SE IL M5S, FIUTATO IL VENTO, SI DÀ UNA RIVERNICIATA DI EUROPEISMO

Nelle elezioni comunali riemerge la contrapposizione destra/sinistra, che esclude i grillini; al livello nazionale resta invece dominante la contrapposizione europeisti/sovranisti, che darebbe loro ancora uno spazio rilevante, a meno che…

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Editoriale telegrafico per la
Nwsl n. 441, 19 giugno 20176 – In argomento v. anche gli altri documenti e interventi raccolti su questo sito nel portale Il nuovo spartiacque della politica mondiale     .
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Grillo Dibba e DimaioMolti giornali hanno commentato i risultati delle elezioni comunali di domenica scorsa parlando di una “resurrezione del bipolarismo centrodestra/centrosinistra”. Certo, il panorama dei ballottaggi, dai quali il M5S è risultato quasi del tutto  escluso, è abbastanza univoco per offrire una sponda a questa lettura. La “resurrezione” di cui si parla non va però sopravvalutata. È facilmente comprensibile che nell’elezione di un’amministrazione municipale le questioni cruciali della politica nazionale non abbiano un peso determinante. Così, mentre la politica nazionale oggi tende a strutturarsi secondo lo spartiacque pro-global/no-global, pro/contro il processo di integrazione europea dell’Italia, la politica municipale invece può continuare a strutturarsi prevalentemente secondo lo spartiacque tradizionale destra/sinistra; col risultato di togliere un po’ di spazio al M5S, che rifiuta di collocarsi rispetto a quello spartiacque tradizionale. E, soprattutto, col risultato di consentire a Forza Italia di ricompattarsi con la Lega. Ora, però, appena saranno passati i ballottaggi, l’attenzione tornerà a concentrarsi su temi per i quali la scelta pro-euro o no-euro è decisiva; e qui, per un verso, Forza Italia tornerà a dividersi irrimediabilmente dalla Lega, per altro verso il M5S potrà tornare a cercare e trovare spazio come protagonista del fronte no-global e no-euro. A meno che, fiutato il cambiamento del vento d’oltralpe, e persino d’oltremanica, in tema di integrazione europea il M5S decida di darsi una verniciata di europeismo. Come sembra l’intenzione di Luigi Di Maio (la Stampa, 15 giugno: Di Maio, svolta sull’Europa). Ma in questo caso apparirebbe evidentissima a tutti la volatilità delle convinzioni di cui si nutre la politica grillina. Il suo opportunismo. Allora sì per il movimento di Beppe Grillo sarebbe l’inizio di un declino difficilmente reversibile. E a quel punto per la coppia Salvini-Meloni, si aprirebbe la possibilità di candidarsi loro da soli a rappresentare seriamente l’intero fronte no-global e no-euro.

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