SETTE PROPOSTE DI SCELTA CIVICA

MENTRE SI DISCUTE DI SCHIERAMENTI E ORGANIGRAMMI, NON PERDIAMO DI VISTA I PUNTI PRINCIPALI DEL PROGRAMMA NECESSARIO PER GUIDARE IL PAESE FUORI DALLA CRISI – NELL’IMMEDIATO GIOVEREBBE ANCHE UN GOVERNO IMPEGNATO SOLTANTO A REALIZZARE LE MISURE ESSENZIALI E PIÙ URGENTI DI RIASSETTO ISTITUZIONALE

Documento elaborato da un gruppo di parlamentari di Scelta Civica in preparazione dell’assemblea convocata a Roma il 13 marzo 2013 – Il primo punto, in materia di riforme istituzionali, può costituire il programma minimo comune di un Governo di transizione, sorretto da tutte le forze politiche impegnate a garantire la stabilità istituzionale ed economica del Paese, evitando lo scioglimento immediato del Parlamento 

RIFORMA ISTITUZIONALE
Riforma elettorale (disegnata secondo l’interesse prioritario del Paese: apertura al modello francese) – Dimezzamento del Parlamento (con superamento del bicameralismo perfetto)  – Sostituzione di ciascun Consiglio provinciale con un Consiglio dei sindaci della provincia – Riforma del finanziamento della politica, fondata sul contributo spontaneo dei cittadini, deducibile dal reddito.

AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE
Trasparenza totale
, secondo il modello dei Freedom of Information Acts britannico e statunitense – Valutazione della performance – Autonomia e responsabilizzazione dei dirigenti in relazione a obiettivi specifici, misurabili, realizzabili (rimozione dall’incarico per chi non raggiunge gli obiettivi), con attribuzione agli stessi dirigenti delle prerogative manageriali piene – Benchmarking comparativo: le amministrazioni meno virtuose devono progressivamente allinearsi alle migliori – Queste misure, con i necessari adattamenti possono e devono essere applicate, sul piano organizzativo, anche nel settore della Giustizia.

LAVORO
Semplificazione: emanazione rapida del Codice del lavoro semplificato e corrispondenti semplificazioni amministrative – Sperimentazione di un rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato meno costoso (drastica riduzione del cuneo fiscale e contributivo) e meno rigido (in caso di perdita del posto, assistenza e sostegno del reddito crescenti con l’anzianità di servizio) – Piano straordinario per l’occupazione giovanile (centrato su orientamento scolastico-professionale e formazione mirata) e femminile (detassazione selettiva dei redditi di lavoro e servizi alla famiglia) –  Active ageing: incentivi economici e normativi per l’invecchiamento attivo.

SCUOLA, UNIVERSITÀ  E RICERCA
Autonomia e responsabilizzazione degli istituti per i risultati – Doppia valutazione della performance: sulla base di criteri oggettivi e attraverso le scelte degli utenti – Incentivo per gli atenei a investire per l’eccellenza con aumenti delle rette  compensati da borse di studio  restituibili solo al raggiungimento di un determinato reddito professionale e solo in proporzione ad esso.

CULTURA
In un mondo sempre più acculturato e più mobile, il patrimonio artistico, monumentale e letterario, come quello ambientale, avrà sempre più valore anche sul piano economico; e il nostro è il più importante del mondo – Dobbiamo investire sulla valorizzazione di questo patrimonio, sulla sua accurata manutenzione, sul suo incremento quantitativo e qualitativo, sulla sua visibilità e accessibilità globale.

FISCO
Contrasto all’evasione fiscale mediante: a) riduzione incentivata dell’uso del contante per i pagamenti; b) dichiarazione abbinata del reddito e del patrimonio – Riduzione della spesa pubblica dell’1 per cento ogni anno per cinque anni – Ogni euro recuperato con il contrasto all’evasione e la riduzione della spesa sarà destinato alla riduzione del carico fiscale, con priorità per i redditi di lavoro e impresa – Un patto tra Stato e cittadini sulla semplificazione, stabilità e irretroattività delle norme fiscali.

APERTURA DEL PAESE AGLI INVESTIMENTI STRANIERI
Dobbiamo imparare a ingaggiare il meglio dell’imprenditoria mondiale per portarla in casa nostra a valorizzare meglio il nostro lavoro, in tutti i settori in cui l’eccellenza oggi non è rappresentata dalle imprese italiane – Non è irrealistico puntare ad allinearci alla media europea, aumentando il flusso dall’1% del Pil (dato attuale) al 4,5%  annuo – Tutte le misure sopra indicate, in tema di efficienza delle amministrazioni (e in particolare di quella giudiziaria), semplificazione burocratica e fiscale, flessibilità e servizi nel mercato del lavoro, promozione dell’eccellenza nella scuola e nell’università, valorizzazione del patrimonio culturale e artistico nazionale, concorrono all’obiettivo di quadruplicare il flusso degli investimenti diretti esteri entro i prossimi cinque anni.
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