LA VENDETTA DI BERLUSCONI

CONDANNATO PER TRUFFA AI DANNI DEL SUO PAESE, NON ESITA A INFLIGGERE AL PAESE STESSO UN ALTRO DANNO MOLTO MAGGIORE, PER PURO SPIRITO DI RITORSIONE, A COSTO DI CONTRADDIRSI PLATEALMENTE

Primo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 221, 29 ottobre 2012.
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I miei lettori sanno che non  ho mai ceduto all’antiberlusconismo dominante a sinistra. Ho sempre pensato e scritto che una parte non secondaria della responsabilità dei trionfi di Silvio era imputabile proprio agli errori della sinistra e ai suoi ritardi gravi nel correggerli. Oggi, però, il colpo di coda velenoso del Berlusconi politicamente morente è un atto moralmente e politicamente così grave, da legittimare anche l’indignazione antiberlusconista più faziosa. Qui l’ex-premier ha anteposto all’interesse della nazione non solo il proprio interesse personale, ma uno dei propri istinti più bassi: quello della vendetta. Lo stesso Berlusconi che tre giorni fa annunciava di affidare la guida “riformatrice e liberale” dello “schieramento dei moderati” a Mario Monti, pensando con questo di acquisirne il vasto consenso popolare al centrodestra, oggi lancia un attacco distruttivo contro il Governo e addirittura contro la stessa strategia europea che Monti ha delineato e incominciato a perseguire con successo. Dando dei carnefici ai capi dei Governi tedesco e francese, l’ex-premier si propone di strappare la tela faticosamente ma con successo tessuta in questo anno di passione dal nostro capo del Governo in carica. Condannato per truffa ai danni del suo Paese, non esita ora a infliggere al Paese stesso un altro danno molto maggiore, per puro spirito di ritorsione contro il Paese che ha osato riconoscerlo colpevole. È questo il suo amore per l’Italia? Vergogna su di lui (e su coloro che dopo questo atto di inaudita irresponsabilità intendono continuare a seguirlo). E Pierluigi Bersani, invece di tirare il fiato (*), si chieda se non sia il caso di rivalutare quell'”Agenda Monti” che fin qui ha a dir poco snobbato; e che il suo alleato principale considera in modo non dissimile da come la considera Berlusconi.

(*) V. in proposito il secondo editoriale telegrafico di oggi.

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