CHE LA SPESA ALIMENTARE SI SIA RIDOTTA NON È AFFATTO UN SEGNALE NEGATIVO

PROBABILMENTE LA RIDUZIONE DIPENDE DA UN MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DEI NOSTRI CONSUMI – MENTRE È ASSAI PIÙ IMPORTANTE CHE AUMENTI LA NOSTRA CAPACITÀ DI SPESA IN ALTRI SETTORI, DI IMPORTANZA OGGI PIÙ CRUCIALE PER IL NOSTRO BENESSERE

Articolo di Andrea Ichino, pubblicato sul Corriere della Sera il 14 marzo 2012

Siamo ipernutriti. L’obesità, soprattutto tra i bambini, sta diventando un’emergenza sanitaria nazionale. Perchè dovremmo preoccuparci se la spesa alimentare pro capite a prezzi costanti è recentemente diminuita tornando ai livelli di trent’anni fa, come ci ha rivelato una ricerca di Intesa – San Paolo? Stiamo semplicemente spendendo di meno per cibo, bevande e tabacco. Sarebbe quasi sorprendente, anzi preoccupante, se continuassimo a spendere indefinitamente di più, in una crescente e inquietante “Grande Bouffe”. Sono altri i beni di consumo di cui vorremmo che la spesa crescesse.
E poi il calo, come gli autori dello studio ci ricordano, riguarda in particolare un trend decennale di diminuzione del consumo di tabacco, consumo i cui danni alla salute sono stati ampiamente dimostrati dalla ricerca medica.  Per quel che riguarda le bevande, se la diminuzione riguardasse soprattutto quelle gasate e zuccherate ci farebbe solo bene: in Francia il loro consumo è stato recentemente tassato soprattutto per gli effetti dannosi sui bambini. Forse dovremmo gioire per la riduzione di questi consumi dannosi.
Perché poi stupirsi se spendiamo di più per energia e trasporti che non per gli alimenti. È vero che siamo mediamente più alti e pesiamo di più di trent’anni fa ma il nostro fabbisogno alimentare non può essere aumentato di molto. Mentre è cresciuto enormemente il nostro fabbisogno energetico e di mobilità geografica per soddisfare il quale possiamo usare prodotti di qualità sicuramente migliore di quella prevalente intorno alla metà del secolo scorso. La qualità di un pacco di pasta o di un chilo di pomodori forse è rimasta costante, se non addirittura diminuita, mentre la qualità dei mezzi di trasporto (pensiamo solo alla loro sicurezza) è aumentata enormemente. Perché stupirsi se spendiamo di più per questo?
In somma: un balzo in avanti forse, non un balzo indietro.

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