QUANDO IL PERCHÉ DEL MALE È INCOMPRENSIBILE

Una “fede” che nasce non solo da una speranza e da una ricerca di consolazione, ma anche da qualche cosa di quotidianamente tangibile

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Lettera inviatami da un ex-allievo, 14 gennaio 2022 –
Segue una breve… non rispostaIl mio scritto cui la lettera si riferisce è Il tesoro nascosto dove meno lo immagineremmo

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Caro Professor Ichino, sono un prodotto della vostra pregiata filiera presso il Dipartimento di Scienze del Lavoro della Facoltà di Scienze Politiche. Nel 2012 decisi di frequentare anche il Master in Diritto del Lavoro. Ma ora non le scrivo per parlare di questo.
Nel marzo 2012 di quell’anno è nata la nostra prima e unica bimba, E****. Dopo due anni ci accorgemmo di una sua lassità agli arti inferiori e di una sua carenza di equilibrio. Nel 2016 arrivò la sentenza: CMT sindrome di Charcot Marie Tooth.
Come lei ha scritto parlando della sua esperienza personale, all’inizio anch’io ne fui spaventato. Oltretutto la rabbia dentro di me crebbe; e certo non riuscivo  a cogliere la grande regola per cui a cercare il bene nascosto in ogni situazione difficile, lo si trova sempre. Sicuramente una cosa avevo capito da subito recandomi spesso all’Istituto Besta: c’è sempre qualcuno che sta peggio di te, e i lamenti si interrompono subito davanti a certe immagini.
Quando un membro della tua famiglia viene colpito da una malattia neurodegenerativa, è come viaggiare verso l’ignoto a fari spenti, l’unica cosa certa è il rapido progredire della scienza.
Mi sono impegnato ed ho resistito. Per 5 anni E**** non lasciava mai la mia mano, o quella di mia moglie, ovunque andassimo, e quando la lasciava dovevamo avere con noi un kit di medicazione in quanto le sue ginocchia sarebbe divenute sanguinolente.
Oggi, grazie alla tanta attività fisica che deve sostenere e che ha sostenuto in passato, E**** corre, si dimena in bici, e la sua caparbietà l’ha portata persino sui roller, insistendo per vincere la mia titubanza.
Sono conscio che l’incognita del futuro pesa parecchio e dunque il domani viene visto con occhi diversi, ma sarò sempre pronto a essere un punto di riferimento morale, educativo e anche fisico, per quanto bello e molto impegnativo.
Alla fine come il Tenente Dan Taylor protagonista del film per colmo dell’ironia preferito di E****, Forrest Gump, ho fatto pace con Dio, e dunque se mi è permesso per concludere uso le sue parole, per parlare di una “fede” che è “frutto non solo di speranza e di consolazione, ma di un qualcosa quotidianamente tangibile”.
La ringrazio in quanto, come durante le sue memorabili lezioni, (non certo le interrogazioni), ha saputo fare chiarezza anche questa volta, sebbene sia sceso nei meandri più intimi di un dolore.
Sebbene ricordi la sua passione per la bicicletta, dubito di incontrarla sulle ciclovie del Lago di ********* ove ora abito con la mia famiglia; ma se capitasse…
Le auguro serenità  e salute. Un sentito grazie e un cordiale saluto, anche da parte di mia moglie.
(lettera firmata)

Ringrazio il mio allievo di questa bella lettera. Alla quale non so dare risposta. Già Giobbe ci provò a capire il perché delle sventure che lo avevano annichilito, arrivando a chiederlo direttamente a Dio in persona, per sentir respingere la propria pretesa di comprenderne i disegni, quasi fosse una pretesa diabolica. Ma anche per scoprire poi tesori di bene nascosti sotto il cumulo di rifiuti su cui si era ridotto a vivere.    (p.i.)

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