O SBAGLIA LA FIAT O VANNO CAMBIATE LE REGOLE SULLE RELAZIONI INDUSTRIALI

IL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO E DI STRUTTURA DELLE RETRIBUZIONI DEL CONTRATTO NAZIONALE DEI METALMECCANICI È ANCORA QUELLO DI 40 ANNI FA – NON SOSTENGO CHE QUALSIASI INNOVAZIONE SIA BUONA: MA IL SINDACATO DEVE ESSERE L’INTELLIGENZA COLLETTIVA CHE CONSENTE AI LAVORATORI DI VALUTARE I PIANI INNOVATIVI E CHE LI GUIDA NELLA SCOMMESSA COMUNE CON L’IMPRENDITORE 

 

Intervista a cura di Nando Santonastaso, pubblicata sul quotidiano Il Mattino del 17 giugno 2010

E adesso cosa succede? Quali gli scenari possibili per Pomigliano dopo il referendum? Ne parliamo con il giuslavorista Pietro Ichino, senatore PD.

A cosa serve questo risultato?
«Sul piano tecnico è sicuramente insufficiente a garantire alla Fiat la tenuta dell`accordo. Ma sarebbe stato insufficiente anche un voto favorevole del 90%. Dal punto di vista giuridico la sola cosa decisiva sarebbe stato che tutti i sindacati avessero firmato».


Perché?
«Perché in Italia oggi la deroga al contratto collettivo nazionale è possibile solo se è accettata da tutti i sindacati. Questo non vale soltanto per la deroga “in peggio”, ma anche per le nuove forme di organizzazione che consentono di aumentare la produttività del lavoro e le retribuzioni, sposando un modello diverso rispetto a quello sancito dal contratto collettivo nazionale».

La convince l’ipotesi della newco?
«Innanzitutto la nuova società non potrebbe essere utilizzata per una selezione tra i lavoratori: lo vieta la norma comunitaria sui trasferimenti di azienda. La stessa norma garantisce ai lavoratori la continuità del rapporto, con tutti i diritti maturati in precedenza. La newco serve invece, non iscrivendosi a Confindustria, per sottrarre lo stabilimento al campo di applicazione del contratto collettivo nazionale di settore e anche dell`accordo interconfederale sulla struttura della contrattazione collettiva dell`aprile 2009».

Chi ci guadagnerebbe?
«La cosa un po’ sconvolgente è che un piano innovativo presentato da una delle maggiori multinazionali dell’automobile sia incompatibile con íl nostro sistema di relazioni industriali. Se questo è il dato, i casi sono due: o è sbagliato il piano di Marchionne, o sono sbagliate le regole del nostro sistema di relazioni industriali».

La sinistra obietta che vengono meno tutti gli argini sociali?
«Il modello di organizzazione del lavoro e di struttura delle retribuzioni fatto proprio dal contratto nazionale dei metalmeccanici è ancora quello del 1972:40 anni fa non c`erano ancora non solo i pc e Internet ma i fax e le fotocopiatrici. Da allora è cambiato tutto, ma in quel contratto non è cambiata una virgola. Ora non dico che qualsiasi innovazione sia “buona”. Ma il sindacato deve saper essere l`intelligenza collettiva che consente ai lavoratori di valutare i piani industriali innovativi, anche in relazione alle circostanze e alle alternative di cui dispone, e, se la valutazione è positiva, guidarli nella scommessa comune con l`imprenditore, negoziando a 360 gradi anche la distribuzione dei frutti che si produrranno se la scommessa verrà vinta».

 

 

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