IL NUOVO PROGRAMMA DI RENZI E LE MOLTE COSE CHE SI POSSONO FARE PER SALVARE L’ITALIA

UNA ANTICIPAZIONE DI STAMPA DEL PROGRAMMA A CUI STA LAVORANDO IL SINDACO DI FIRENZE FORNISCE L’OCCASIONE PER UNA RIFLESSIONE SULLE SCELTE INCISIVE NECESSARIE PER TIRAR FUORI IL PAESE DAL CIRCOLO VIZIOSO IN CUI SI È CACCIATA

Intervista a cura di David Allegranti, pubblicata nell’edizione fiorentina del Corriere della Sera, 29 giugno 2013

Senatore Ichino, con la nuova piattaforma di Renzi, si rilancia davvero l’economia o sono misure tampone? Per quel che mi risulta, le indicazioni di politica economica che sono state riprese da qualche giornale nei giorni scorsi non si possono considerare come “la nuova piattaforma di Renzi”: sono solo delle schede redatte da Yoram Gutgeld, che verranno utilizzate da Renzi per l’elaborazione del suo programma. Non sappiamo in quale misura le utilizzerà.

Le ricette messe a punto da lei nell’autunno scorso, adottate dal sindaco di Firenze alle ultime primarie, sembravano più incisive. In materia di mercato del lavoro, sì: in queste schede l’importanza della materia del lavoro mi sembra un po’ sottovalutata. Invece, quello che sta accadendo ora mi sembra che confermi in pieno la bontà del capitolo sul lavoro del programma di Renzi per le primarie: delineava una riforma a costo zero per lo Stato che farebbe stare molto meglio sia i lavoratori sia gli imprenditori.

In sintesi, che cosa proponevate? Una riduzione drastica del volume e della complessità della legislazione, con il Codice del Lavoro semplificato; inoltre la sperimentazione di una forma di flexsecurity: cioè di una coniugazione del massimo possibile di flessibilità delle strutture produttive con il massimo possibile di sicurezza economica e professionale dei lavoratori nel mercato, nel passaggio dalla vecchia occupazione alla nuova.

Di questo nelle nuove schede non c’è nulla. Ma ciò non significa che Matteo Renzi abbia rinunciato a questo capitolo del suo programma per le primarie. È solo che non è questa la materia di specifica competenza di Yoram Gutgeld. Quella parte del programma renziano è stata ora ripresa e affinata da Scelta Civica, perché costituisce la cosa più utile che si può fare concretamente per rimettere in modo un mercato del lavoro infartuato. Sarebbe strano che Renzi vi rinunciasse, visto che ne è stato il primo sostenitore.

Irpef. Renzi vuole ridurla e per recuperare risorse il suo responsabile economico Yoram Gutgeld pensa a una vendita una tantum, agli stessi inquilini, degli alloggi popolari. Ma così non si avrebbero rischi simili a quelli nati in America con i mutui subprime? Quei rischi si possono evitare anche senza rinunciare a questa proposta, che è fondamentalmente giusta. Osservo, semmai, che esistono alcuni altri capitoli di spesa che possono e devono essere ridotti; e dai quali si potrebbero trarre anche maggiori risorse da utilizzare per ridurre le tasse.

Anche nel piano economico renziano si dice: taglio alla spesa pubblica. Sì, ma dove? Abbiamo diversi carrozzoni pubblici che potrebbero essere soppressi senza alcun danno. Il più importante è il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro.

Ma il CNEL è previsto dalla Costituzione. Abbiamo in cantiere alcune modifiche importanti della Carta: aggiungiamoci questa. Anche perché incominciare dall’alto aiuta a compiere i tagli ai livelli inferiori.

E dei dipendenti che cosa facciamo? C’è una norma del testo unico per l’impiego pubblico, l’articolo 33, che delinea una soluzione molto ragionevole: il personale in eccedenza viene posto “a disposizione”, conservando l’80 per cento dello stipendio; potremmo anche aumentarlo al 90 per cento; ed entro due anni deve accettare lo spostamento nelle amministrazioni dove manca il personale, nello stesso circondario. E gli edifici che non servono più si vendono.

Può fare un esempio? Abbiamo tanti “collocatori” poco produttivi – non per colpa loro – nei Centri per l’Impiego, che potrebbero essere trasferiti a fare gli assistenti degli ispettori del lavoro, i quali invece sono gravemente sotto-organico. Certo, dovrebbero lavorare molto di più rispetto a ora; ma avrebbero la prospettiva di diventare domani ispettori. Anche le cancellerie dei Tribunali e molti uffici catastali sono sotto-organico.

Sembra l’uovo di Colombo. Già, ma questa norma è in vigore dal 2001 e in dodici anni non è mai stata applicata. Mai, neanche una volta sola! Incominciamo ad applicarla.

Lotta all’evasione fiscale. Un punto che non manca mai in nessun programma elettorale. Però non succede mai. Beh, questo non è del tutto vero. Nel 2012 sono stati recuperati 7 miliardi di evasione. Certo, si potrebbe ottenere molto di più disincentivando fortemente l’uso del contante nei pagamenti; inoltre incrociando in modo più efficiente le banche-dati patrimoniali con quelle reddituali, di cui lo Stato dispone; infine, aumentando la gamma delle spese in tutto o in parte deducibili dal reddito imponibile.

Accorpamento delle prefetture: non rischia di fare la fine delle Province? Il rischio c’è; dobbiamo evitarlo. Ma anche la soppressione delle Province è possibile e va fatta. Io aggiungerei l’unificazione dei corpi di Polizia, conservando ovviamente le specializzazioni: porterebbe non solo un grande risparmio, ma anche un forte guadagno di efficienza.

Che ne pensa del decreto del governo, “Fare”? Qualcuno ha ironizzato dicendo “Fare finta”… Effettivamente sono un po’ deluso. Per carità, ci sono molte cose utili. Ma se questo decreto contenesse anche solo metà delle cose di cui abbiamo parlato prima, l’orizzonte del Paese sarebbe molto più sereno.

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