BONINO SUL FONDO PER IL SOSTEGNO AL LAVORO FEMMINILE: RESTITUITE IL MALTOLTO

IL GOVERNO AVEVA ANNUNCIATO CHE I RISPARMI DERIVANTI DALLA PARIFICAZIONE DELL’ETA’ PENSIONABILE NEL SETTORE PUBBLICO SAREBBERO STATI DESTINATI INTERAMENTE A UN FONDO PER IL SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA E AL LAVORO DELLE DONNE – A UN ANNO DI DISTANZA QUEL FONDO E’ SPARITO NEL NULLA

Intervento in Senato di Emma Bonino, nella seduta pomeridiana del 4 maggio 2011, durante la discussione del documento di economia e finanza 2011 In argomento leggi anche la risoluzione Bonino Germontani Ichino sul documento di economia e finanza (DEF), discussa dal Senato (e respinta per quattro soli voti) il 4 e 5 maggio 2011 – In argomento v. anche la trascrizione della registrazione dei miei interventi, al Forum promosso dal Partito radicale a Roma il 9 dicembre 2008, sul tema: In pensione quando? Al lavoro come? Donne, crisi economica, vulnerabilità sociale, occupazione, equiparazione

BONINO (PD). Signor Presidente, colleghi, anche a nome degli altri firmatari dell’emendamento 5.1, non posso accettare l’invito al ritiro, e chiedo un attimo del tempo dei colleghi, perché si tratta – credo – di un elemento piuttosto importante rispetto alle dichiarazioni che sempre vengono fatte di politiche tese al sostegno delle famiglie e delle donne, in particolare, che si sprecano o comunque sono molto abbondanti sia in quest’Aula che fuori.

L’emendamento 5.1, che in parecchi abbiamo presentato, afferma una cosa semplice, chiedendo alla maggioranza di applicare la sua legge, il decreto-legge n. 78 del 2010, che diceva semplicemente che i risparmi dovuti all’innalzamento e all’equiparazione dell’età pensionabile delle donne nel pubblico impiego andavano devoluti per interventi dedicati a politiche sociali e familiari, con particolare attenzione alla non autosufficienza e all’esigenza di conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare delle lavoratrici.

Il decreto inoltre, all’articolo 3 (sempre il nostro decreto), «cifrava» questi risparmi in 120 milioni nel 2010, 242 milioni nel 2011, fino al 2020, per un totale di 3 miliardi e 950 milioni.

L’emendamento tende esattamente ad applicare questa vostra legge, perché nel Documento non c’è più traccia né di interventi né di questi fondi, e nelle tabelle, signor relatore, ci sono i 40 milioni, non i 4 miliardi, molte volte annunciati e ripetuti dal ministro Carfagna.

Qui non si tratta di ulteriori spese, colleghi, ma si tratta semplicemente del fatto che quei risparmi voi avevate deciso di dedicarli alle donne e alle famiglie di questo Paese per facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro delle donne italiane che, come è noto, è patetico: siamo infatti quasi gli ultimi in Europa, ci salva solo Malta.

Per quale motivo adesso questi 4 miliardi siano spariti e perché, bizzarramente, di fronte ad uno scippo legale e illegale, il Governo e la maggioranza in modo tetragono insistano a dire che questi soldi non torneranno alle famiglie e alle donne italiane, mi è davvero incomprensibile, ma è soprattutto incomprensibile rispetto alle dichiarazioni che fate sempre. Io non vi chiedo più soldi: chiedo che voi manteniate fede ad una vostra legge.

In più, non è vero neanche che l’emendamento sia così dettagliato, tant’è vero che vi avevamo proposto di accogliere anche solo il comma che dice che il Governo si impegna a presentare un programma entro il 30 giugno. Neanche quello avete accolto.

La prossima volta che in qualche comizio vi sentirò parlare delle donne e dell’attenzione di questa maggioranza alle famiglie italiane… Abbiate pietà: non sarà veramente più sostenibile. (Applausi dal Gruppo PD e della senatrice Giai). E non mi rivolgo alle donne della maggioranza, ma a tutti i componenti della maggioranza.

Questa è una legge che voi avete fatto. Fate il favore almeno di rispettarla. (Applausi dal Gruppo PD e dei senatori Giai e Pardi).

Infine, chiedo la votazione nominale con scrutinio simultaneo, mediante procedimento elettronico.

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