ORIENTAMENTO PROFESSIONALE: LE RESPONSABILITÀ DI UN DISASTRO

LA LATITANZA PRESSOCHÉ TOTALE DI UN SERVIZIO CAPACE DI RAGGIUNGERE CAPILLARMENTE CIASCUN ADOLESCENTE ALL’USCITA DA QUALSIASI CICLO SCOLASTICO, PER RILEVARNE LE COMPETENZE E LE ASPIRAZIONI E PER FORNIRGLI LE INFORMAZIONI ESSENZIALI SUI PERCORSI E SERVIZI DISPONIBILI NEL MERCATO DEL LAVORO, È LA CAUSA PRINCIPALE DEL TASSO ALTISSIMO DI DISOCCUPAZIONE GIOVANILE

Lettera pervenuta il 1° dicembre 2015 – Segue la mia risposta.

Egregio professor Ichino, Le scrivo in qualità di consulente per l’orientamento professionale, una figura che, nonostante la sua estrema importanza sociale, ha trovato ad oggi scarsissima applicazione nel mercato del lavoro. Evocato nelle emergenze, ma trascurato nei progetti, quella dell’orientamento in Italia, infatti, è una “pratica che non c’è” anche se “tutti dicono che ci dovrebbe essere”. Dell’orientamento se ne parla nei convegni, nei dibattiti, ma sempre in chiave astratta e metafisica. Ne viene ravvisata l’importanza quando si analizzano i dati sull’iscrizione all’università, quando si scopre che molti giovani scelgono il corso di studi in modo spesso improvvisato: l’iscrizione all’università spesso risulta un fatto casuale. L’orientamento, del resto, si riduce spesso a mera informazione pubblicitaria delle università verso i propri corsi. Il risultato è che il pubblico (Centri per  l’Impiego in primis)offre un servizio limitato, di dubbia qualità, mentre il privato non si muove se non per profitto. Così, nonostante alcune iniziative con i Centri per l’Impiego e agenzie formative ho dovuto con amarezza dedicarmi ad altro. In questi anni, pur facendo altro ho sempre seguito la tematica dell’orientamento, proponendomi e cercando sempre e ovunque occasioni di lavoro in tale ambito. Con pochi esiti.
Adesso, con il Jobs Act, sembra che qualcosa si muova. Le chiedo, a tal proposito, alla luce del Decreto Legislativo n. 150/2015 di  riordino della normativa sui servizi per il lavoro e le politiche attive se cambierà il ruolo dell’”orientatore” all’interno delle Agenzie per il Lavoro. Ad oggi, infatti, il suo utilizzo in realtà è stato nullo se si eccettua quelle pochissime agenzie interinali che si occupano di ricollocamento. Con l’introduzione dell’”assegno di ricollocamento” le agenzie per il lavoro avranno tutto l’interesse a offrire servizi di ricollocazione adeguati sebbene l’assegno venga riscosso a «risultato ottenuto». Ci sarà dunque, secondo lei, all’interno delle Agenzie la possibilità – e soprattutto la volontà – di offrire finalmente un servizio di orientamento e dunque di avvalersi di professionalità adeguate ?
Scusandomi per il disturbo e rimanendo in attesa di una risposta, Le porgo i miei più cordiali saluti.
Dott. Marco Pellegrinelli

La mancanza di un serio servizio di orientamento scolastico e professionale in Italia costituisce – a mio avviso – la causa principale del tasso patologicamente alto  di disoccupazione giovanile. Di questo disastro sono responsabili le Regioni, che (quasi tutte: si salvano soltanto Trento e Bolzano), avendo la competenza legislativa e amministrativa esclusiva su questa materia, hanno fatto registrare un inadempimento pressoché totale. Un servizio serio di orientamento – beninteso – non consiste nel riunire in Aula magna i ragazzini delle terze medie, per raccontare loro qualche cosa sul mercato del lavoro; nei Paesi del Centro e del Nord-Europa, i GuidanceCareer Services si concretano in una organizzazione capace di raggiungere capillarmente ciascuno degli adolescenti all’uscita da qualsiasi ciclo scolastico, di individuarne le competenze e le aspirazioni, di indicargli gli sbocchi occupazionali esistenti, i percorsi necessari per raggiungerli e i servizi scolastici o di formazione disponibili. Molto discutibilmente, la riforma costituzionale che stiamo approvando in Parlamento, mentre riaccentra le competenze in materia di collocamento e assistenza intensiva per la ricollocazione, mantiene nella competenza esclusiva delle Regioni la materia della formazione e orientamento professionale; una novità, in questa materia, viene invece introdotta dal decreto legislativo n. 150/2015, che affida all’ISFOL una funzione di controllo dell’efficienza ed efficacia di questi servizi. Un’altra novità importante è costituita dal programma europeo Youth Guaranty, Garanzia Giovani, che ha investito centinaia di migliaia di giovani NEET (Not in Employment, Education, or Training) con lo scopo di aiutarli a riattivarsi nel mercato del lavoro: esso non sta facendo miracoli, ma sta comunque producendo dei risultati rilevanti, sia sul piano dell’attivazione effettiva dei beneficiari dell’intervento, sia su quello della sperimentazione di una impostazione corretta e moderna del monitoraggio dei risultati dell’iniziativa.    (p.i.)  

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