SE NON PER AMOR DI PATRIA, ALMENO PER INTERESSE – 1

LA SPERANZA DI SOLUZIONE DELLA CRISI ISTITUZIONALE GRAVISSIMA CHE DA MESI ATTANAGLIA IL PAESE, E CHE IN QUESTI GIORNI SI STA AGGRAVANDO IN MODO IMPRESSIONANTE, POGGIA SULLA SOLA ISTITUZIONE ANCORA RIMASTA INDENNE

Editoriale telegrafico per la Newsletter n. 137, del 31 gennaio 2011

Nonostante la paralisi che ormai da mesi attanaglia il Consiglio dei ministri e il Parlamento nazionale, e che in questi giorni si è ulteriormente aggravata, il Paese per ora resta in piedi. Probabilmente lo dobbiamo al fatto che molte delle funzioni principali di governo sono ormai accentrate nell’Unione Europea o decentrate a Regioni e Comuni. Ma non facciamoci illusioni: se non usciamo dalla paralisi, il nostro debito pubblico verrà declassato nel mercato finanziario globale; e sarà un guaio colossale per tutti: anche per chi non nutre amor di Patria, ma solo del campanile o del portafoglio  (v. il mio secondo editoriale di oggi). La speranza di tutti, in questa crisi istituzionale gravissima e sempre più pericolosa, oggi ha un solo fondamento solido, il Presidente della Repubblica. Nei giorni difficili che ci attendono, ascoltarne i moniti e rispettarne le indicazioni non sarà soltanto un dovere civico, ma interesse immediato di tutti: istituzioni, forze politiche, ciascuno di noi cittadini.

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