CHE COSA PENSO DELLA RIFORMA DELLA SCUOLA

CAPISCO LE OBIEZIONI DI CHI CONDIVIDE MA VORREBBE PERSEGUIRE MEGLIO GLI OBIETTIVI DELLA RIFORMA: DARE PIÙ AUTONOMIA AGLI ISTITUTI PER RESPONSABILIZZARNE DIRIGENTI E DOCENTI CIRCA I RISULTATI; MA L’INTENDIMENTO DELL’OPPOSIZIONE DIFFUSA AL DISEGNO DI LEGGE È CONTRARIO PROPRIO A QUEGLI OBIETTIVI

Lettera pervenuta il 6 giugno 2015 – Segue la mia risposta.

Caro professore, ero curioso di conoscere le sue idee sulla questione dell’ampliamento dei poteri ai presidi ma non ho trovato niente sul suo sito. Visto che adesso lei dovrà al Senato dare il suo contributo… che ne pensa delle ultime mosse di Renzi al riguardo che con l’intervista di oggi a RepIdee sembra aver ridimensionato la portata della riforma visto che leggendo l’intervista i punti fermi sarebbero ora soltanto: 1-edilizia scolastica; 2-no-classi pollaio? Tutto questo casino per partorire un topolino? Saluti
Paolo Del Romano

Considero come nucleo essenziale della riforma l’autonomia degli istituti scolastici, con gli ovvi corollari: a) della responsabilizzazione dei rispettivi dirigenti per i risultati;  b) dell’attribuzione agli stessi di prerogative direttive e gestionali corrispondentemente più ampie; c) dell’istituzione dei necessari sistemi di valutazione sia dei dirigenti scolastici, sia dei docenti. Mi sembra che il disegno di legge del Governo si muova in questa direzione, anche se forse, per alcuni aspetti, con alcuni difetti e un’eccessiva timidezza. L’essenza dell’opposizione a questo disegno di legge, però, non consiste affatto nella denuncia di quelle timidezze o difetti, bensì nell’intendimento di contrastare nel modo  più radicale il perseguimento dei tre obiettivi fondamentali delineati sopra. Sono dunque convinto che si debba andare avanti con molta determinazione nel perseguimento dei tre obiettivi indicati e spero proprio che in Senato nei giorni prossimi questo accada.  Escluderei che possa registrarsi un passo indietro su questi punti. Certo, se invece ciò dovesse accadere, lo considererei un errore politico e una sconfitta grave per il Governo; ma non credo proprio che Matteo Renzi abbia inteso prefigurare questo esito nell’intervista al direttore di Repubblica che ha suscitato la preoccupazione del lettore   (p.i.)

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