARMI CHE NE CONSEGUIRANNO PER RAFFORZARE E INCENTIVARE IL LAVORO FEMMINILE

Questa è la risposta in forma di lettera aperta – in corso di pubblicazione su la Repubblica del 28 ottobre 2008 – di un gruppo di parlamentari e di studiosi ed esperti in materia di welfare all’invito del ministro Sacconi per la discussione sul suo Libro verde, pubblicato nella primavera scorsa.

Signor Ministro, nelle 25 pagine del suo Libro Verde “La vita buona nella società attiva”, ci sono delle grandi assenti: le donne. Se è vero ‑ come lei scrive – che “vita buona” può esserci in una società attiva, ci chiediamo come possa sfuggire che in Italia le cifre più allarmanti su servizi di assistenza all’infanzia e sul mercato del lavoro riguardino proprio una parte importantissima della popolazione, quella femminile.
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LA LETTERA CHE IL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE NON HA SCRITTO AGLI STUDENTI CHE OCCUPANO LE SCUOLE

COME SI LOTTA DAVVERO PER RENDERE LA SCUOLA PIU’ CAPACE DI ADEMPIERE LA SUA MISSIONE
Articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 16 novembre 1997

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IL DISEGNO DI LEGGE SULLO SCIOPERO VIRTUALE

SENATO DELLA REPUBBLICA
———– XVI LEGISLATURA ———–

DISEGNO DI LEGGE n. 1170

d’iniziativa dei senatori ICHINO, TREU, MORANDO, BONINO, ADRAGNA, BLAZINA, BIONDELLI, CECCANTI, GHEDINI, NEROZZI, PASSONI, PERDUCA, PORETTI, ROILO, TONINI

Disposizioni in materia di sciopero virtuale

Presentato alla Presidenza del Senato il 29 ottobre 2008

 Scarica il documento ufficiale in formato pdf

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N. 29 – 20 ottobre 2008

SCIOPERO NEI SERVIZI PUBBLICI: UN’INIZIATIVA DEL PD E UNA DEL GOVERNO
Mentre  nel PD è in corso di avanzata elaborazione un disegno di legge sullo sciopero virtuale  (per mettere a fuoco il tema ripropongo un articolo in proposito pubblicato sul Corriere della Sera sei anni fa; il testo del progetto sarà disponibile sul sito entro pochi giorni), il ministro del Welfare Sacconi preannuncia un disegno di legge sullo sciopero nei servizi pubblici. La Cgil dice “no” all’iniziativa del Governo; Cisl, Uil e Ugl temperano il loro rifiuto in un “ni”; ma se l’una e le altre volessero impedire l’ingerenza del legislatore nel sistema di relazioni industriali, un modo efficacissimo lo avrebbero: v. il mio articolo pubblicato il 17 ottobre scorso sul Corriere della Sera.

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FATTI GLI ITALIANI, ORA BISOGNA FARNE DEGLI SVEDESI

Messaggio pervenuto il 14 ottobre, a seguito di un incontro pubblico svoltosi a Origgio la sera precedente sull’introduzione nelle nostre amministrazioni pubbliche dei principi di trasparenza e valutazione indipendente

Egregio Professor Ichino buongiorno,
la ringrazio per la bella serata di ieri.
Le scrivo perchè non resisto a una battuta che mi è venuta ieri sera e che considero (che supponenza!) la sintesi del suo intervento e di quello dei partecipanti. Si disse, un secolo e mezzo fa: “fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”; ora direi “fatti gli italiani (sebbene siano venuti così-così), bisogna farne degli svedesi”.
Cordiali saluti
M.V.

Splendido aggiornamento! 

SCIOPERO NEI SERVIZI PUBBLICI: DUE ARTICOLI DI OTTO ANNI FA

L’OBBLIGO DI COMUNICARE PREVENTIVAMENTE AL DATORE DI LAVORO L’ADESIONE INDIVIDUALE ALL’AGITAZIONE SAREBBE GIA’ AGEVOLMENTE DESUMIBILE DALLA LEGGE SULLO SCIOPERO NEI SERVIZI PUBBLICI ESSENZIALI

Articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 21 luglio 2000

          Lo sciopero dei trasporti pubblici milanesi di mercoledì ha riproposto una domanda che da tempo l’uomo della strada si pone: è mai possibile che di fronte alla proclamazione di uno sciopero da parte di una organizzazione sindacale, quale che essa sia, l’azienda che gestisce il servizio non sia in grado di prevedere e comunicare per tempo agli utenti quali mezzi funzioneranno e quali no? La legge stabilisce che lo sciopero deve essere proclamato dall’organizzazione sindacale con un congruo preavviso, in modo che l’azienda possa informarne per tempo gli utenti; ma la stessa legge non dice che anche i singoli lavoratori debbano comunicare all’azienda con congruo preavviso se aderiranno a quello sciopero oppure no. È potuto accadere, così, che una organizzazione minoritaria (lo Slai-Cobas, cui aderisce soltanto l’11% dei dipendenti dell’ATM) proclamasse uno sciopero non voluto dalle confederazioni maggiori, ma che a quello sciopero aderisse poi la maggioranza dei lavoratori, con il risultato di prendere alla sprovvista l’azienda e gli utenti. Continua…

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