EUROPA O NAFTALINA

L’unione è meglio dei suoi cocci, mentre l’idea di Nazione, spacciata per rimedio futurista, è la cosa più vecchia che si possa immaginare

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Editoriale telegrafico tratto dalla rubrica
l’Amaca di Michele Serra su la Repubblica dell’11 aprile 2019 – In argomento v. anche i documenti, articoli e interventi raccolti nel portale Il nuovo spartiacque della politica mondiale .
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Michele Serra

In vista delle europee qualche sovranismo si smussa, qualche sovversivismo si placa, qualche antieuropeista lascia intendere che anche  l’antieuropeismo può essere, a ben vedere, appena una variante un poco estrosa dell’europeismo. C’è una buona dose di calcolo elettorale: ma è un buon segno. Vuol dire che la causa dell’unità del Vecchio continente – che con tutti i suoi difetti è tra le poche cause davvero decenti del secolo scorso – non è perduta come pareva, sotto i colpi dei nuovi nazional-populismi. Che il Gruppo di Retrograd, armato di croce e moschetto, forse non è il carro del vincitore. Che esiste un elettorato moderato (di destra e di sinistra) che non si fida di scassa-establishment improvvisati, specie adesso che la Brexit non sembra più una rivoluzione ma un maledetto pasticcio del quale i primi a non venire a capo sono i suoi fautori. Poi, certo, quasi ogni volta che parla Juncker, nei sondaggi precipita ogni possibile format che abbia il nome “Europa” nel titolo. Secondo me lo paga Putin. Ma vale, a prescindere, l’idea che l’unione sia meglio dei suoi cocci, e che l’idea di Nazione, spacciata per rimedio futurista, sia la cosa più vecchia che si possa immaginare. Ritenersi vecchi e superati è l’abbaglio peggiore che possa accecare gli europeisti. Se si fruga nell’armamentario dei nuovi nazionalismi e dei nuovi fascismi, l’odore di naftalina quasi asfissia, e i Padri Fondatori, come Altiero Spinelli, a confronto di Orbàn, Le Pen, Salvini, hanno la freschezza dirompente dei Beatles.

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