L’UNITÀ: MONTI-BIS SÌ O NO?

LE PRIMARIE SERVONO PER FAR MATURARE NEL CENTROSINISTRA UNA SCELTA CONVINTA A SOSTEGNO DELLA SCOMMESSA EUROPEA DELL’ITALIA E PER COSTRUIRE UNA MAGGIORANZA POLITICA FORTE E COESA A SOSTEGNO DELL’AGENDA MONTI: A QUEL PUNTO, CHE MONTI SIA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA O DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI NON È DECISIVO

Intervista a cura di Maria Zegarelli, pubblicata su l’Unità il 29 settembre 2012, in occasione dell’assemblea aperta che si è svolta nello stesso giorno a Roma su Il Pd e l’Agenda Monti

Pietro Ichino, per un sostenitore di Renzi, che tifa per Monti e la sua agenda, dopo le dichiarazioni del premier che ha aperto al bis, hanno ancora senso le primarie?
Il giuslavorista Pd risponde alla vigilia dell’appuntamento «100 Di queste riforme», che si svolgerà oggi a Roma, promosso oltre che dal professore, anche da Morando, Gentiloni, Vassallo, sostenitori dell’agenda Monti: «Potrei cavarmela osservando che Monti ha dichiarato questa disponibilità soltanto per un caso di emergenza che lui stesso dice di non auspicare. La realtà è che né Monti può dire «di essere disponibile per un “Monti bis“, né alcuno dei candidati alle primarie del centrosinistra può dire di desiderare questa prospettiva senza con ciò svalutare la propria candidatura».

C’è già chi insinua che le primarie potrebbero essere necessarie per indicare il vicepremier…
No: servono per far maturare nel centrosinistra una scelta convinta a sostegno della scommessa europea dell’Italia. E per costruire una maggioranza politica forte e coesa a sostegno dell’Agenda Monti. A quel punto il ruolo di Mario Monti può essere quello di presidente della Repubblica, o del Consiglio dei ministri, o dell’Unione Europea, ma l’Italia si sarà comunque data una rotta precisa e affidabile.

Non trova singolare che chi appoggia Renzi veda favorevolmente un Monti bis?
Guardi, “Monti-bis” può voler dire due cose molto diverse tra loro: un governo Monti a cui arriviamo di nuovo per l’incapacità della politica di far fronte decentemente all’emergenza e ai nostri impegni internazionali, cioè ancora un fallimento della politica, oppure un governo che – con Monti premier o no – è capace di proseguire con decisione nella strategia ideata da lui per salvare l’Italia costruendo l’Europa. A me sembra che la bozza di programma che Renzi ha presentato a Verona il 13 settembre sia molto coerente con questa strategia. Vorremmo vedere altrettanta coerenza nel programma che presenterà Bersani. Per questo ci riuniamo domani (oggi – n.d.r.) a Roma.

Ma lei a Palazzo Chigi chi vorrebbe vederci tra Monti e Renzi?
Mi andrebbe bene anche Monti presidente della Repubblica, con una maggioranza larga e coesa imperniata sul Pd impegnata a realizzare la sua strategia. Questo è quello che conta.

Veniamo alle primarie, al sondaggio de l’Unità il 78% delle persone ha risposto che devono essere aperte soltanto agli elettori di centrosinistra.
Bisogna stare attenti a non commettere un grave errore che è molto diffuso nella sinistra italiana: considerare che l’essere di destra o di sinistra costituisca una qualifica permanente dell’elettore. Una parte sempre più larga dell’elettorato è mobile; ed è bene che sia così, perché significa che è diventato un elettorato attento ai programmi e all’affidabilità dei partiti e dei candidati, non più legato da una fedeltà a priori a una certa bandiera.

Quindi fa bene Renzi a lanciare un appello bipartisan?
Non è un appello bipartisan: è l’appello di un esponente del centrosinistra agli elettori delusi dal centrodestra. Non riesco proprio a capire perché questo venga rimproverato a Renzi. Un leader del centrosinistra che si rivolgesse soltanto a chi è da sempre schierato da questa parte farebbe molto male il suo mestiere. A ben vedere, questo errore è alla base di quella che viene comunemente indicata come la “vocazione minoritaria della sinistra”. La sinistra è sempre stata minoranza in Italia. Pensare che tra gli elettori di centrodestra e di centrosinistra non debba esserci comunicazione equivale a rassegnarsi a questa vocazione minoritaria. Per fortuna le cose non stanno così. Il centrosinistra può e deve puntare ad una maggioranza il più ampia possibile e questo implica che si rivolga a quella grande parte di elettorato del Pdl cui Berlusconi ha dato soltanto delusioni cocenti.

Primarie aperte ma con registro degli elettori?
Mi sembra fuori discussione che debbano essere aperte. All’elettore dobbiamo chiedere soltanto una dichiarazione del proprio intendimento di votare alle elezioni politiche per la coalizione a cui le primarie si riferiscono. Questo impegno deve essere contestuale all’espressione del voto alle primarie; e non deve in nessun modo essere confuso con l’iscrizione o l’adesione a un partito, perché è essenziale che le primarie siano aperte ai non iscritti e ai non militanti.

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