SE GLI “INSIDER AFAM” PASSANO… ALLE VIE DI FATTO

UNA PARTE DEI DOCENTI DEI CONSERVATORI MUSICALI CONCORDA CON LA MIA INIZIATIVA – ALTRI DIFENDONO IL DECRETO MINISTERIALE SUL RECLUTAMENTO CON LE UNGHIE E COI DENTI… E ANCHE CON QUALCHE COSA DI TROPPO

La prima lettera è pervenuta il 4 agosto 2014, gli insulti sono del 5 agosto, la terza lettera è del 6 agosto – Chiude il post uno scambio di messaggi illuminante con un insider AFAM, 5-8 agosto.

1. PIENA ADESIONE ALLO SPIRITO E AL CONTENUTO DELL’INTERROGAZIONE

Caro professor Ichino, oggi sono balzato sulla sedia quando ho letto le ultime righe della lettera inviatale dal “Coordinamento precari AFAM” a seguito della sua interrogazione al ministro sui criteri di reclutamento nei Conservatori: “Infine abbiamo pensato di inviare alla Sua casella e-mail tutti i nostri curricula con l’elenco dei titoli di studio / culturali / artistici. La avvisiamo che sono molto lunghi: ci auguriamo che in questa estate Lei abbia molto tempo libero da dedicare alla lettura.”  In queste righe l’acredine della lettera trascende in una vera e propria aggressione: non si può qualificare altrimenti la minaccia di intasare la casella di posta elettronica dell’interlocutore – tecnicamente si chiama mail bombing – per punire l’espressione delle sue idee. Lei è stato un gran signore non rilevando e stigmatizzando, nella sua pacata risposta, la gravissima caduta di stile, e non soltanto di stile, dei mittenti di quella lettera. Stupisce e preoccupa che questo modo di dialogare sia fatto proprio da docenti, che dovrebbero – al contrario – insegnare anche con il loro comportamento personale il valore del confronto aperto delle idee. Quanto al contenuto della lettera, alla domanda di questi docenti “come può lei giudicarci?” la risposta è chiarissima, per chi la vuol leggere, già nell’interrogazione che lei ha rivolto al ministro, là dove ha chiesto che questo giudizio possa esserci per davvero, nel momento del reclutamento: un giudizio fondato anche sui titoli artistici. Proprio quello che il decreto ministeriale 30 giugno 2014 – difeso con tanta veemenza dagli autori di quella lettera – non consente. Chi, come me, può considerarsi tecnicamente un “precario AFAM” dovrebbe sentirsi mortificato da un sistema di reclutamento che dei titoli artistici non tenga conto: meglio correre qualche rischio di valutazione discutibile di quei titoli, o addirittura di valutazione errata, che essere condannati a vivere in un sistema che quei titoli deliberatamente ignora, guardando soltanto all’anzianità di servizio. Su questo farebbe bene a riflettere questo “Coordinamento precari”.
La ringrazio per il suo impegno sempre limpido, rigoroso, incisivo e disinteressato, sul terreno dell’efficienza ed efficacia delle amministrazioni pubbliche come su quello del mercato del lavoro: non si lasci intimidire! I lavoratori seri sono con lei.
Lettera firmata

2. INSULTI INAUDITI

L’aggressività dei miei contraddittori si è manifestata anche nel modo in cui essi hanno riferito i termini della mia interrogazione al ministro dell’Istruzione sul decreto 30 giugno 2014 e i criteri di reclutamento dei docenti degli Istituti musicali. Riproduco qui soltanto alcuni stralci di quanto qualche sciagurato esponente della categoria scrive sul web (https://www.facebook.com/groups/551536864866559/?fref=ts):

[…] Tornando al politico FETENTE….
Se a te il discorso di Ichino o quello di Castaldo non interessano, non significa
che non debbano interessare al resto della categoria.
Quello che ti sfugge è l’offesa gratuita e infondata che il “politico” dall’alto del
suo privilegiato scranno lancia colpendo TUTTA la categoria.
Questo non è tollerabile e va combattuto con ogni mezzo!
La disinformazione è madre di ogni DITTATURA.
Ricorda quello che diceva Joseph Paul GOEBBELS, Ministro della Propaganda
del Terzo Reich: “Spargi la menzogna tra la gente e ripetila in continuazione.
Diverrà più vera di qualunque verità”!
A. C.

Colgo l’occasione per chiarire ulteriormente ciò che non poteva non essere già del tutto chiaro a qualsiasi lettore sereno della mia interrogazione: non ho mai inteso – e come avrei potuto? – attribuire “modestissima levatura artistica” alla generalità dei docenti musicali in attività con contratto a termine, bensì soltanto chiedere che qualsiasi potenziale docente possa competere per l’ingaggio, senza la prospettiva di vedersi preferire un docente in attività di modestissima levatura, solo in ragione della sua maggiore anzianità di servizio. Per questo chiedo che nei criteri di reclutamento si attribuisca il debito peso ai titoli artistici. Si può menare scandalo per questa mia istanza soltanto se si esclude che vi sia oggi in attività qualche docente di modestissima levatura; ma questo – credo – neppure il “Coordinamento Precari AFAM” è disposto a sostenerlo. Attribuire rilievo solo all’anzianità di servizio, escludendo ogni rilievo dei titoli artistici è il contrario della valorizzazione del merito musicale; e non può che portare a uno scadimento del livello artistico-didattico dei Conservatori. Come scrive l’autore della lettera sopra riprodotta, “meglio correre qualche rischio di valutazione discutibile di quei titoli, o addirittura di valutazione errata, che essere condannati a vivere in un sistema che quei titoli deliberatamente ignora, guardando soltanto all’anzianità di servizio”. Nessun insulto e nessun mail bombing può occultare questo, che è il vero e unico nocciolo della questione di cui stiamo discutendo.    (p.i.)

P.S. Il prof. Angelo Castaldo mi scrive: “Mi dissocio dalle parole usate dal Prof. A.C. (sebbene i contenuti siano assolutamente condivisibili!) e mi farebbe piacere che la sigla in calce all’intervento da Lei riportato sia scritta per esteso. Si deve capire che “A.C.” non sta per Angelo Castaldo.” Accontentato.
P.P.S. Il prof. Paolo Tombolesi mi scrive:
“E’ falso affermare che il post Facebook da lei citato possa testimoniare “L’aggressività degli esponenti del Coordinamento Precari AFAM“ e che sia stato scritto da “qualche sciagurato esponente della categoria”. Le ripeto che le parole sono di A**** C****, docente di ruolo da anni, che non  è certo un precario e nulla ha a che fare con coordinamenti di precari. E lo dico a ragion veduta perché del Coordinamento Precari AFAM faccio parte da prima della mia iscrizione alla CGIL. Mi auguro quindi che, compreso l’equivoco, nel suo sito non venga più attribuito alla categoria “precari” il testo in questione, chiaramente offensivo nei suoi confronti, e che ovviamente io non condivido di certo.” Prendo atto con piacere di questa presa di distanze dalle parole inammissibili di A.C.

 

3. BENE, MA DEVONO AVERE RILIEVO ANCHE LA CAPACITÀ DIDATTICA E L’INIZIATIVA PER EVENTI MUSICALI

Gentilissimo Senatore Ichino, entro nel merito della discussione sul decreto 30 giugno 2014 n. 526 (le discusse graduatorie nazionali AFAM) innanzitutto per ringraziarLa della sua interrogazione del 28 luglio scorso che ha messo in evidenza i tanti punti dolenti relativi a tale bando. Nella risposta a Lei indirizzata il 30 luglio un mio anonimo collega faceva osservare che le graduatorie di istituto sono da sempre il regno assoluto della arbitrarietà se non del clientelismo più sfacciato, per cui il decreto in sé è in effetti sacrosanto. Purtroppo l’attuazione di questo decreto con le attuali regole non può che portare a quanto da Lei paventato, ovvero che vengano da un lato esclusi musicisti (e artisti nel caso delle accademie) giovani ma in carriera con un curriculum internazionale, a favore di persone che hanno da tempo appeso al chiodo i loro rispettivi strumenti di lavoro, che siano pennelli o archetti da violino… mi permetto di ricordare che ciò è già successo in passato; negli anni ’80 una sorta di sanatoria permise l’immissione in ruolo di stuoli di docenti che avevano in molti casi come unico requisito quello di trovarsi “su cattedra” al momento della conversione delle stesse. Tali docenti hanno svolto tutta la loro carriera all’ombra delle istituzioni che le hanno accolte nel loro seno e ora se ne stanno andando tranquillamente in pensione, spesso senza lasciare traccia del loro prezioso (?) apporto artistico e didattico.
Concordo pienamente con la denuncia del mancato inserimento dei titoli artistici, che è di fatto, comunque lo si voglia guardare, un vero scandalo. Accademie e Conservatori non sono scuole normali, ma luoghi dove si trasmette un sapere vissuto in prima persona da chi vi insegna. Il musicista o l’artista in carriera hanno molto di più da insegnare ai loro allievi, poiché tramandano saperi che si apprendono in gran parte dalla materia viva. Mi permetto però di sottolineare un altro aspetto della valutazione di un docente che non è mai stato preso in considerazione nel dibattito (forse perché deviato dai tanti interessi in campo): In tutti i paesi del mondo, fuorché in Italia, un docente di una accademia riceve una valutazione non solo in base ai suoi successi personali ma anche e soprattutto in base ai risultati ottenuti dai propri allievi. E’ fin troppo evidente che un docente che è in grado di portare al diploma decine di allievi che entrano successivamente a far parte di prestigiose orchestre, che vincono premi, che pubblicano dischi eccetera, sia da ritenere “eccellente” al di là del suo titolo di studio (ottenuto con quale media?) o della sua anzianità di servizio. Mi permetto di osservare, a rischio di scatenare furibonde polemiche, che tutti noi che i conservatori li frequentiamo da decenni per un motivo o per l’altro, sappiamo bene di docenti che hanno portato al diploma pochissimi allievi e spesso nemmeno di grandi qualità artistiche.
Concludo aggiungendo che tra i meriti di un docente va anche annoverata la capacità e l’iniziativa di alcuni nel creare eventi musicali, rassegne, concorsi, inserendo gli allievi nel tessuto vivo del mondo artistico. E che altro si può dire di settori del tutto nuovi come i corsi di Jazz e di Pop dove i “precari” hanno organizzato EX NOVO come coordinatori percorsi didattici (molto spesso virtuosi) a frone della totale latitanza del Ministero sui contenuti delle sperimentazioni? ora tutto il lavoro fatto da queste persone vale, ai fini della valutazione, meno di zero poiché non contemplato nei titoli di servizio. Ciò porterà molto probabilmente all’AZZERAMENTO di interi dipartimenti costruiti in anni di faticosa sperimentazione da poche persone, dipartimenti che da questa graduatoria risulteranno completamente rivoluzionati con esiti imprevedibili.
Mi scuso per la lunghezza di questa lettera e la ringrazio per l’attenzione
Cordialmente
R.M.

4. DIALOGO ILLUMINANTE CON UN INSIDER AFAM

Replica di R.R., docente di jazz, alla mia risposta alla lettera sopra riportata nel § 1
Gentile Signor Ichino,
forse non mi sono spiegato bene, il criterio di attribuzione punteggio artistici è manovrabile, l’unico criterio sicuro è quello di anzianità di servizio.
Spero di essere stato chiaro, non mi pare difficile da capire!!!
Cordialmente  R.R.

Mia risposta
Quella che Lei sostiene è la rinuncia alla valutazione del merito di un docente; che significa appiattimento totale dei valori e fuga di molti tra i migliori verso altri Paesi. Un prezzo che non possiamo e non dobbiamo pagare.
p.i.

Nuova replica
Buongiorno, vedo che siamo su binari diversi. Il percorso che abbiamo fatto tutti sono state le graduatorie di istituto spesso lontato da casa. Anche noi eravamo giovani meritevoli, quindi i giovani meritevoli che facciano il nostro stesso percorso, graduatorie di istituto nessuno glielo impedisce. Noi non molleremo!!!
R.R.

Mia conclusione
D’accordo. Però riconoscete almeno di considerare l’anzianità di servizio più importante del merito professionale. Cosa che si giustifica soltanto in un sistema incentrato sugli interessi degli addetti invece che sugli interessi degli utenti.
Quel che conta è la chiarezza. Questo dialogo a qualche cosa è servito.
p.i.

 

 

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