IL FUTURO DEL WELFARE NEL “LIBRO VERDE” DEL MINISTRO SACCONI

UN DISIMPEGNO STRISCIANTE RISPETTO AL SISTEMA DI PROTEZIONE SOCIALE VIGENTE, IN DIREZIONE DI UN SISTEMA CENTRATO SULL’AUTORESPONSABILITA’ DEI SOGGETTI

Commento del prof. Maurizio Cinelli (studio@mauriziocinelli.it), destinato alla rivista Diritto della Sicurezza Sociale

Sintesi delle conclusioni – Il testo ministeriale propone un modello di integrazione socio-sanitaria, definito “dinamico”, nel senso che esso è diretto a favorire “la promozione e lo sviluppo di capacità individuali e di reti familiari”: calibrato, in altri termini, anche in tal caso, sui principi di autoresponsabilità e di sussidarietà. 
Principi, questi ultimi, in sé, apprezzabili, ma che, se non ben calibrati in sede di applicazione, possono determinare un rilevante aggravio degli oneri per le famiglie: aggravio ben difficilmente sostenibile nelle condizioni socio-economiche generali attuali, in un contesto di netta prevalenza delle famiglie di tipo nucleare.
Molto minore attenzione, in ogni caso, risulta dedicata alla tutela della salute nei luoghi di lavoro.   Anzi, sembra quasi che il Libro verde voglia prospettare uno spostamento dell’asse delle tutele nella direzione di un tipo di “prevenzione” che sia fondata essenzialmente su regole e criteri di autoresponsabilità, e, per converso, uno strisciante disimpegno rispetto al complesso normativo di protezione sociale oggi vigente. Se così fosse, la mancanza di qualsiasi cenno nel testo ministeriale alla questione delle malattie professionali sarebbe sintomo di una inaccettabile sottovalutazione del problema.

 

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