CHE COSA STA ACCADENDO IN SCELTA CIVICA?

BREVE CRONACA DI UNA SETTIMANA TRAVAGLIATA, CON UNA ANCOR PIÙ BREVE VALUTAZIONE CONCLUSIVA

Resoconto per la Nwsl n. 260, 5 agosto 2013

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Mercoledì 24 luglio –
Nella grande sala dell’Hotel Plaza di via del Corso Mario Monti apre l’assemblea con una relazione di ampio respiro, nella quale invita i parlamentari e i coordinatori regionali di Scelta Civica a mettere al centro del loro lavoro  il programma delle riforme incisive di cui il Paese oggi ha urgente bisogno, e non le questioni di schieramento. In particolare – dice – “così come non dobbiamo dividerci tra cattolici e non cattolici, non dividiamoci neppure sulle prospettive di adesione a questa o quella formazione politica europea: tema sul quale oggi non potremmo trovare una soluzione che ci veda tutti uniti: concentriamoci sulla nostra mission per salvare il nostro Paese e su quella rafforziamo l’identità politica della nostra formazione”.

Venerdì 26 luglio – Al Tempio di Adriano si svolge la manifestazione intitolata “Per l’Italia, per l’Europa”, promossa dall’UdC, nella quale si profila la nascita di una nuova formazione politica – la cui ispirazione confessionale non è esplicitata ma non per questo è meno facilmente percepibile – destinata a confluire nel Partito Popolare Europeo. Alla manifestazione partecipano anche alcuni parlamentari di Scelta Civica, tra i quali il Coordinatore politico Andrea Olivero.

Sabato e domenica 27 e 28 luglio – Tra i parlamentari e i coordinatori regionali di Scelta Civica si incrociano molti messaggi di viva perplessità: il Coordinatore nazionale ha deciso di disattendere la chiarissima indicazione data dal Presidente solo due giorni prima?

Lunedì 29 luglio, h. 22.50 – Mario Monti dirama la convocazione urgente di una nuova assemblea dei parlamentari di SC per mercoledì 31, con un ordine del giorno che più esplicito non potrebbe essere. Al punto 3 si legge: “Elezione del Presidente e/o del Coordinatore politico nazionale”. Come dire: “O lui o io”.

Mercoledì 31 luglio, h. 21 – La sala della Direzione di SC a via Poli è già affollata; ma occorrerà attendere tre quarti d’ora prima che Monti e Olivero escano da una stanza dove sono chiusi a discutere. Quando il Presidente prende la parola lo fa con un discorso molto asciutto, col quale chiede che il Coordinatore politico lasci la carica e assuma, insieme a quattro altri parlamentari, l’incarico della elaborazione del progetto politico che verrà presentato al Congresso a ottobre. Andrea Olivero, con un  discorso un po’ meno asciutto, dichiara di aver accettato questa proposta. Senonché a questo punto si apre un dibattito nel quale intervengono alcuni parlamentari, che non hanno considerato affatto  inopportuna la partecipazione di Olivero alla manifestazione dell’UdC di venerdì, i quali criticano – a tratti con toni molto duri – la decisione di Monti. Dopo quattro ore di dibattito Monti, evidentemente colpito dalla veemenza degli attacchi, annuncia le proprie dimissioni e si avvia all’uscita dalla sala. Lo induce a recedere da questa decisione solo l’insistenza di alcuni esponenti della larga maggioranza dei parlamentari di SC che in questo passaggio lo ha sostenuto.

A me pare evidente che si stanno confrontando due idee di Scelta Civica tra loro incompatibili: una è quella di chi la concepisce essenzialmente come strumento per unire, al di là delle diverse provenienze ideologiche o di partito, chi condivide i contenuti dell’Agenda Monti per la salvezza del nostro Paese; l’altra idea è quella di chi concepisce invece SC essenzialmente come una fase di passaggio in preparazione di un nuovo partito di ispirazione sostanzialmente confessionale, impegnato nella costruzione di un nuovo centrodestra italiano e per il quale sul terreno europeo è già scritta la confluenza nel PPE. Considerate le circostanze, il chiarimento su questo punto non è affatto inopportuno. Anzi: può essere la condizione indispensabile per un forte rilancio del ruolo politico di Scelta Civica nel prossimo futuro, anche in considerazione della crisi gravissima che stanno attraversando sia il PD, sia il PdL.

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