LA MIA CONTRIBUZIONE (A SC E) AL PD

A chi mi contesta una inadempienza rispondo che la mia contribuzione complessiva a Sc e Pd al livello nazionale (esclusa quella alle strutture milanese e lombarda del Pd) nel corso di questa legislatura, fino al dicembre 2017 è ammontata a € 115.508, a fronte di quella di € 85.500 di ciascuno degli altri senatori del Gruppo Pd

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Risposta del 4 dicembre 2017 alla lettera del 2 dicembre del Tesoriere del Pd Francesco Bonifazi, che mi contesta una omissione contributiva al partito   
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Caro Bonifazi,

alla tua lettera precedente, dell’11 aprile scorso, relativa alla mia posizione contributiva nei confronti del Partito democratico, ho risposto immediatamente esponendo in modo dettagliato la mia posizione e il motivo per cui ritengo di essere pienamente in regola con i versamenti dovuti. A seguito della indicazione da parte tua alla stampa del mio nome tra i parlamentari che consideri inadempienti, ho poi messo on line sul mio sito il rendiconto che segue dei contributi versati in questa legislatura, in un primo tempo a Scelta Civica, nelle cui liste sono stato eletto, poi al Pd, nel cui Gruppo al Senato il Gruppo dei senatori di Scelta Civica è confluito a fine febbraio 2015.

I MIEI CONTRIBUTI AL PD E ALL’ASSOCIAZIONE LIBERTÀEGUALE

Alle elezioni politiche del febbraio 2013 venni candidato come capolista nelle liste per il Senato in Lombardia e in Toscana di Scelta Civica. Quella organizzazione politica era allora appena nata e priva di qualsiasi struttura organizzativa e di disponibilità finanziarie: come tutti gli altri capilista, dunque, contribuii di tasca mia alle spese minime indispensabili della campagna elettorale (manifesti e relativa affissione, affitto delle sale per le manifestazioni maggiori, ecc.) nelle due regioni, per un importo complessivo di 66.008 euro; e, a seguito dell’elezione, diedi a SC un contributo ulteriore mensile di € 1.500, comprensivo sia della parte nazionale sia di quella milanese. Quando, nel febbraio 2015, il Gruppo dei senatori di Scelta Civica confluì nel Gruppo Pd, mi impegnai con decorrenza immediata per il contributo alla federazione metropolitana di Milano (€ 1.200 mensili); quanto al contributo previsto per la struttura nazionale (€ 1.500 mensili), l’intesa con la Presidenza del Gruppo Pd fu nel senso che si sarebbe tenuto conto del contributo complessivo dato a Scelta Civica. Poiché quanto speso per la campagna elettorale e poi come contributo mensile a SC ammontava a € (66.008  + 36.000 =) 102.008, pari a 68 mensilità del contributo dato alla Direzione nazionale dai parlamentari Pd, con il consenso della Presidenza e della Direzione del Gruppo ho sospeso la contribuzione al livello nazionale. La ho poi ripresa nella misura di € 1.500  mensili alla Tesoreria nazionale con decorrenza dall’aprile 2017. La stessa contribuzione ovviamente proseguirà fino a che sarò un parlamentare del Pd, mediante un ordine di bonifico permanente. Il mio contributo mensile al Pd è dunque di € (1.500 + 1.200 =) 2.700 mensili. A questi si aggiunge il contributo mensile di € 300 all’associazione LibertàEguale, che pago ininterrottamente dal marzo 2008.
Per oltre due anni il Tesoriere del Pd non ha contestato questo accordo né il corrispondente modo di procedere. Soltanto ora, a quasi tre anni da dalla confluenza del Gruppo Sc in quello Pd, egli chiede a me, come agli altri senatori ex-Scelta Civica, il pagamento dei contributi corrispondenti al periodo precedente. Gli rispondo osservando che la mia contribuzione complessiva a Sc e Pd al livello nazionale (esclusa quella alle strutture milanese e lombarda del Pd) nel corso di questa legislatura, fino al dicembre 2017 è ammontata a € 115.508, a fronte di quella di € 85.500 che è gravata su ciascuno degli altri senatori del Gruppo Pd.

A questi contributi si aggiungono i 106.000 euro di mio contributo al progetto Themis nell’arco dell’ultimo quadriennio.

Al termine della mia lettera del 20 aprile scorso, in cui ti ho spiegato dettagliatamente la mia posizione, ti ho quindi chiesto espressamente di poterne parlare con  te (“mi indicherai tu quando e dove potremo parlarne nei prossimi giorni”); non avendo ricevuto da te alcun cenno in proposito, ritenevo che la mia spiegazione – condivisa del resto con la Presidenza del Gruppo Pd del Senato – fosse stata da te accettata.

È dunque con sorpresa che ricevo la tua nuova lettera del 2 dicembre, nella quale non menzioni neppure la mia risposta precedente e mi minacci sanzioni gravi se non pago entro dieci giorni la somma ingentissima di 39mila euro, che ovviamente non sarei in grado di pagare.

Sono a tua disposizione per discutere di questa cosa in qualsiasi momento nei giorni prossimi, ma chiedo di essere trattato da te in modo civile.

Con i più cordiali saluti

        Pietro Ichino

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