SULLA QUESTIONE SE RICANDIDARMI AL PARLAMENTO, OPPURE NO

MI SONO ARRIVATI SOLTANTO INVITI AD ACCETTARE UNA EVENTUALE NUOVA CANDIDATURA, E NESSUN INVITO IN SENSO CONTRARIO; RINGRAZIO TUTTI DI CUORE (ANCHE SE LA QUESTIONE RESTA APERTA, PER I NUMEROSI MOTIVI CHE HO ESPOSTO LA SETTIMANA SCORSA)

Selezione dei messaggi e lettere pervenuti il 21 maggio 2012 e nei giorni seguenti, a seguito della pubblicazione del messaggio di Franco Debenedetti, con la mia risposta, della settimana precedente

ANTONINO LEONE, RESPONSABILE PD PER LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE, VERONA
Caro Pietro,
dopo aver seguito e condiviso le tue proposte attraverso la stampa, il tuo blog e in incontri organizzati a Verona, ritengo che il tuo impegno politico sconvolge lo status quo e prospetta dei cambiamenti eccezionali a favore di coloro che chiedono equità e trasparenza. Alle tue proposte seguono consensi convinti, dissensi costruttivi e dissensi legati alla paura di generare degli effetti non prevedibili e non gestibili con gli strumenti del passato e ad una visione ideologica della società che non tiene conto dei cambiamenti intervenuti nel pianeta. Quest’ultima posizione è rappresentata anche da coloro che sono titolari di privilegi che non intendono perdere a vantaggio dei meno fortunati.
La tua non candidatura significherebbe lasciare spazio nelle istituzioni a coloro che non avvertono la necessità di un nuovo equilibrio equo e responsabile. Inoltre, i lettori del tuo sito, gli elettori e gli iscritti al Pd che condividono le tue idee rimarrebbero orfani e senza punti di riferimento in settori molto importanti: lavoro, Pubbliche Amministrazioni ed altri settori.
Non rappresentare più a livello istituzionale le tue proposte non condizionerebbe o non arricchirebbe le scelte future del Partito
Democratico nella prossima legislatura e, quindi, ci troveremmo ad accettare supinamente scelte non puntuali rispetto ai tempi che viviamo.
La scelta peggiore di un politico è quella di pensare e di prodigarsi in funzione della propria sopravvivenza politica. Per tale motivo spesse volte è assente una capacità strategica di medio e lungo termine. Questo non è il tuo caso e per tale motivo sono convinto che la tua candidatura nelle prossime elezioni politiche sia essenziale.
L’alternativa di operare dall’esterno non offre tutte quelle possibilità che un politico serio e competente può utilizzare per avviare il cambiamento necessario nel Pd e nella società. Ricorda tutti gli incontri ai quali hai partecipato ed i semi che hai piantato che non possono essere distrutti dall’erbaccia.
Dopo il Governo Monti occorre una classe politica competente che sappia affrontare i problemi complessi del terzo millennio.
La tua candidatura ha questo scopo per il bene del Paese.
Antonino Leone
Responsabile PA del Pd di Verona

ENRICO BORG, CONSIGLIERE PD DELLA PROVINCIA DI MILANO
Caro Senatore,
permettimi di rivolgermi a te con un confidenziale tu visto che abbiamo in comune le tessere del PD e della CGIL e ci siamo anche stretti la mano un paio di volte.
Dopo aver letto la tua risposta a Franco De Benedetti sulla newsletter che ricevo settimanalmente e che mi offre sempre spunti di approfondimento di grande interesse, avrei un paio di cose da aggiungere, se avrai la cortesia di leggerle.
Innanzitutto, essendo come avrai capito un tuo estimatore, confido in una tua scelta di continuità dell’esperienza parlamentare nelle nostre fila anche nella prossima legislatura. E non ho dubbi sull’opportunità che il PD debba riproporre il tuo nome nelle proprie liste.
Io sono tra coloro che giudicano il lavoro da te svolto in questi anni in Senato di grande importanza sia per il merito delle questioni da te sollevate e condotte con pazienza e tenacia e sia per il metodo dell’approccio laico e del confronto pubblico aperto e coraggioso. Credo di poter dire che il rilievo che ha assunto la tua presenza vada al di là dei risultati ottenuti nelle commissioni o in Parlamento ma frutti dei tuoi studi e delle tue posizioni possono essere colti anche nel generale avanzamento che il Paese registra sui temi del lavoro, della pubblica amministrazione, delle pensioni, sulla necessità di un’efficace riforma elettorale (mi auguro in senso maggioritario e uninominale) e su altro ancora. Certo, non sottovaluto il momento di particolare difficoltà che attraversiamo e gli effetti sul sistema politico attuale. Ma credo che l’unica via per uscirne sia di guardare avanti, quindi come creare le condizioni per rendere il nostro Paese più attrattivo per riavviare una crescita economica nel segno di una maggiore equità e sostenibilità, come riformare una giustizia malata ed ingiusta, come rivedere una spesa pubblica inefficiente e clientelare, come rilanciare un’idea di federalismo locale che permetta alla politica di dare risposte ai bisogni dei territori e di federalismo europeo in nome dei grandi ideali dei padri dell’unità europea (penso al recente documento firmato da Amato, Bonino, Prodi, Attalì).
Per queste e altre ragioni ritengo più che mai necessaria la tua presenza nel futuro Parlamento e nel PD ricordando che l’ispirazione originaria del nostro partito si fondava sull’esigenza di unire tutte le diverse correnti del pensiero progressista e riformatore alla luce delle nuove sfide poste dalla nuova divisione internazionale del lavoro.
Mi auguro davvero che questa possa essere la tua scelta pur sapendo che la tua libertà di pensiero avrebbe meno vincoli come privato cittadino non soggetto ad alcuna etica politica.
A noi serve di più Pietro Ichino costruttore dell’Italia futura che realizza almeno parte delle proprie idee che Pietro Ichino brillante pensatore immacolato.
Con stima
Enrico Borg
consigliere PD provincia Milano

kk

ANTONIO PADOA SCHIOPPA: SAREBBE UNA PERDITA ANCHE PER I TUOI AVVERSARI
Caro Pietro,
il modo in cui tu hai gestito  e stai gestendo il ruolo di parlamentare in questa legislatura è stato  secondo me assolutamente  esemplare.
Sarebbe una perdita grave per tutti, anche per i tuoi avversari, se tu non ci rappresentassi più in Senato.
Certo, il peso deve essere grande e le scelte di vita possono risultare anche troppo pesanti, quando si prende così sul serio  il ruolo di rappresentante dei cittadini.
Ma io spero proprio che prevarrà  in te l’orientamento a continuare.
Se poi il PD fosse così stolto da non valorizzare APPIENO la presenza nelle sue fila di una forza viva quale è la tua, peggio per lui (e per noi….).
Un caro saluto,
Antonio Padoa-Schioppa

KK

SYLVIA KRANZ, ESPERTA DI IMPIEGO PUBBLICO
Ritengo che se tu nella prossima legislatura facessi anche soltanto ciò che hai fatto in questa sarebbe già sufficiente, in quanto comunque stai facendo molto più e meglio della maggior parte di molti Deputati e Senatori. […]
Comprendo benissimo che un certo vago ma diffuso senso di stanchezza e di delusione possano indurti a pensare sia giunto il momento di tornare a dedicare maggior tempo a te, alla tua famiglia e all’insegnamento ritenendo, forse anche a ragione, di essere almeno ugualmente “utile” alla causa delle riforme che ambisci a realizzare.
Eppure io non credo che lo stare ai limiti del campo di gioco induca a darti maggior ascolto. Cosa e come potresti dire, con maggior efficacia di oggi, per far sì che ti si ascolti e si conducano in tua vece le difese delle innovazioni che vuoi realizzare? La ricerca e l’insegnamento sono eccezionali strumenti per far crescere la prossima generazione di studiosi ma si tratta di un progetto inevitabilmente a lunga scandenza. Il tuo progetto deve realizzarsi qui e adesso. Ci sarà tempo poi per tornare in cattedra e coltivare nei nostri ragazzi la cura e il progresso delle riforme che OGGI servono al lavoro, privato e pubblico,  in Italia. […]
Penso che la prossima legislatura sarà delicatissima ma frutterà innovazioni considerevoli su queste tematiche e sono (ingenuamente?) convinta che la disciplina di gruppo potrà più che mai essere il frutto di condivisione della necessarietà e importanza di assumere decisioni anche nell’interesse della tenuta del sistema prima che dell’interesse del gruppo stesso. Sono convinta che la prossima legislatura sarà foriera di grandi novità. Io penso che molti si stiano rendendo conto che la tenuta sociale del Paese è a rischio, un po’ per la crisi economica che stiamo attraversando e un po’ per le frizioni che la caduta di pezzi importanti della politica degli ultimi quindici venti anni provocherà all’indomani delle nuove Camere. […]
Certamente occorre essere più consapevoli dell’aria che tira tra la gente e nel paese; ma per quale motivo non sarebbe possibile essere consci del clima sociale e al contempo sedere in Parlamento?
Dove mai starebbe scritto che entrando nei palazzi si diviene smemorati di Collecchio di come vivono i nostri figli, i nostri vicini di casa, i nostri colleghi, le donne, gli anziani, i lavoratori e i disoccupati? Solo in Italia o forse solo a Roma si può pensare che il mondo sia “altro” dall’acquario in cui a volte sembra nuotino troppi Deputati, ma anche tecnici romani. Una sorta di sindrome dell’ombelico che induce a considerare estraneo al massimo una sorta di rumore fastidioso di fondo tutto ciò che è la vita reale. Ma a questo non c’é rimedio se non riformando portando “responsabilità” diretta e personale nell’agire politico. […]
Certamente son serviti e serviranno ancora nei prossimi anni, la tua indipendenza di giudizio e la tua capacità di cogliere aspetti positivi e negativi, pregi e difetti e farne leve di miglioramento. […]
Ma costoro [i pià giovani che si battono per le stesse idee – n.d.r.], che pure mi auguro in molti entreranno nelle Istituzioni, saranno per forza di cose novizi. Pagheranno lo scotto di dover “familiarizzare” con i meccanismi. La loro maggior capacità intellettuale (che tu qui presumi) cederà inevitabilmente di fronte alla necessità di acquisire conoscenza dei problemi e delle opportunità dell’azione parlamentare. Anche io penso ci sia assoluta necessità che in Parlamento siedano molti più freschi, se non giovani anagraficamente, ma costoro avranno bisogno di persone come te che sicuramente con efficacia conduci avanti le tue idee e puoi svolgere un ruolo essenziale da Cicerone (o Caronte?) delle segrete cose. Ci sono moltissimi tuoi colleghi molto meno efficaci e produttivi hanno la precedenza rispetto a te, nel lasciare il posto alle nuove leve. […]
Queste riflessioni ti fanno onore e sei sicuramente in ben piccola compagnia nell’esercizio di tali considerazioni. Penso che le prossime elezioni indicheranno ai tanti che non vi si dilettano, loro malgrado, che è cambiata l’aria e volenti o nolenti dovranno pure farci i conti. Sia che si modifichi il sistema elettorale sia che non lo si faccia, le prossime elezioni, le conseguenze si sentiranno forti e chiare anche dentro all’acquario. Io mi auguro ancora che i partiti che attualmente siedono in Parlamento vogliano autoriformarsi poiché non facendolo pagheranno un prezzo terribile, aprendo la strada ai populismi e ai qualunquismi, tanto belli e romantici per alcuni quanto purtroppo alieni, quelli sì dalle reali necessità del Paese e dalle tecniche e competenze necessarie per realizzarle. Purtroppo lo pagherà anche il Paese. Non ci è bastato il populismo classista ed egoista Berlusconiano. Usciamo da una situazione kafkiana per rischiare di ricadere in una condizione ancor più drammaticamente scollegata dalla realtà. […]
Occorre VOLER restare connessi col Paese. E questo o lo si é o non lo si diventa. […]
Vorrei io aggiungere “un punto a favore” che tu so non ami toccare. Lo sfiorerò soltanto, chiedendoti perdono. Stiamo assistendo purtroppo ad un rifiorire di tecniche stragiste. Non é il momento di uscire dal cono di luce che ti può offrire adeguata protezione. Non puoi rinunciarvi adesso. Lo dico in queste ore in cui tu rievochi l’omicidio D’Antona. Lui come Biagi erano drammaticamente esclusi da quel cono di luce. Purtroppo anche questo deve essere un elemento di riflessione.
Sylvia Kranz

JJ
SALVATORE MONACO, DA NAPOLI
Egregio sen.Ichino,
prima di tutto la saluto, non so se ricorda ma le ho già scritto precedentemente per invitarla nella mia Napoli. Questa volta invece vorrei farle un invito diverso. Ho letto che ha dei dubbi sulla sua permanenza o meno in Parlamento, bene secondo me non deve mollare, e deve continuare anche nella prossima legislatura. Vede, le battaglie di cui lei è portavoce dell’ammodernamento del mondo del lavoro italiano, della necessità di riforme liberali in quell’ambito, della fine dell’egemonia di una sinistra conservatrice, filo-Cgil, vecchia e antiquata, sono le mie stesse battaglie, e di moltissimi altri italiani. Anche se so bene, che continuerebbe a svolgere la sua attività di studioso e intellettuale, per molti “nemici” sarebbe una sua resa, e di riflesso delle sue, e delle nostre, idee. Glielo dico perchè è già così. Io, personalmente, continuerò a pensare che in Italia debba essere possibile ammodernare il mercato del lavoro sul modello europeo, della flexsecurity, del lavoro flessibile, ma equo, e per tutti, e continuerò a lottare affinchè ciò possa diventare realtà. Purtroppo stanno tornando nel PD le mire socialisteggianti, vetero-comuniste, ed è un grande danno. Se si va su quella strada il sogno di avere in Italia un grande partito riformista, non socialista, sfumerà, così come le possibilità di vittoria, non elettorale, ma politica del centrosinistra italiano. Non voglio divagare troppo, e ritorno al motivo iniziale della mia mail: Senatore non molli! Continui a fare il parlamentare e a lottare per la modernizzazione del Paese! Spero che il mio appello non venga disatteso. Rinnovandole la mia stima,
le porgo
Distinti Saluti
Salvatore Monaco
ps: le rinnovo l’invito a tornare a Napoli, sarà un vero piacere.
jjjll

SERGIO BRIGUGLIO, TECNICO DELL’ENEA
Caro Pietro,
dato che inviti i frequentatori del tuo sito a partecipare alla discussione, do il mio piccolo contributo: in questi mesi, uno dei pochissimi elementi che mi trattengono dall’auspicare che l’attuale classe politica venga messa (pacificamente) a riposo è la presenza, in Parlamento, di persone come te.
Buon lavoro
Sergio Briguglio
kk

GIORGIO GIANNELLI: SE TOGLI ICHINO DAL PARLAMENTO CHI CI RIMANE?
Caro Pietro,
leggo che qualcuno ti consiglia di non ricandidarti al Senato. A condizione, aggiungo io, che tu ti ricandidi però alla Camera. Io credo che il Senato dovrebbe essere soppresso, e Palazzo Madama trasformato in un grande Museo d’arte contemporanea.
La Camera, una volta dimezzata nel numero, dovrà comunque avere l’onore di avere uno sienziato come te. Se togli Iichino dal Parlamento, chi ci rimane? Anche perchè, ministro esterno o tecnico in un governo, non ti ci vedo. E il PD non conquisterà mai la maggioranza.
Con affetto
Giorgio Giannelli, cronista parlamentare
hh

SALVATORE DENTATO, DEL PD DI CIAMPINO
Egregio Senatore,
non ho nessun titolo per darLe consigli, se non quello di essere un iscritto del PD (circolo di Ciampino – Roma), residente all’estero (Francia).
Nelle risposte all’ex senatore Franco Debenedetti, mi pare di cogliere un bilanciamento alla pari tra i numeri  1 e 2. Ma non è questo che mi induce a scriverLe.
Dirò brevemente come la penso. Si tratterà di valutare l’accettazione di una ricandidatura, se glieLa offriranno. E speriamo di sì, indipendentemente dalla legge elettorale in vigore fra qualche anno (che non resti l’attuale porcata !). Ma nel caso positivo, al di là di tutte le altre considerazioni, mi sembra che dovrebbero prevalere le  seguenti.
A. Se tutti  i  più colti  e intellettualmente onesti come Lei faranno un passo indietro, ci troveremo con molti  baravi opinionisti e giornalisti in più, a diffondere le loro idee. Ma, forse, avremo meno uomini preparati in Parlamento a battersi per proporre, o almeno migliorare le leggi che ci devono governare. Che poi è, per noi cittadini, la cosa più importante.
B. Non mi pare proprio che diffondere liberamente le proprie idee (sui giornali, nei pubblici confronti, nell’insegnamento) e fare il legislatore, siano impegni limitativi l’uno dell’altro.
Con vera stima.
Antonio Dentato
kk

FRANCO RAMPAZZO, DAGLI USA
La mia opinione, caro Ichino, e che lei debba restare nell’arena (ciò non significa che considerei un tradimento una scelta diversa: è un suo sacrosanto diritto). La Storia è fatta da uomini tenaci e cocciuti, anche se con essi è a volte avara. Il fatto che lei sia considerato un rompiscatole dimostra esattamente che lei ha avuto successo, e la prima pagina del Corriere non sostituirà mai il preparatissimo senatore con cui devono misurarsi gli altri membri del Parlamento, soprattutto i colleghi di partito.  Sono anch’io un professore universitario, e so che la rinuncia alla vita accademica è dolorosa, specie per chi vive il lavoro di ricerca in modo appassionato e totale. Ma in fondo il suo incarico di senatore è, ai miei occhi di semplice matematico, un livello superiore del  fare ricerca. I suoi teoremi, per usare una metafora che per me è spontanea, sono più importanti, perché nella tesi lei include la “fattibilità politica”.
Mi trovo in visita negli USA, e se questo paese ha una qualcosa di buono, è l’alto senso della responsabilità personale. Lei è un esempio importante nella vita della nostra Repubblica e i buoni esempi sono la grande risorsa di ogni solida costruzione intelletuale (e la buona Politica, nonostante i grilli e i coccodrilli, è in primis il frutto di un rigoroso intelletto e di una ferrea etica).
Con simpatia e stima
Franco Rampazzo
hJJ

LUCIO PINSONE: LAVORARE PER IL BENE COMUNE E NON PER NOI STESSI
Egregio Professor Ichino,
ho letto le sue considerazioni dopo l’invito di Franco De Benedetti.
Certo lei sceglierà come crede, ma la prossima legislatura sarà ancora più importante se cambierà la legge elettorale.
Forse avremo parlamentari più liberi e meno inclini alle “disposizioni” dei partiti per cambiare veramente questo paese.
Quindi, con la fatica che le comporterà il doppio impegno, spero che lei prosegua nel perseguire obiettivi fondamentali.
Credo infine che il paese e in particolare sindacati (fra cui il sottoscritto) e lavoratori sono diffidenti dei cambiamenti epocali che lei propone, perchè fra impresa e lavoratori non c’è “partecipazione”.
Credo che il modello tedesco funzioni perchè alla base la cultura del lavoro, dell’impresa e della produzione sono stati pensati e realizzati in un clima positivo, ciò che in Italia non c’è e non ci potrà essere fino a quando saremo succubi di questa politica, della corruzione, dei conflitti d’interessi, e dei vari potentati a tutti i livelli.
Un solo esempio la sanità. La maggiore speculazione e i peggiori risultati economici e di scarsa trasparenza professionale sono in quel comparto!
Mi fermo qui, ma credo che i miei concetti possano aiutarla a capire che per raggiungere i necessari cambiamenti è fondamentale che il cittadino abbia la certezza che lo stato funzioni e che le persone che lo rappresentano lavorino veramente per il bene comune e non per se stessi come accade adesso!
Lucio Pinsone
jHH

GIANFRANCO PASQUINO, POLITOLOGO: RIMANERE, ANCHE PER CONTINUARE A BATTERSI PER L’UNINOMINALE
Per quel che serve il mio parere, suggerisco che Pietro Ichino debba accettare la ricandidatura per il prossimo Parlamento. Vedo che l’approdo elettorale è finalmente il “doppio turno alla francese” senza altri fronzoli e senza fughe australiane. Mi rallegro.
Gianfranco Pasquino

JJ
GIANPIERO DUGLIO: RIMANERE, PER COSTRUIRE GLI STATI UNITI D’EUROPA
Caro Professor Ichino,
credo che Lei possa/debba fare di più per i cittadini non solo di questo Paese.
Mi sembra che dopo la morte di Altiero Spinelli non vi sia in Europa una capacità di condurre una battaglia politica indipendente dagli Stati e dai politici elettivi che li rappresentano in grado di condurci agli Stati Uniti d’Europa. Ed è pure vano pensare che la classe dei burocrati delle istituzioni europee possano colmare questo vuoto. Eppure, drammaticamente, i cittadini in questi mesi hanno potuto toccare con mano quanto le condizioni istituzionali dell’Europa siano incapaci di affrontare una reale condizione di difficoltà a livello mondiale ed interna. E’ crisi istituzionale. Peraltro la storia dell’Europa ci insegna che i veri grandi passi nella costruzione europea si sono realizzati grazie a crisi, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale.
Le sue vicende personali ci danno garanzia che un politico come Lei potrebbe essere l’erede di Altiero Spinelli e, nella consapevolezza che “L’Europa non cade dal cielo”, avvicinarci significativamente alla meta.
Per non perdere quanto Lei ha costruito sinora nel campo del lavoro sarebbe peraltro necessario che passi la parola e l’azione a un erede, o meglio ad un gruppo di eredi. Ci sono? Ci ha pensato per tempo? Se vogliamo che la vitalità dei giovani si esprima per tempo essi devono diventare protagonisti per tempo, prima che si sia concluso il nostro ciclo vitale specifico.
Mi auguro che Lei l’abbia potuto fare e che, alla prossima tornata, segga a Bruxelles per svegliare i cittadini ed il Parlamento Europeo.
Con tanta cordialita’
Giampiero Duglio
h

jj
LUISA PETRUZZELLI: OCCORRE ANCHE CHI SA VEDERE OLTRE
Professore Ichino, mi è gradito esprimerle la mia umile opinione in merito alla risposta che Lei ha dato a Franco Debenedetti, a proposito della sua candidatura. Mi permetto di farle osservare che l’Italia ha assoluto bisogno del coraggio delle idee e di chi sa combattere, trovando anche una conciliazione tra atteggiamento diplomatico e chiarezza, senza viraggi e, diciamolo chiaramente, con la profonda consapevolezza che ci si scontra con opinioni ignoranti, ottuse e di coloro ai quali non piace alcuna forma di cambiamento. Come psicanalista ne so qualcosa, mi creda!!!. Faccio parte di quella schiera di persone che si sentono rappresentate dalla sua mente. Vada a lavorare in Parlamento. Rompa le scatole!!!! Dia fastidio. Ne abbiamo bisogno tutti. Ma, sopratutto, si interroghi sull’opportunità di rivedere il suo schieramento politico, e si chieda Lei, oggi, quale è il vestito che le calza meglio, ma non abbandoni il campo di battaglia, perchè per ottenere consenso ci vorrà tanto tempo. Dovrà cambiare la mentalità del paese su questioni fondamentali. Dovrà diffondersi una cultura del lavoro e della vita molto diverse, si dovranno accettare più insicurezze, ebbene si!. Si dovrà comprendere che lo Stato non potrà più dare le garanzie considerate ancora un dato di fatto e dobbiamo imparare tutti ad accettare uno stile di vita più aperto ai cambiamenti e alla possibilità di rimetterci in gioco lavorativamente, nel corso dell’esistenza. Ma abbiamo bisogno di chi, come Lei, ci aiuta a vedere oltre. Se Lei dovesse decidere di rimanere a sinistra, io Luisa, che mi sono sempre sentita rappresentata da un’ideologia di destra, sono pronta a sostenerla. Con grandissima stima.
Luisa Petruzzelli

hh
MARIO ALAI: LA STESSA BATTAGLIA SI PUÒ COMBATTERE IN LUOGHI E MODI DIVERSI
Caro Ichino,
molto interessante e stimolante, l’analisi dei contrapposti pro e contro il ricandidarsi in parlamento! Complimenti!
Stimolato, dunque, mi permetto di avanzare un suggerimento anch’io.
Mi pare che la questione di dove si possa meglio condurre la battaglia per certe idee politiche sia uno pseudo problema. E’ naturale che una tale battaglia va condotta in posti diversi e in modi di versi, tutti necessari.
Il ruolo essenziale di un parlamentare, comunque, e’ quello di (a) avere un voto da spendere in un senso o nell’altro al momento di approvare o respingere le proposte di legge, e (b) di fare pesare a possibilità di dare o di non dare quel voto nel momento in cui le proposte vengono elaborate. Atteso dunque che lei può fare un ottimo lavoro di analisi e di diffusione delle idee sia dentro che fuori il Parlamento, secondo me può decidere se  ricandidarsi o no rispondendo alla domandai: c’e’ qualcun altro che sarebbe possibile far eleggere al posto mio e sarebbe in grado di svolgere almeno altrettanto bene di me i compiti (a) e (b)?
Un cordiale saluto,
Mario Alai

hh
ERNESTO LUCCHI, DIRIGENTE INDUSTRIALE
Caro Onorevole.
le Sue propensioni sono rispettabilissime. Tuttavia mi lasci dire che non si aderisce ad un partito per realizzare una singola riforma. Il programma di un partito è una cosa complessa che tocca non solo la riforma del lavoro. lei si è concentrato sulla SUA riforma del lavoro convinto della assoluta bontà della stessa. Può darsi che sia cosi. Però bisogna sempre saper valutare anche le opinioni e le ragioni degli altri. In più la bontà delle riforme va giudicatA dopo aver visto i risultati positivi. Quindi mi piacerebbe sapere che Lei continuerà la sua azione nel PD, perchè anche per la sua presenza questo partito potrà migliorare. Diversamente dove andrà? Nel PDL? Nel centro? A tutta questa gente non interessa assolutamente nulla della riforma del lavoro. A loro interessa in quanto permetterà ai loro elettori di incrementare i loro profitti, a spese naturalmente di chi vive solo del proprio lavoro dipendente. Chi le parla non è un associato alla FIOM, ma un Dirigente industriale che ha conosciuto molto da vicino come pensano gli imprenditori italiani.
Cordiali saluti.
Ernesto Lucchi

hh
GRAZIANO CAMANZI: RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE
Inserito la tua risposta alle sollecitazioni di Franco De Benedetti nella mia pagina di facebook con le parole “Grazie Pietro”.
Resistere, resistere, resistere.
Cordiali saluti.
Graziano Camanzi

jj
G. COLOMBI: PRESENTARSI COME INDIPENDENTE?
Gentile professore,
Ho letto la sua lettera con i dubbi su una prossima ricandidatura: io sono del parere che è meglio partecipare che criticare e proporre dall’esterno degli organi decisionali.
Comprendo anche che sia avvilente dover accettare una disciplina di gruppo quando soprattutto si ritiene che la strada, che si intende intraprendere, sia sbagliata e conduca a  cattivi risultati. Le avevo accennato ai corsi e ricorsi storici (e nefasti) di un partito socialista che ha sempre oscillato tra il desiderio  di presentarsi, come nel caso di democrazie nordiche, di governo, con criteri liberali, ma socialmente corretti; oppure con  alleanze a una sinistra di protesta, ma senza proposte realizzabili e utili.
E’ ovvio che nel caso di una preponderanza delle idee di Fassina, Vendola, Di Pietro, Ferrero, il PD non avrebbe il mio voto:  forse per la prima volta in 60 anni (ho votato la prima volta nel 53) mi asterrei dal voto!
Non ho seguito più i meccanismi elettorali, ma la soluzione potrebbe essere di presentarsi come indipendente: però si fa un bel dire che i cittadini debbono poter scegliere i rappresentanti di cui hanno fiducia, se poi si è costretti a votare solo per quelli che vengono proposti in quel collegio e non per una persona apprezzata, ma residente in altra città.
Per la continuità sulla stampa credo che molte persone che la seguono potrebbero dare voce alle sue idee.
Io sono altamente scettico sulla prossima crescita: non ne vedo i presupposti.
Per crescere occorre produrre di più e poi vendere il prodotto ALL’ESTERNO per avere le risorse per acquistare materie prime ed energia. Ma per vendere occorre che si realizzi almeno una delle tre seguenti condizioni: 1)  il prodotto sia più  economico; 2) il prodotto sia di qualità  superiore a tutti gli altri: 3) il prodotto sia innovativo in modo che gli altri non siano ancora riusciti a copiarlo.
Lei vede che abbiamo imboccato la strada giusta???
G. Colombi

jj
MARIO PELLEGATTI: DIPENDE DA COME EVOLVE L’ORIENTAMENTO DEL PD
Senatore,
visto che ha voluto rendere pubblici i suoi dubbi sulla eventuale prosecuzione dell’impegno come parlamentare, mi permetto di offrirle la mia modesta opinione.
Ha certamente fatto bene finora, il suo contributo è stato positivo e Lei  e quei pochi che la pensano come Lei rappresentano un importante punto di riferimento.
Per il futuro invece, se il PD si arroccherà in un progetto tipo quello di cui si parla ora (la famosa foto di Vasto) credo che il permanere in un partito che sceglie un progetto molto diverso dal suo possa tradursi in una sofferenza per Lei e in un inganno per chi, come me, potrebbe pensare di votare ancora PD immaginando che chi la pensa come Lei possa incidere.
Se invece l’offerta politica di qui al 2013 cambiasse significativamente allora Lei , rimanendo in un partito che almeno considera le sue idee, potrebbe essere di aiuto per tutti gli elettori ( che immagino numerosi) confusi come me.
Cordiali saluti
Mario Pellegatti

LUISA PETRUZZELLI: OCCORRE ANCHE CHI SA VEDERE OLTRE
Professore Ichino, mi è gradito esprimerle la mia umile opinione in merito alla risposta che Lei ha dato a Franco Debenedetti, a proposito della sua candidatura. Mi permetto di farle osservare che l’Italia ha assoluto bisogno del coraggio delle idee e di chi sa combattere, trovando anche una conciliazione tra atteggiamento diplomatico e chiarezza, senza viraggi e, diciamolo chiaramente, con la profonda consapevolezza che ci si scontra con opinioni ignoranti, ottuse e di coloro ai quali non piace alcuna forma di cambiamento. Come psicanalista ne so qualcosa, mi creda!!!. Faccio parte di quella schiera di persone che si sentono rappresentate dalla sua mente. Vada a lavorare in Parlamento. Rompa le scatole!!!! Dia fastidio. Ne abbiamo bisogno tutti. Ma, sopratutto, si interroghi sull’opportunità di rivedere il suo schieramento politico, e si chieda Lei, oggi, quale è il vestito che le calza meglio, ma non abbandoni il campo di battaglia, perchè per ottenere consenso ci vorrà tanto tempo. Dovrà cambiare la mentalità del paese su questioni fondamentali. Dovrà diffondersi una cultura del lavoro e della vita molto diverse, si dovranno accettare più insicurezze, ebbene si!. Si dovrà comprendere che lo Stato non potrà più dare le garanzie considerate ancora un dato di fatto e dobbiamo imparare tutti ad accettare uno stile di vita più aperto ai cambiamenti e alla possibilità di rimetterci in gioco lavorativamente, nel corso dell’esistenza. Ma abbiamo bisogno di chi, come Lei, ci aiuta a vedere oltre. Se Lei dovesse decidere di rimanere a sinistra, io Luisa, che mi sono sempre sentita rappresentata da un’ideologia di destra, sono pronta a sostenerla.
Con grandissima stima,
Luisa Petruzzelli

jj
FABIO PASCAPÉ DI CITTADINANZATTIVA NAPOLI
Egregio Professore,
la seguiamo da tempo ed apprezziamo il suo rigore e la praticamente totale assenza di riserve mentali e politiche nello svolgimento del suo lavoro di parlamentare. Non sempre abbiamo condiviso il suo pensiero ma ne abbiamo sempre riconosciuto l’onestà intellettuale e politica che sono di per se valori. La invitiamo pertanto a valutare la opportunità di ricandidarsi. Ha creato (tra l’altro con la sua newsletter) un circuito di pensiero e confronto che non può andare perduto e di cui il parlamento che si andrà a formare in questa epoca di profonda crisi ha assoluta necessità.
per l’Assemblea Territoriale NAPOLICENTRO di Cittadinanzattiva
Fabio Pascapè
kkk

MANLIO RIZZO: AUSPICHEREI UNA LISTA CON MORANDO, BONINO, TONINI, MANCINA, RICOLVI, AMBROSOLI…
Egregio professor Ichino,
La invito a riproporre la sua candidatura in Parlamento.
Non so quanto spazio Le riconosca il PD. Penso, ad esempio, alle scelte di Nicola Rossi ed Irene Tinagli.
Non mi convince, del gruppo di opinione a cui hanno aderito (Italia Futura, si chiama, o sbaglio?), la leadership di Montezemolo, ma trovo nelle loro proposte sintonia con le Sue idee, più che non nel PD…
Auspicherei una Lista per l’Italia che metta assieme personalità come la Sua, quelle citate, Morando, Bonino, Tonini, Mancina, Ricolfi, Ambrosoli ed altri vicini a certe aree minoritarie deol P e ad ideali liberaldemocratici e liberalsocialisti, senza escludere il pensiero politico ispirato alla visione cristiana della vita.
Ci vuole in Paralmento una persona libera e competente come Lei.
La saluto con stima,
Manlio Rizzo
kk

LORENZO FERRARI: SE LASCIA, TUTTO IL SUO LAVORO APPARIRÀ COME UNA MAGNIFICA INCOMPIUTA
Egregio Professor Ichino, buongiorno.
Mi richiamo alla copiosa  corrispondenza scambiata sul punto solo per  rammentare  due presupposti ineludibili, fra loro sovrapponibili:
– L’impegno profuso per le idee,  i valori e le soluzioni da Lei via via avanzate in questi anni davanti a tutto il Paese;
– La coesione creata attorno a questa Progettualità, coesione, certo, non solo fra addetti ai lavori;
Se ciò è vero, come è vero, ne discendono, a mio parere, due conseguenze naturali:
1. Occorre ultimare il percorso che è di giustizia, prima ancora che di ordine politico e giuridico;
2. In ogni caso chi ci potrebbe rappresentare in Parlamento se Lei  decidesse di continuare la nostra battaglia di innovazione in altro modo?
Se rinunciasse a candidarsi,tutto il Suo lavoro apparirebbe,credo,come una magnifica incompiuta e noi, certo, perderemmo un riferimento, mai avuto prima.
Grazie.
Un cordiale saluto.
Lorenzo Ferrari

kk

BRUNELLA POLIGNANO: SI ALLA TUA CANDIDATURA MA NON NEL PD
Caro Pietro
Ho aspettato a scriverti perché ero indecisa.
Anche secondo me la tua presenza in Parlamento sarebbe positiva nei prossimi anni, ma non nel PD, bensì in una formazione politica nuova e veramente riformista dove le tue proposte siano accettate.
Nel PD le tue idee saranno sempre in minoranza perché è un Partito senza idee,conservatore.
Pensa che il gruppo dirigente del circolo 02 PD mi ha deliberatamente tagliato fuori dal coordinamento perché ho sempre portato avanti le tesi del progetto sulla flexsecurity parlando del mercato del lavoro. Ora si sfogano a fare riunioni con esponenti della CGIL senza la” seccatura” di un mio contraddittorio.
Io ho lasciato definitivamente il PD e spero in qualcosa di nuovo…
Anche se il PD diventasse il primo Partito in Italia sarà sempre VECCHIO
Un caro saluto
Brunella

llll kkhh

FAUSTO GIULIODORI: SI LAVORA MEGLIO CON I GIOVANI, MA PROPRIO PER LORO DEVE RESTARE IN PARLAMENTO
Caro professore,
ho seguito anche questo scambio di opinioni tra lei e noi usufruitori della sua interessantissima newsletter riguardo il ricandidarsi o meno alla prossima legislatura. La mia opinione è che si debba ricandidare perchè il lavoro che ha intrappreso è solo all’inizio. Per troppo tempo non si è fatto nulla per togliere al mondo del lavoro laci e lacciuoli che hanno bloccato la possibilità di dare un futuro alla Italia. Capisco che è un grande sacrificio che le chiedo. Si lavora meglio con i giovani che con le mummie dei suoi colleghi senatori, meglio e con maggiori frutti e soddisfazioni. Ma per quegli stessi giovani bisogna lavorare dove si prendono le decisioni per dare loro una prospettiva di vita.
Fausto Giuliodori
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