LA MINORANZA PD DILANIATA SULLA LOTTA AL PRECARIATO

L’EX-MINISTRO DEL LAVORO, COME I D’ALEMA, BERSANI & CO., SI FAREBBE MONACO PUR DI NON AMMETTERE CHE IL GOVERNO SOSTENUTO DAL SUO PARTITO POSSA AVERE QUALCHE MERITO SUL TERRENO DELLA POLITICA DEL LAVORO

Secondo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 383, 8 marzo 2016 – In argomento v. anche l’editoriale telegrafico del 7 marzo, Come vanno letti i (buoni) dati sull’occupazione e il grafico ivi riprodotto.

Ai dati eccellenti sull’andamento dell’occupazione (stock) forniti dall’Istat la settimana scorsa si aggiungono ora quelli sull’andamento di assunzioni e licenziamenti (flusso) forniti oggi dal ministero del Lavoro. Ci dicono che nel trimestre ottobre-dicembre 2015 le assunzioni a tempo indeterminato (739.880) sono più che raddoppiate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+ 100,9 per cento). Ci si potrebbe aspettare che siano aumentati anche i licenziamenti; invece nello stesso ultimo quadrimestre questi sono diminuiti del 14,9 per cento. Un quarto delle nuove assunzioni stabili hanno sostituito le collaborazioni autonome continuative – i co.co.co. da sempre indicati come rapporti di lavoro dipendente mascherato – che sono diminuiti del 40,4 per cento. Di fronte a questi dati potremmo attenderci che i D’Alema, Bersani, Damiano & Co., appartenenti alla stessa sinistra che ha sempre denunciato la piaga del precariato, diano un segno di soddisfazione. Sbaglieremmo. All’intervistatore de la Repubblica che gli chiede un commento (8 marzo 2016, p. 27) l’ex-ministro del Lavoro risponde severo e corrucciato: “Dati positivi, ma sono drogati dagli incentivi economici”. Potremmo attenderci dunque che la sua conclusione sia: “incentivi economici mai più”. Sbaglieremmo ancora. Perché alla domanda dell’intervistatore sul che fare da qui in avanti, l’ex-ministro risponde, pensoso: “Rendere strutturali gli incentivi economici”. Ma come? Non erano una droga? La verità è che l’ex-ministro, come i D’Alema, Bersani & Co., si farebbe monaco pur di non riconoscere che sul terreno della politica del lavoro il Governo sostenuto dal suo partito, ma senza di lui come ministro del Lavoro, sta ottenendo dei risultati positivi straordinari.

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