LE RAGIONI DELLA RIFORMA DEL SISTEMA DI RELAZIONI INDUSTRIALI

UN SICILIANO CHE HA STUDIATO IN GERMANIA SPIEGA LA RAGION D’ESSERE DELLE “CLAUSOLE DI USCITA” DAL CONTRATTO NAZIONALE OPERANTI IN QUEL PAESE

Lettera pervenuta il 20 febbraio 2009

Egregio Prof. Ichino,

Mi chiamo Matteo Marino ho 33 anni, vivo a Catania dove svolgo l’attività di consulente d’impresa.  Sono  appassionato sostenitore di un cambiamento profondo delle regole che attualmente disciplinano il nostro mercato del lavoro.

Ho svolto la mia tesi di laurea in Germania sul tema del  federalismo nel diritto del lavoro.  Nel 2005 ho anche realizzato un articolo pubblicato sulla rivisto “Il diritto del Lavoro”  dal titolo: la flessibilità del lavoro in Germania spunti di riflessione e di comparazione con il d.lgs. 276/2003.
Ho potuto constatare personalmente la necessità di operare una modifica sostanziale dell’attuale sistema di protezione e di regolazione del mercato del lavoro.
Dopo la laurea, infatti, per diversi anni ho provato su me stesso cosa vuol dire essere precario e non trovare alcuno spazio nel mondo del lavoro. Il motivo era sempre uguale: mancanza di esperienza lavorativa. Frustrante per chi come me, pur avendo dedicato molti anni allo studio, non trovava alcuna possibilità. Vedevo concretizzare sulla “mia pelle” quello che prima avevo sostenuto durante i miei studi: la iper-tutela  di una parte dei lavoratori impedisce di fatto, a coloro che non possiedono ( per i motivi più disparati) lo stesso livello di “appetibilità” nel mercato del lavoro, un accesso stabile al mondo lavorativo.
Tali tesi, come Lei sa benissimo, non trova il sostegno della maggioranza dei Giuslavoristi.  Spesso mi chiedo se alcuni di loro sappiano realmente cosa sia il mondo del lavoro e il precariato.
Occorre necessariamente che si arrivi ad un avvicinamento delle regole del lavoro ai lavoratori , sia sul piano delle tutele, sia sul piano delle relazioni industriali.
Su questo punto vorrei apportare il mio modesto contributo al dibattito che in questi giorni divide il sindacato sulla possibilità di variare, a livello di contrattazione aziendale, quanto stabilito dal contratto collettivo di primo livello.
In Germania a causa, sia delle ben note diversità economico-sociali tra Est e Ovest, sia della consapevolezza dei diversi andamenti dei mercati di prodotti e servizi, la contrattazione collettiva di primo livello (pur mantenendo un ruolo fondamentale nelle dinamiche delle relazioni industriali) è divenuta una cornice all’interno della quale si stabiliscono le variazioni e le “aperture” a livello di contrattazione collettiva decentrata.
Grazie alle cd. Offnungsklausel (letteralmente clausole d’uscita) si stabilisce a livello di contrattazione collettiva nazionale di settore quali aperture possono essere apportate a livello aziendale tendo conto dell’andamento dei mercati, della produttività aziendale, delle previsioni di sviluppo di settore, anche della diversificazione territoriale nel caso di aziende di grandi dimensioni, come  per esempio la VW, che si trovano in diverse  parti del territorio nazionale.
In questo modo è possibile conciliare la necessità di ancorare alla produttività aziendale, le dinamiche salariali e l’orario di orario di lavoro con la necessità di una regolazione di detti elementi a livello nazionale di settore.  In parole povere il sindacato  contrattando le aperture di primo livello può gestirle a livello aziendale nei limiti consentiti.
Perché non realizzare un sistema simile anche nel nostro Paese, adattandolo chiaramente alle caratteristiche delle nostre relazioni industriali?

Nella speranza di essere stato sufficientemente chiaro, le porgo cordiali saluti.

Matteo Marino

A questo risultato mira la clausola sulla derogabilità del contratto nazionale in sede aziendale, contenuta nell’intesa firmata il 22 gennaio scorso da Cisl, Uil, Ugl e Confindustria. Per una trattazione più ampia della questione rinvio al saggio Che cosa impedisce ai lavoratori di sceglersi l’imprenditore, che sviluppa il tema già trattato nel libro A che cosa serve il sindacato?     (p.i.)

 

 

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