IL SEMIPRESIDENZIALISMO PUO’ ESSERE LA SCELTA GIUSTA, SE CONIUGATO CON L’UNINOMINALE

AL DI LÀ DEI PUR GRAVI DIFETTI DI METODO E DI CONTENUTO DELLA LEGGE COSTITUZIOANALE APPROVATA MERCOLEDÌ DAL SENATO, LA RIFORMA DELLO STATO ALLA FRANCESE POTREBBE ESSERE UN PRIMO PASSO NELLA DIREZIONE GIUSTA, PURCHÉ COMPLETATA CON UNA CONTESTUALE RIFORMA ELETTORALE CENTRATA SUL DOPPIO TURNO DI COLLEGIO O IL VOTO TRASFERIBILE

Dichiarazione di Mario Baldassarri, Michele De Lucia, Pietro Ichino, Fulco Lanchester, Antonio Martino e  Marco Pannella, a nome della Lega per l’Uninominale – 25 luglio 2012

La riforma costituzionale approvata dal Senato presenta – certo – diversi gravi difetti, che sono in larga parte il frutto dell’iter a dir poco anomalo attraverso il quale essa è stata elaborata: la parte più importante del suo contenuto non è stata discussa in Commissione Affari costituzionali, bensì è stata introdotta con un emendamento presentato in Aula all’ultimo momento. Tuttavia sarebbe un grave errore buttar via il bambino con l’acqua sporca: l’idea del mutamento della forma dello Stato in senso semi-presidenzialistico che essa prevede merita di essere coltivata, purché questo mutamento si accompagni a una riforma elettorale capace di dar vita a un Parlamento davvero indipendente e autorevole, in grado di controllare efficacemente il potere del Presidente della Repubblica.
C’è infatti (semi)presidenzialismo e (semi)presidenzialismo. Con quello accompagnato, contestualmente, da una legge elettorale di tipo uninominale maggioritario per l’elezione delle Assemblee parlamentari nazionali, si va negli Stati Uniti, in Gran Bretagna o in Francia. È quanto proponiamo con la nostra Lega per l’Uninominale, con un arco di possibili varianti che abbracciano il doppio turno francese, il turno unico all’inglese o all’americana, il sistema australiano o neozelandese. Se, invece, la legge elettorale è il “porcellum” – magari persino corretto con l’introduzione delle preferenze – si finisce dritti in Sud America. Nella prima ipotesi, la scelta del semi-presidenzialismo compiuta dal Senato può essere considerata un primo passo nella direzione giusta e, in quanto tale, da valorizzare, verificando l’estensione delle competenze del Capo dello Stato. In caso contrario, un ulteriore, inconcepibile e pericoloso passo verso il disastro.

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