LE CRITICHE DI SC AL DISEGNO DI LEGGE DI STABILITÀ

UN PRIMO PASSO NELLA DIREZIONE GIUSTA, MA DAVVERO TROPPO PICCOLO: SI PUÒ E SI DEVE FARE MOLTO DI PIÙ SIA SUL VERSANTE DELLA RIDUZIONE DELLE IMPOSTE SU LAVORO E IMPRESA, SIA SU QUELLO DEL TAGLIO DELLE SPESE INUTILI O ADDIRITTURA DANNOSE, DELLO SMANTELLAMENTO DEI CARROZZONI CLIENTELARI

Intervista a cura di Francesca Siciliano in corso di pubblicazione sul sito Intelligonews, 16 ottobre 2013

All’indomani della manovra da 11,4 milioni di euro approvata dal Consiglio dei Ministri, Pietro Ichino, senatore di Scelta civica, tratteggia gli aspetti salienti della Legge di Stabilità. «E’ un primo passo, ma purtroppo ancora troppo piccolo» dice il professore intervistato da IntelligoNews. «Nelle prossime settimane andranno rivisti e “limati” diversi aspetti – ha continuato – il che sarà possibile, in maniera ancor più incisiva, se la maggioranza farà suo il Contratto di Coalizione proposto da Monti».

Onorevole Ichino, la Legge di Stabilità contiene davvero ciò di cui l’Italia aveva bisogno? Stiamo sulla strada giusta?
Sulla strada giusta sì, nel senso che la direzione fondamentale è quella corretta: riduzione delle imposte su chi produce, cioè su lavoro e impresa. Ma su questa strada stiamo facendo un primo passo davvero troppo piccolo. Si potrebbe fare molto di più, facendo altrettanto sul fronte della riduzione delle spese sbagliate e degli sprechi di denaro pubblico. Su questo terreno il Governo è ancora troppo timido e poco incisivo.

Secondo le bozze circolate nei giorni precedenti erano previsti grandi tagli alla sanità. È stata una mossa ad hoc per poi presentare una legge che, evitandoli, ha “consacrato” l’operato del governo?
Non ho idea delle tattiche adottate dal Governo sul piano della comunicazione. Va detto, però, che la soluzione del problema cruciale non va cercata nei tagli alla vecchia maniera. Del tipo: due per cento in meno in un settore, cinque per cento in meno in un altro. Quelli che occorrono sono tagli incisivi e mirati, là dove ci sono sprechi colossali e dove tagliare non riduce affatto la quantità e qualità del servizio reso ai cittadini, alle famiglie e alle imprese. Anzi, il servizio in questo modo migliora.

Per esempio?
Per esempio come si è fatto da parte del ministro della Giustizia Severino e ora Cancellieri con l’accorpamento dei tribunali.

Una misura che in questo caso, però, non era mirata tanto a ridurre la spesa, quanto ad aumentare l’efficienza.
È vero; però nel settore della sanità, soprattutto nel Centro e nel Sud del Paese, un’operazione analoga aumenterebbe l’efficienza riducendo anche drasticamente la spesa. Poi c’è il discorso sulla miriade di società partecipate da comuni, provincie e regioni, che in molti casi sono dei carrozzoni gravemente inefficienti, quando non del tutto inservibili, utili solo per assunzioni clientelari: in Senato siamo riusciti a far depennare nel decreto-stabilizzazioni una norma che avrebbe di fatto congelato gli organici di questi carrozzoni; lì ora si può e deve intervenire con molto rigore, imponendo l’attivazione di canali efficaci per ricollocare nel tessuto produttivo del Paese il personale eccedentario. Più in generale, lunedì scorso Scelta Civica ha inviato al Presidente del Consiglio una proposta molto dettagliata di misure da adottare, sotto forma di progetto di un Contratto di Coalizione, sul modello di quello su cui si fondò, con successo, la Grosse Koalition tedesca tra il 2005 e il 2009.

Una carta rivendicativa di Scelta Civica?
No: abbiamo selezionato, in otto capitoli molto dettagliati, tutte le misure sulle quali c’è stata già un’espressione di impegno da parte del Governo, oppure una manifestazione di consenso da parte dei partiti della maggioranza, ma che rischiano di rimanere allo stato di annunci, promesse al vento. Chi vuole può leggere il documento sul sito di SC, o sul mio (www.pietroichino.it).

Non sembra che ci sia traccia di questa vostra proposta nella legge di stabilità presentata dal Governo.
Più che nel disegno di legge di stabilità, queste misure devono essere contenute nei disegni di legge collegati: quelli su cui si lavorerà nei prossimi giorni. Lì si parrà davvero la virtute del Governo Letta. E lì noi ci impegniamo a mostrare quante risorse si possono liberare per detassare i redditi di lavoro e impresa molto più significativamente rispetto alle misure di cui per ora si parla.

Vediamo il disegno di legge nel dettaglio –  via l’Imu, arriva la Trise (che contiene Imu + Tares): cos’è, il gioco delle tre tasse?
Il rischio che di questo si tratti c’è. Però può anche essere, invece, una misura seria e utile, che non porterà un sostanziale aumento di prelievo. Anche questa è una cosa su cui occorrerà lavorare con molta attenzione nelle prossime settimane,

Detrazioni per dipendenti e sgravi sulle assunzioni come incentivo alla ripresa: riusciremo finalmente a raggiungere l’obiettivo?
Solo se l’entità di questi sgravi sarà molto più significativa. Dalle simulazioni che abbiamo fatto tra ieri e oggi, su di un reddito di 24.000 euro lo sgravio è di circa 200.000 euro annui, e va riducendosi fino ad azzerarsi per i redditi superiori. Un po’ poco per determinare un effetto percepibile sui livelli occupazionali. Come dicevo all’inizio: è un primo passetto piccolo piccolo nella direzione giusta; ma occorre molto di più. E si può fare molto di più. Se la maggioranza fa suo il “Contratto di Coalizione” che abbiamo proposto.
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