PERCHE’ VOTO PER PENATI E VOTO SI’ AL REFERENDUM

PER PENATI: UN VOTO ALLA COMPETENZA E AL PROGETTO. PER IL “SI” AL REFERENDUM: UN VOTO PER LA RIFORMA DELLA LEGGE ELETTORALE (E COMUNQUE PER RENDERE PIU’ FACILE CONTENDERE LO SCETTRO AL PDL)

IL VOTO PER PENATI ALLA PRESIDENZA DELLA PROVINCIA DI MILANO
Mentre Podestà chiede il voto dei milanesi sulla base di un puro e semplice appello politico, di schieramento con la maggioranza nazionale di centro-destra, Penati si rivolge a tutti gli elettori – di destra e leghisti compresi – con l’esperienza positiva di questi anni di governo della Provincia e con un progetto preciso per la trasformazione della Provincia stessa in area metropolitana.

IL VOTO “SI” SU TUTTI E TRE I QUESITI DEL REFERENDUM SULLA LEGGE ELETTORALE
Sul piano politico: perché (se si raggiungerà il quorum, cosa purtroppo assai problematica, e) vincerà il “sì”, questo indurrà sicuramente la Lega ad anteporre in Parlamento una riforma elettorale seria agli equilibri attuali di maggioranza. Sarà quindi molto più facile voltar pagina definitivamente rispetto alla legge attuale (il “porcellum”), che sostanzialmente consente ai leader politici di scegliere direttamente chi sarà eletto alla Camera e al Senato.
Sul piano tecnico: perché, anche nel caso in cui vincessero i “sì” ma non ne conseguisse la riforma elettorale, il risultato del referendum renderebbe assai più facile al PD contendere a Berlusconi la guida del Paese, senza doversi alleare né con l’UDC né con la vecchia sinistra. Si obietta che questo esito referendario penalizzerebbe i partiti minori; ma questi, se capaci di superare la soglia minima del 4% dei voti, non verrebbero affatto esclusi dal Parlamento: perderebbero soltanto il potere di veto nei confronti del partito maggiore al governo; il che non mi sembra un male. Certo, preferirei di gran lunga, per il Parlamento nazionale, un sistema elettorale con collegi uninominali relativamente piccoli e il doppio turno, che sta funzionando molto bene per le elezioni comunali e provinciali (e che, in caso di vittoria del “sì”, verrebbe probabilmente preferito anche dalla Lega).

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