MANCANO ARTIGIANI AL MADE IN ITALY

I MOLTI POSTI PER I QUALI DIFETTA L’OFFERTA DI MANODOPERA QUALIFICATA NEL MERCATO DEL LAVORO ARTIGIANO POTREBBERO COSTITUIRE UNO SBOCCO OCCUPAZIONALE SODDISFACENTE PER ALTRETTANTI GIOVANI: DEVE ESSERE LA SCUOLA A RISTABILIRE LEGAMI STRETTI CON IL TESSUTO PRODUTTIVO

Articolo di Edoardo Segantini pubblicato sul Corriere della Sera il 16 luglio 2012 – Sul tema degli skill shortages v. anche il mio articolo sul Corriere della Sera del 2 aprile 2012, Due giacimenti occupazionali a cui dobbiamo imparare ad attingere; e l’articolo di Antonio Dalla Zuanna sullo stesso quotidiano del 18 giugno 2012, Il lavoro che c’è ma è ignorato dai giovani,

Qualcuno su Twitter racconta sconsolato: la sostituzione del vetro di una porta di casa mi è costata duecentocinquanta euro Iva esclusa. Se rinasco faccio il vetraio. Qualcun altro annuisce, si aggrega e dàman forte: sostituire la serratura, forzata dai ladri, mi è costato cinquecento euro. Se rinasco faccio il fabbro. Altri seguono a ruota, portando ognuno la propria esperienza e la propria opzione di rinascita. Un unico lamento: spendiamo tanto, troppo, per rimpiazzare le cose che si rompono. E le cose si rompono continuamente.
Diversamente da altri campi del commercio, qui il consumatore è svantaggiato. Il mercato non è dalla sua parte. Non esiste low cost. Il prezzo non è sempre giusto e comunque lo fanno le aziende che forniscono il servizio. Sembrano dire (e talvolta lo dicono): se ti sta bene è così, sennò ti arrangi.
Viene allora da chiedersi perché i ragazzi, al momento di scegliere il loro futuro, non prendano in considerazione anche i mestieri artigiani, visto che possono rendere bene. Vetrai, fabbri, antennisti, falegnami, idraulici, ma anche, estendendo, cuochi e giardinieri. Orafi e pellettieri. Uno dei più importanti marchi del lusso, tempo fa, proponeva come testimonial, al posto delle star, l’élite artigiana che realizza a mano i suoi prodotti.
Oggi molte aziende importanti del Made in Italy, in tutti i settori, faticano a trovare il personale specializzato di cui hanno bisogno. Forse, oltre a un rilancio delle scuole d’arti e mestieri, servirebbe anche una campagna d’immagine per ridare valore, agli occhi dei giovani, alle attività che richiedono mani d’oro. E, come sempre, molto cervello.
Anche la televisione potrebbe contribuire, con la forza narrativa della fiction. Fino ad oggi hanno spopolato i poliziotti, i giudici, i sacerdoti, i medici, i professori, i giornalisti. Perché non immaginare storie che abbiano come protagonista un vetraio, un fabbro, un idraulico? O forse anche un pasticciere, non necessariamente trotzkista, come quello immaginato in un film di Nanni Moretti.

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