MARINO INCARNA BENE IL PROGETTO DI PARTITO LANCIATO AL LINGOTTO DUE ANNI FA

LA CANDIDATURA DEL SENATORE-CHIRURGO GIA’ SOLO PER IL MODO IN CUI E’ NATA ED E’ VENUTA AFFERMANDOSI E’ QUELLA CHE PIU’ SI AVVICINA ALL’IDEA DEL “PARTITO A VOCAZIONE MAGGIORITARIA”, CAPACE DI APRIRSI A TUTTE LE FORZE POLITICHE DEL CENTROSINISTRA

Intervista a cura di Giovanna Casadio, pubblicata su la Repubblica del 23 ottobre 2009

Marino ha la stoffa per guidare il Pd, o non è piuttosto un outsider la cui candidatura ha un valore di testimonianza nel nome della laicità e dei diritti?
È sicuramente un outsider. Ma il suo contributo è proprio quello di cui il Pd oggi ha bisogno, per rafforzare la propria credibilità come partito capace di voltar pagina rispetto alla politica asfittica della vecchia sinistra; cioè capace di realizzare davvero il progetto lanciato due anni fa al Lingotto da Walter Veltroni.
Perché?
Perché la sua candidatura, già solo per il modo in cui è nata ed è venuta affermandosi, senza risorse e senza l’appoggio di alcun apparato, è quella che più di tutte si avvicina all’idea del “partito a vocazione maggioritaria”, capace di aprirsi a tutte le anime e le culture del centrosinistra; e quella che più di tutte si avvicina all’idea del “partito delle primarie”, capace di comunicare anche con i milioni di italiani non rappresentati da alcun sindacato, da alcuna associazione di categoria, da alcuna lobby.
Pensa anche lei che Marino sia più nuovo degli altri?
Non è “più nuovo”.  Ma è più libero degli altri,  perché vive la politica in modo più distaccato, sapendo guardarla anche dal di fuori e non essendovi troppo attaccato, per la vita e per la morte. È vero, il fatto di essere un politico di complemento può essere un handicap,  sul piano dell’esperienza e dell’abilità di manovra; però potrebbe anche, in un passaggio come questo delle primarie, rivelarsi un fattore imprevisto di vantaggio.
La mozione Marino è la sola delle tre che non ha accettato il “lodo Scalfari”: pur di essere l’ago della bilancia si nega il valore del voto delle primarie?
Senta, se Marino non avrà la maggioranza assoluta dei voti, gli altri due candidati non avranno bisogno dei suoi voti per applicare il “lodo Scalfari”: basterà che uno dei due faccia convergere i propri voti sull’altro. Se questa è la loro scelta non ci sarà alcun ago della bilancia.
Anche per lei la Binetti dovrebbe andare fuori dal Pd?
Non sarei favorevole a un provvedimento di espulsione, anche se vedo qualche scorrettezza nel suo comportamento. Se ci sono dei dissensi di coscienza, prima di manifestarli in aula occorre almeno informarne la Presidenza del Gruppo.
Quale è la questione più urgente per il paese su cui il Pd dovrebbe impegnarsi?
La riduzione drastica dell’Irpef sui redditi di lavoro fino a mille euro al mese. E la riforma del mercato e del diritto del lavoro: ecco una materia su cui Marino è il solo fra i tre candidati ad aver preso una posizione molto chiara, senza chiedere il permesso né ai sindacati, né alle associazioni imprenditoriali, ma tenendo conto con molto equilibrio delle posizioni espresse da tutti nel recente dibattito.

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