I CASSINTEGRATI SONO “DISOCCUPATI”?

INTERVENTO NELLA POLEMICA TRA IL MINISTRO DEL LAVORO SACCONI E LA BANCA D’ITALIA, ORA SEGUITA DA CONFINDUSTRIA, LE QUALI CALCOLANO IL TASSO DI DISOCCUPAZIONE COMPUTANDO ANCHE I LAVORATORI IN CASSA INTEGRAZIONE

Dichiarazione al Secolo XIX pubblicata il 31 gennaio 2010

Oggi in Italia la Cassa integrazione “a zero ore” è molto frequentemente utilizzata anche in situazioni in cui è certo che il rapporto di lavoro non verrà riattivato: cioè, in sostanza, per differire i licenziamenti, nascondendo – per così dire – il sudicio sotto il tappeto. Questo avviene talvolta dichiaratamente, e addirittura ufficialmente: si pensi al caso dei dipendenti della vecchia Alitalia, o alla cosiddetta “Cassa integrazione in deroga”. Tutti questi sono casi di sostanziale disoccupazione mascherata ed è pertanto corretto computarli nel tasso di disoccupazione.
Certo, ci sono anche casi in cui, invece, per i cassintegrati c’è una buona prospettiva di ripresa del lavoro nella stessa azienda. Ma – pur in assenza di dati precisi in proposito – è ragionevole ritenere che questi casi siano una minoranza rispetto al totale. Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, comunque, tutti i nostri casi di intervento della Cassa integrazione a zero ore sarebbero classificati come lay-off e quindi computati nel tasso di disoccupazione.

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