N. 117 – 6 settembre 2010

OGNI GIORNO NUOVE ADESIONI “PESANTI” AL MANIFESTO PER L’UNINOMINALE

Al Manifesto per l’Uninominale, pubblicato il 28 agosto sul Corriere della Sera, arrivano ogni giorno centinaia di adesioni, anche di politici e studiosi di prima grandezza (v. alcuni nomi e dati in calce al testo dell’appello); venerdì alle 13 abbiamo superato le 1100 adesioni e la raccolta di fondi ha raggiunto quota 8500 euro. Altri documenti in argomento:
– una scheda tecnica sulla nozione, le possibili varianti e gli effetti dell’uninominale maggioritario;
– la mia risposta (Corriere della Sera di sabato) ad Augusto Barbera, Mario Segni e Arturo Parisi, che sullo stesso quotidiano il giorno precedente hanno manifestato interesse e disponibilità a collaborare, a condizione che la proposta di riforma venga definita in modo più preciso;
la presa di posizione favorevole di Angelo Panebianco sul Corriere della Sera di lunedì;
– ancora sul Corriere della Sera, mercoledì Giovanni Sartori si pronuncia a favore del modello francese: Uninominale sì, ma a doppio turno (ivi anche la mia risposta al capo-scuola dei politologi italiani, pubblicata sullo stesso quotidiano il giorno dopo).

LA SFIDA DEL PIANO FIAT PER IL SISTEMA ITALIANO DELLE RELAZIONI INDUSTRIALI
V. l’editoriale di Innocenzo Cipolletta sul Sole 24 Ore di mercoledì, sulla necessità di un intervento legislativo: Gli accordi separati ok, purché siano chiari i requisiti per la loro efficacia; inoltre la mia intervista a polisblog.it di giovedì.
Tutti gli interventi e i documenti pubblicati in precedenza sulla vicenda di Pomigliano, e più in generale sul piano industriale di Marchionne, sono reperibili nella sezione Sindacato.

CINQUE DOMANDE A SACCONI SULLA PARTECIPAZIONE DEI LAVORATORI IN AZIENDA
Sono quesiti precisi che pongo al ministro del Lavoro dopo la sua lettera al Foglio di martedì (v.anche questa nel post), nella quale egli sostanzialmente ribadisce il proprio intendimento di continuare a tener fermo il disegno di legge sul quale si è raggiunto l’anno scorso un amplissimo consenso in seno alla Commissione Lavoro del Senato.

PERCHE’ NON SIAMO UN PAESE PER SCIENZIATI
I dati e le cause dell’inettitudine dell’Italia a trattenere i ricercatori migliori e a offrire loro ambienti adatti a valorizzarne le capacità, nell’editoriale di Irene Tinagli per la Stampa del 30 agosto.

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