“PERCHÉ QUESTO SILENZIO SU LAURA PUPPATO?”

UNA AMICA LETTRICE MI SOLLECITA A METTERE A FUOCO LE RAGIONI DELLA MIA SCELTA DI NON VOTARE PER LA CANDIDATA VENETA

Lettera pervenuta il 13 novembre 2012 – Segue la mia risposta

Caro Pietro,
ti scrivo per chiederti come mai – salvo mia disattenzione – nemmeno tu hai dedicato finora spazio e attenzione alla candidatura di Laura Puppato alle prossime primarie, pur sostenendo Renzi.
Naturalmente, da milanese, non la conosco se non per quel poco che le ha riservato Repubblica: mi ha però  davvero colpita come tutti i media si siano concentrati sul duello Bersani/Renzi… trovando stupefacente che una donna, già sindaco per 2 mandati, stimata nella sua Regione, certamente “altra” rispetto al politichese corrente, certamente alternativa all’establishment conosciuto, sia così palesemente ignorata.
Di lei apprezzo ciò che non è nè nell’agenda nè nel lessico, nè nella sensibilità di tutti gli altri candidati (non parliamo poi del governo Monti capace di partorire il modestissimo Clini all’ambiente, quando – volendo – poteva chiamare Settis…) ovvero la parola AMBIENTE. Trattasi in realtà di ben più di una parola: ma di una questione cruciale per tutti noi, e per le generazioni che ci seguono. Ambiente significa anche green economy, prevenzione e cura del territorio, sostenibilità di modelli di sviluppo e molto altro…
Anche non spendere ogni anno per i danni causati anche oggi dal cambiamento climatico (o dall’incuria verso i nostri territori sepolti dalla cementificazione?) ma piuttosto avvalersi del know how per investire nella prevenzione e nella cura…nel rispetto della stessa Costituzione che ci ricorda il nostro patrimonio culturale e naturale…
Mi fermo qui, grata se vorrai pubblicamente rispondermi dicendomi che ne pensi: della Puppato e della questione ambientale!
Con la stima e l’amicizia di sempre
Cristina Majno Simonini

Il primo motivo della mia preferenza per Matteo Renzi rispetto a Laura Puppato, in queste primarie, è che la mia consonanza con il primo sui temi del lavoro e delle amministrazioni pubbliche data da due anni or sono, quando lui promosse a Firenze un seminario sul mio progetto di riforma della legislazione del lavoro. Da allora ci siamo sentiti abbastanza frequentemente su questo e altri temi; e nel luglio scorso ne è nata naturalmente la mia collaborazione alla stesura del suo programma elettorale. Il secondo motivo è costituito dal programma di Laura Puppato. Ho molto apprezzato la parte di esso dedicata all’ambiente e quella in cui si prevede l’introduzione di un sistema di protezione della stabilità del lavoratore crescente con l’anzianità di servizio (su entrambe queste parti vedo una notevole convergenza con il programma del sindaco di Firenze); ma sul tema cruciale della promozione del tasso di occupazione femminile mi sembra molto più incisivo ciò che proponiamo Renzi, Morando e io, cioè la previsione della detassazione selettiva dei redditi di lavoro delle donne, come “azione positiva” fino al raggiungimento dell'”obiettivo di Lisbona”, cioè del tasso di occupazione femminile del 60%. E, soprattutto, ho trovato del tutto carente il programma della consigliera regionale veneta sul tema cruciale della strategia europea dell’Italia, che a mio avviso costituisce il discrimine politico fondamentale nel nostro Paese almeno per i prossimi cinque anni. Chi si candida alla guida del nostro Paese in questo momento non può restar nel vago sul punto se intende rispettare fino in fondo gli impegni presi nei confronti dei nostri partner europei, oppure chiedere la rinegoziazione del Fiscal Compact, come propone Nichi Vendola (senza alcuna prospettiva di ottenerla: è solo fumo negli occhi per gli elettori più sprovveduti). Anche Bersani su questo punto è troppo elusivo: e questo è un ulteriore motivo, niente affatto secondario, per cui non voterò Bersani, ma Renzi.   (p.i.)

 

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