COME SI SUPERA L’APARTHEID TRA PROTETTI E NON PROTETTI NEL MERCATO DEL LAVORO

IL PROGETTO PER LA TRANSIZIONE ALLA FLEXSECURITY IN 30O PAROLE

 

Articolo pubblicato sul settimanale Oggi il 13 gennaio 2009


Il problema del sostegno del reddito dei disoccupati non sta tanto nel costo, quanto nei possibili effetti indesiderati: il beneficio rischia infatti di “addormentare” la ricerca di un nuovo lavoro. Questo rischio si può evitare se si coniuga strettamente l’indennità con iniziative efficaci per la riqualificazione e il ricollocamento al lavoro; ma i servizi pubblici in questo campo, nel nostro Paese, funzionano molto male. Il che costituisce oggi, ovviamente, un problema anche in quella metà del tessuto produttivo nella quale opera un trattamento di disoccupazione decente.

            Una via per uscirne c’è, a basso costo per lo Stato. Basterebbe disporre che tutte le nuove assunzioni – salve pochissime eccezioni ‑ avvengano a tempo indeterminato, ma con maggiore libertà per le imprese di licenziare in caso di necessità economica od organizzativa; e con un obbligo per le imprese stesse di garantire a tutti coloro che perderanno il posto, per mezzo di agenzie appositamente attivate, servizi di assistenza efficienti e un trattamento di disoccupazione robusto, “alla danese”. Più i servizi saranno efficienti, più corto sarà il periodo di disoccupazione, quindi più basso sarà il costo per le imprese: ecco un forte incentivo a far funzionare bene il meccanismo. Questa garanzia per tutti i nuovi assunti costerebbe alle imprese molto meno di quel che si pensa: mediamente lo 0,5 per cento del monte-salari dei lavoratori interessati (per i dettagli del progetto e i conti rinvio al mio sito: www.pietroichino.it). Compensare in parte quel maggior costo con uno sgravio fiscale costerebbe allo Stato, a regime, meno di 500 milioni. In questo modo, comunque, le imprese guadagnerebbero in flessibilità nei nuovi rapporti; e si avvierebbe gradualmente il superamento totale del regime di apartheid che oggi divide i lavoratori precari dai protetti: tutti i nuovi assunti godrebbero di un regime di protezione di tipo nord-europeo. Si chiama flexsecurity: coniugazione di flessibilità e sicurezza.

 

 

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