CHE COSA IMPEDISCE ALL’ITALIA DI CRESCERE

UNA RASSEGNA DELLE PRINCIPALI QUESTIONI CHE DETERMINANO L’ARRETRATEZZA DEL NOSTRO PAESE

Intervento svolto da Stefano Micossi, presidente di Assonime, all’Università Bocconi di Milano il 13 aprile 2011 e nel corso di un incontro con la Presidenza del Gruppo dei senatori Pd il giorno dopo – Segnalo in particolare il riferimento finale, contenuto in questo intervento, al disegno di legge n. 1873/2009 – In argomento v. anche il mio intervento in Senato del 20 aprile 2011

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LA SICUREZZA NON E’ DATA DALL’INGESSATURA DEL POSTO DI LAVORO

UN ECONOMISTA ITALIANO CHE LAVORA NEGLI USA SPIEGA L’ERRORE DI PROSPETTIVA CHE CI INDUCE A RESTARE ABBARBICATI ALLA NOSTRA VECCHIA DISCIPLINA PROTETTIVA CONTRO I LICENZIAMENTI

Articolo di Alberto Bisin, Professore di economia alla New York University, pubblicato su il Fatto Quotidiano il 13 aprile 2011 (del quale, tranne il riferimento alla mala fede di chi dissente da questa prospettiva, condivido tutto) – In argomento v. ultimamente anche il “botta e risposta” tra Stefano Fassina e me

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L’INTESA PROTEZIONISTICA TACITA CHE BLOCCA L’ITALIA

DA DECENNI IL NOSTRO PAESE ALZA LE BARRICATE OGNI VOLTA CHE UN INVESTITORE STRANIERO SI AZZARDA A INVESTIRE SU DI UN’AZIENDA ITALIANA: IN QUESTO MODO RINUNCIAMO ALL’UNICA RISORSA DI CUI DISPORREMMO ABBONDANTEMENTE PER RILANCIARE LA CRESCITA ECONOMICA

Intervento svolto al Senato durante la sessione antimeridiana del 20 aprile 2011, nel corso dell’esame dell’articolo 7 del decreto-legge 31 marzo 2011 n. 34 (c.d. “decreto Omnibus”) – In argomento v. anche la relazione introduttiva svolta a Ferrara il 5 novembre 2010 e il saggio del 2007 Che cosa impedisce ai lavoratori di scegliersi l’imprenditore  – Inoltre l’intervento del Presidente di Assonime Stefano Micossi del 13 e 14 aprile 2011, prossimamente on line su questo sito

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TOPLEGAL SULLA SENTENZA THYSSEN: IL PRINCIPIO E’ GIUSTO, MA I PROCESSI NON SI FANNO IN PIAZZA

PIÙ CHE LA SENTENZA, CHE ERA IN LARGA MISURA ATTESA, LASCIA PERPLESSI UN TERMINE USATO DAL PUBBLICO MINISTERO IN RIFERIMENTO AGLI IMPUTATI, CHE APPARE COMUNQUE FUORI LUOGO, PER IL SIGNIFICATO CHE ESSO HA ASSUNTO NEL LINGUAGGIO CORRENTE: “CRIMINALITÀ ORGANIZZATA”

Intervista a cura di Amalia Di Carlo, pubblicata su Toplegal il 18 aprile 2011 –  In argomento leggi anche, su questo sito, le interviste pubblicate da la Stampa e dal Secolo XIX  il 17 aprile 2011

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MORALE E POLITICA

LA LEZIONE DEL TEOLOGO ANTINAZISTA DIETRICH BONHOEFFER CONFRONTATA, NEL SESSANTASEIESIMO ANNIVERSARIO DELLA SUA MORTE PER ORDINE DI HITLER, CON L’ESPERIENZA DI OGGI

Introduzione al dibattito organizzato dalla Parrocchia milanese di S. Pietro in Sala il 28 marzo 2011 – V. anche, su questo sito, la mia relazione al convegno su Un uomo di pace in tempo di guerra (26 maggio 2010), nel decennale della morte di Pietro Del Giudice, domenicano del Convento fiorentino di San Marco, capo dei partigiani delle Apuane dall’estate del 1944 alla Liberazione, poi Prefetto di Massa nei mesi immediatamente successivi

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N. 148 – 18 aprile 2011

UN DETTAGLIO CHE SFUGGE ALLA LEGA NORD
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MIRAFIORI, POMIGLIANO E L’ARTICOLO 2112

PIENAMENTE LEGITTIMI NELLA PARTE IN CUI DETTANO LA NUOVA DISCIPLINA ECONOMICA E NORMATIVA DEI RAPPORTI DI LAVORO, GLI ACCORDI FIAT DELLO SCORSO ANNO PRESENTANO INVECE UN ASPETTO CRITICO NELLA PARTE IN CUI ESCLUDONO L’APPLICAZIONE DELLA DISCIPLINA DEL TRASFERIMENTO D’AZIENDA CONTENUTA IN UNA DIRETTIVA EUROPEA E NELL’ARTICOLO 2112 DEL CODICE CIVILE

In attesa della decisione del giudice del lavoro sul ricorso che – secondo quanto annunciato – verrà probabilmente presentato dalla Fiom-Cgil nei giorni prossimi, riporto qui di seguito la seconda parte della mia risposta all’intervento di Luigi Mariucci del 29 dicembre 2010, nel dibattito sugli accordi di attuazione del piano industriale concordato nei mesi precedenti dalla Fiat con Cisl, Uil, Ugl e Fismic per gli stabilimenti di Mirafiori e di Pomigliano

[…]
   2. – Quanto alla clausola dell’accordo di Mirafiori cui L.M. accenna nella parte finale del suo intervento, volta a escludere l’applicabilità della disciplina del trasferimento d’azienda,
   – la Fiat giustifica quella clausola sostenendo che in questo caso non si verifica un trasferimento d’azienda, dal momento che tutta la nuova strumentazione produttiva, con gli ingentissimi investimenti necessari, sarà fornita dalla newco, ovvero la società che assume i lavoratori;
   – d’altra parte, un’ulteriore clausola dell’accordo garantisce comunque ai lavoratori il riconoscimento dell’intera anzianità pregressa e di tutti i diritti già maturati nel precedente rapporto di lavoro;
   – nel caso di ricorso della FIOM in sede giudiziale, la tesi della Fiat potrebbe essere disattesa da un giudice del lavoro, il quale (rifacendosi soprattutto a un orientamento giurisprudenziale della Corte di Giustizia di europea) ritenesse che comunque vi sia trasferimento di azienda per il solo fatto che la nuova impresa assume tutti o la maggior parte dei dipendenti della vecchia impresa; una decisione giudiziale in questo senso avrebbe però soltanto l’effetto di obbligare la Fiat ad esperire la procedura di consultazione sindacale preventiva (coinvolgendo in essa anche la Fiom) e riconoscere la continuità di tutti i rapporti di lavoro, ma – per il motivo detto sopra – non avrebbe effetti sul trattamento economico dei lavoratori.

LA STAMPA: DOPO LA SENTENZA THYSSENKRUPP E’ IL MOMENTO DI AUMENTARE PREVENZIONE E CONTROLLI

UNA PROPOSTA: ADIBIRE AL RUOLO DI ASSISTENTI DEGLI ISPETTORI DEL LAVORO GLI 8000 ADDETTI AL COLLOCAMENTO CHE DAL 1998 NON SONO PIU’ UTILI IN QUELLA FUNZIONE

Intervista a cura di Luigi Grassia, pubblicata da la Stampa il 17 aprile 2011

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IL SECOLO XIX: LA SENTENZA THYSSENKRUPP E GLI INFORTUNI SUL LAVORO IN ITALIA

LA SENTENZA, CHE HA RAVVISATO IL “DOLO EVENTUALE” E QUINDI L’OMICIDIO VOLONTARIO NEL COMPORTAMENTO DEI DIRIGENTI, E’ IMPORTANTE PER IL SUO SIGNIFICATO DI PRINCIPIO – MA PER RIDURRE DRASTICAMENTE IL TASSO DI INFORTUNI SUL LAVORO IN ITALIA OCCORRE PROMUOVERE LA CULTURA DELLA DELLA LEGALITA’ E DELLA SICUREZZA E RENDERE PIU’ CAPILLARI I CONTROLLI

Intervista a cura di Gilda Ferrari, pubblicata sul Secolo XIX il 17 aprile 2011

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IL REGNO UNITO CI INSEGNA COME SI FA UNA RIFORMA ELETTORALE

IL 5 MAGGIO PROSSIMO I CITTADINI BRITANNICI SARANNO CHIAMATI A UN REFERENDUM CONSULTIVO SUL PASSAGGIO AL SISTEMA ELETTORALE “AUSTRALIANO”, CIOE’ SEMPRE UNINOMINALE, MA CON “VOTO TRASFERIBILE”: UNA LEZIONE DI CIVILTA’ POLITICA SULLA QUALE DOVREMMO RIFLETTERE

Si trovano qui sotto i link al delizioso cartone animato e all’opuscolo, entrambi curati e pubblicati dalla Commissione Elettorale del Regno Unito, che vengono distribuiti in questi giorni a cinquanta milioni di elettori, per spiegare loro i termini della scelta cui saranno chiamati, nel referendum del 5 maggio prossimo, tra il mantenimento del sistema elettorale attuale del c.d. “uninominale secco” (a un solo turno, nel quale il candidato che ha avuto più voti risulta eletto, anche se non ha raggiunto la maggioranza assoluta dei voti) e il passaggio al sistema dell’uninominale con voto alternativo (nel quale ogni elettore può esprimere, oltre alla prima, anche ulteriori preferenze, che vengono conteggiate soltanto se nessun candidato raggiunge la maggioranza assoluta delle prime preferenze)

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