PER IL COLLOCAMENTO GUARDIAMO AI PAESI BASSI

LA SOLUZIONE MIGLIORE PER L’EFFICIENZA ED EFFICACIA DELLA RETE DEI SERVIZI NEL MERCATO DEL LAVORO CONSISTE PROBABILMENTE NELL’ATTIVARE LE IMPRESE PIÙ CAPACI ATTRAVERSO UN SISTEMA DI ACCREDITAMENTO E FINANZIAMENTO PER MEZZO DI VOUCHER, ATTINGENDO AD ESPERIENZE POSITIVE COME QUELLA OLANDESE

Intervento di Pietro Ichino in corso di pubblicazione su Panorama, 18 luglio 2013

Il primo disegno di legge per la sperimentazione di servizi pubblici al mercato del lavoro più moderni ed efficienti è quello presentato dal ministro del Lavoro Scotti nel febbraio 1979. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti: le riforme dei servizi collocamento che si sono susseguite, nei sette lustri trascorsi da allora, sono più di una decina. In alcuni casi, molto circoscritti, le cose sono migliorate; ma affermare che si sia registrato un miglioramento generale della produttività del collocamento pubblico davvero non si può. Alla fine degli anni ’70 esso intermediava, in regime di monopolio, non più del 5 per cento degli incontri effettivi tra domanda e offerta di manodopera; oggi ne intermedia non più del 3 per cento. Nel frattempo il regime di monopolio statale è stato abrogato, a seguito di una sentenza della Corte di Giustizia europea, nel 1997. E ha incominciato a svilupparsi una rilevante offerta di servizi di intermediazione nel mercato del lavoro da parte di imprese specializzate private. Oggi non può più essere considerata come la linea di demarcazione rilevante, in questo campo, quella che passa tra servizi pubblici e privati, ma quella che passa tra i servizi svolti alla luce del sole e servizi svolti nel mondo dell’economia sommersa; tra servizi efficaci e inefficaci. È questo il motivo per cui oggi dobbiamo prendere seriamente in considerazione l’idea che lo Stato si limiti a una funzione di controllo, di garanzia di trasparenza; e destini le risorse disponibili – comprese quelle messe a disposizione dal Fondo Sociale Europeo – per finanziare i servizi resi dalle imprese accreditate liberamente scelte da lavoratori e imprese, attraverso un sistema di voucher. Il voucher, ovviamente dovrà essere differenziato a seconda del grado di “occupabilità” del lavoratore nel caso specifico. Come già stanno facendo – con successo – in Olanda. Che fare degli ottomila addetti al collocamento pubblico che in questo modo sarebbero messi anche formalmente fuori gioco dai concorrenti privati? Trasferiamoli al ruolo di assistenti degli ispettori del lavoro, i quali sono gravemente sotto-organico. Il loro lavoro sarebbe molto più efficace; e col tempo potranno diventare a loro volta ispettori.

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