LA LETTERA CHE IL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE NON HA SCRITTO AGLI STUDENTI CHE OCCUPANO LE SCUOLE

COME SI LOTTA DAVVERO PER RENDERE LA SCUOLA PIU’ CAPACE DI ADEMPIERE LA SUA MISSIONE
Articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 16 novembre 1997

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IL DISEGNO DI LEGGE SULLO SCIOPERO VIRTUALE

SENATO DELLA REPUBBLICA
———– XVI LEGISLATURA ———–

DISEGNO DI LEGGE n. 1170

d’iniziativa dei senatori ICHINO, TREU, MORANDO, BONINO, ADRAGNA, BLAZINA, BIONDELLI, CECCANTI, GHEDINI, NEROZZI, PASSONI, PERDUCA, PORETTI, ROILO, TONINI

Disposizioni in materia di sciopero virtuale

Presentato alla Presidenza del Senato il 29 ottobre 2008

 Scarica il documento ufficiale in formato pdf

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N. 29 – 20 ottobre 2008

SCIOPERO NEI SERVIZI PUBBLICI: UN’INIZIATIVA DEL PD E UNA DEL GOVERNO
Mentre  nel PD è in corso di avanzata elaborazione un disegno di legge sullo sciopero virtuale  (per mettere a fuoco il tema ripropongo un articolo in proposito pubblicato sul Corriere della Sera sei anni fa; il testo del progetto sarà disponibile sul sito entro pochi giorni), il ministro del Welfare Sacconi preannuncia un disegno di legge sullo sciopero nei servizi pubblici. La Cgil dice “no” all’iniziativa del Governo; Cisl, Uil e Ugl temperano il loro rifiuto in un “ni”; ma se l’una e le altre volessero impedire l’ingerenza del legislatore nel sistema di relazioni industriali, un modo efficacissimo lo avrebbero: v. il mio articolo pubblicato il 17 ottobre scorso sul Corriere della Sera.

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FATTI GLI ITALIANI, ORA BISOGNA FARNE DEGLI SVEDESI

Messaggio pervenuto il 14 ottobre, a seguito di un incontro pubblico svoltosi a Origgio la sera precedente sull’introduzione nelle nostre amministrazioni pubbliche dei principi di trasparenza e valutazione indipendente

Egregio Professor Ichino buongiorno,
la ringrazio per la bella serata di ieri.
Le scrivo perchè non resisto a una battuta che mi è venuta ieri sera e che considero (che supponenza!) la sintesi del suo intervento e di quello dei partecipanti. Si disse, un secolo e mezzo fa: “fatta l’Italia, bisogna fare gli italiani”; ora direi “fatti gli italiani (sebbene siano venuti così-così), bisogna farne degli svedesi”.
Cordiali saluti
M.V.

Splendido aggiornamento! 

SCIOPERO NEI SERVIZI PUBBLICI: DUE ARTICOLI DI OTTO ANNI FA

L’OBBLIGO DI COMUNICARE PREVENTIVAMENTE AL DATORE DI LAVORO L’ADESIONE INDIVIDUALE ALL’AGITAZIONE SAREBBE GIA’ AGEVOLMENTE DESUMIBILE DALLA LEGGE SULLO SCIOPERO NEI SERVIZI PUBBLICI ESSENZIALI

Articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 21 luglio 2000

          Lo sciopero dei trasporti pubblici milanesi di mercoledì ha riproposto una domanda che da tempo l’uomo della strada si pone: è mai possibile che di fronte alla proclamazione di uno sciopero da parte di una organizzazione sindacale, quale che essa sia, l’azienda che gestisce il servizio non sia in grado di prevedere e comunicare per tempo agli utenti quali mezzi funzioneranno e quali no? La legge stabilisce che lo sciopero deve essere proclamato dall’organizzazione sindacale con un congruo preavviso, in modo che l’azienda possa informarne per tempo gli utenti; ma la stessa legge non dice che anche i singoli lavoratori debbano comunicare all’azienda con congruo preavviso se aderiranno a quello sciopero oppure no. È potuto accadere, così, che una organizzazione minoritaria (lo Slai-Cobas, cui aderisce soltanto l’11% dei dipendenti dell’ATM) proclamasse uno sciopero non voluto dalle confederazioni maggiori, ma che a quello sciopero aderisse poi la maggioranza dei lavoratori, con il risultato di prendere alla sprovvista l’azienda e gli utenti. Continua…

SCIOPERO NEI SERVIZI PUBBLICI: SINDACATI, NON ASPETTATE IL MINISTRO

PER DIFENDERE L’AUTONOMIA COLLETTIVA DALL’INGERENZA DELLO STATO OCCORRE UN SISTEMA DI RELAZIONI INDUSTRIALI FORTE, CAPACE DI PRODURRE BUONI ACCORDI NEI TEMPI NECESSARI. FINORA NON SEMBRA IL NOSTRO CASO

Articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 17 ottobre 2008

          Al Governo che intende intervenire con una legge sullo sciopero la Cgil contrappone il suo ormai consueto secco “no”, mentre Cisl e Uil temperano il loro rifiuto in un “ni”. Ma se l’una e le altre volessero, il modo per impedire l’intervento legislativo lo avrebbero, ed efficacissimo: basterebbe che fossero loro a regolare incisivamente la materia nell’accordo interconfederale con le associazioni imprenditoriali, il cui negoziato langue da mesi. Anzi, avrebbero già dovuto averlo fatto molti anni fa: non perché tirate per i capelli, ma di propria iniziativa e nel proprio prioritario interesse. Vediamo perché. Continua…

SCIOPERO VIRTUALE: UN ARTICOLO DI SEI ANNI FA

NELLA SOCIETA’ DELL’INFORMAZIONE NON VINCE CHI PRENDE LA CITTADINANZA IN OSTAGGIO, MA CHI NE CONQUISTA IL CONSENSO

Articolo pubblicato sul Corriere della Sera il 30 gennaio 2002      

       Oggi sciopero generale, dell’industria e dei servizi; ma non è la stessa cosa quando a scioperare sono gli operai di una fabbrica e quando a farlo sono i conducenti di tram e autobus. Continua…

IL NOBEL A PAUL KRUGMAN. LA COSCIENZA DI UN LIBERAL

E’ COMPITO DELLA BUONA POLITICA FAR NASCERE E RAFFORZARE LA “CLASSE MEDIA”

Una mia recensione in corso di pubblicazione sul n. 4/2008 della Rivista italiana di diritto del lavoro

          L’ultimo libro del grande economista statunitense insignito nei giorni scorsi del premio Nobel, The Conscience of a Liberal  (New York-Londra, Norton, 2007, pp. 296, $ 25,95, ora disponibile anche in traduzione italiana: Bari, Laterza, 2008) muove dalla constatazione di un fenomeno ben noto alle scienze sociali, i cui riflessi sull’effettività del diritto del lavoro abbiamo recentemente discusso in questo sito: l’enorme aumento delle disuguaglianze nei redditi di lavoro e nella ricchezza verificatosi negli ultimi tre decenni rispetto alla situazione degli anni ’50, ’60 e ’70, la polarizzazione del mercato del lavoro fra lavoratori molto forti e lavoratori molto deboli, con il progressivo assottigliamento delle file della classe media (primo capitolo: “come eravamo”).
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N. 28 – 13 OTTOBRE 2008

NOTE IN MARGINE ALLA GRANDE CRISI: LA LIBERA CONCORRENZA NON ESISTE ALLO STATO DI NATURA
Il mercato concorrenziale moderno è una forma di organizzazione dell’economia estremamente sofisticata  (e vulnerabile), per nulla spontanea, cui si arriva soltanto al culmine di un’evoluzione plurimillenaria. Per funzionare bene esso ha bisogno di essere sorretto da uno Stato altrettanto evoluto; e in tal caso esso costituisce il first best non solo sotto il profilo dell’efficienza, ma anche sotto quello dell’equità e della libertà delle persone. Quando, però, il meccanismo si inceppa, può essere necessario tornare temporaneamente indietro di un gradino nella scala evolutiva (su questo tema V. un mio breve articolo pubblicato oggi su il Riformista).

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LA MANIFESTAZIONE E LA CRISI ECONOMICA

Intervista a cura di Francesco Bei pubblicata su la Repubblica il 13 ottobre 2008
Clicca qui per scaricare l’intervista dall’archivio di Pietro Ichino.

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