CON FRANCO MARINI IL PD SI AVVIA A FAR SUA LA LINEA DEL “CONTRATTO UNICO”

L’APERTURA DELLA DIREZIONE DEL PD ALLA SOLUZIONE DELINEATA NELL’INTERVISTA DELL’EX-SEGRETARIO DELLA CISL DISCHIUDE PROSPETTIVE NUOVE E INCORAGGIANTI PER L’INIZIATIVA DEL GOVERNO MONTI SU QUESTO TERRENO: L’IPOTESI DEL PROGETTO BOERI-GARIBALDI COMBINATO CON UNA SPERIMENTAZIONE DELLA FLEXSECURITY

 Il mio editoriale pubblicato su Europa del 6 gennaio 2012, col quale ho commentato l’intervista di Franco Marini pubblicata dallo stesso quotidiano due giorni prima e l’apertura in proposito da parte della Direzione del Pd

 Scarica l’intervista di Europa del 4 gennaio a Franco Marini

 Scarica il servizio di Europa del 5 gennaio sull’apertura di Bersani all’idea lanciata da Marini

Un anno e mezzo fa non soltanto firmai il disegno di legge Nerozzi (n. 2000/2010), sostanzialmente ispirato al progetto Boeri-Garibaldi, perché lo consideravo un passo avanti importante nella direzione giusta; ma diedi anche un contributo forse non secondario alla sua stesura tecnica. Considero dunque molto positivo il fatto che, a seguito dell’intervista di Franco Marini di martedì scorso, i dirigenti di vertice del Pd si orientino nel senso di un’apertura in questa direzione.
La soluzione modellata su quel progetto ha però due difetti. Il primo è costituito da quella soglia dei tre anni, che rischia di diventare un nuovo “scalone” difficilmente superabile da parte dei new entrants, analogamente a quanto è accaduto in questi anni con il limite dei 36 mesi per i rinnovi dei contratti a termine.
Inoltre il progetto Boeri-Garibaldi non affronta la questione della riforma degli ammortizzatori sociali: in una situazione nella quale le risorse pubbliche sono scarsissime, questo problema rischia dunque di rimanere irrisolto. Il progetto flexsecurity, invece, responsabilizzando le imprese per la sicurezza economica dei lavoratori licenziati in cambio dell’azzeramento del ritardo nell’aggiustamento degli organici, risolve questo problema a costo zero per lo Stato.
Sono questi i motivi per cui spero che, al dunque, anche la sinistra politica e sindacale si renda conto di quanto sia più organica e risolutiva la soluzione delineata nel disegno di legge n. 1873/2009 (quello di cui sono primo firmatario). Se, però, questa soluzione dovesse rivelarsi non politicamente praticabile nell’immediato, considererei un ottimo compromesso una prima riforma modellata sul progetto Boeri-Garibaldi, accompagnata con l’apertura della possibilità di sperimentazione del modello flexsecurity sulla base di accordi aziendali, e/o di accordi-quadro regionali o provinciali. Il metodo della sperimentazione, del pragmatico try and go anglosassone, può essere il modo migliore per superare la vischiosità del dibattito politico-sindacale su questi temi molto caldi.

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